GRILLO PRIDE – DALLA NORMA PRO SLOT AGLI AFFITTI D’ORO: IL M5S INIZIA A FARE OPPOSIZIONE E BEPPE FA MAO: ‘È SOLO L’INIZIO, NEL 2014 NE VEDREMO DELLE BELLE E LA SMETTERANNO DI CHIAMARLI GRILLINI’

Emiliano Liuzzi per il "Fatto quotidiano"

"Un giorno la smetteranno di chiamarli grillini". Lo dice Beppe Grillo al Fatto Quotidiano. Si limita a questo, con una dichiarazione che lascia spazio a un piccolo grande orgoglio: "Perché lavorano i nostri eletti, lavorano seriamente. Con grandi capacità. Finita l'epoca in cui i giornali parlavano degli scontrini, si sono dovuti rassegnare. Non senza imbarazzo, ma rassegnati. E siamo all'inizio. Ne vedranno delle belle".

Questo non è la cronaca di un bilancio, ma rispolverare cosa è accaduto in questi ultimi giorni. A partire dal decreto Salva Roma dove era sul punto di passare una legge che avrebbe imposto agli enti locali di incentivare il gioco d'azzardo, anziché scoraggiarlo. Questione di lobby e di bilanci. Il Movimento 5 stelle, grazie soprattutto al senatore Giovanni Endrizzi dipendente Asl che di patologie legate al gioco d'azzardo si occupa nella vita lavorativa, è emerso e il governo l'ha ritirato.

Una vittoria, non c'è dubbio. Forse la più importante in un mare magnum di disegni di legge quasi sempre cassati, neanche presi in considerazione. Perché fare l'opposizione non può limitarsi a dire io l'avevo detto, ma iniziare a stanare chi ha la maggioranza sui punti deboli. "Probabile che sì, dobbiamo cambiare obiettivi". Incidere. Nel decreto Salva Roma la norma è sparita, nonostante la volessero gli alfaniani e il Pd compatto (4 soli contrari) e Scelta civica. "Ci hanno raccontato che serviva per mantenere la continuità del gettito erariale", spiega Endrizzi. "Era contro tutti i principi di sussidiarietà e colpiva la prevenzione della diffusione del gioco d'azzardo".

Sempre il Movimento 5 stelle e sempre in materia di azzardo aveva denunciato le trenta nuove concessioni per le sale bingo, le 7000 videolottery, le macchinette collegate in rete e senza limiti di giocata, ma in questo caso è rimasta una denuncia. La legge di stabilità è passata. Se n'è occupato anche il New York Times, ma la legge è passata a suon di fiducia e il governo un miliardo di euro se lo è assicurato.

I mesi scorsi c'è stato di tutto. Ci sono state le liti con il presidente della Camera, Laura Boldrini, ma sempre il Movimento 5 stelle ha rivelato del volo di Stato - sicuramente legittimo - col quale la presidente della Camera ha raggiunto Johannesburg. Sempre loro hanno denunciato i lobbisti fuori dalle aule. Questione risaputa, almeno in quegli ambienti intesi come Transatlantico e vie laterali. La Rete, intesa come Facebook e Twitter, continua a farsi beffa della non-rivelazione. "Noi ci indigniamo", spiega Giulia Sarti.

Ultimo capitolo sono gli affitti d'oro. La proposta del M5S, firmata da Massimo Fraccaro, prevedeva per le amministrazioni pubbliche, per le autonomie locali e anche per gli organi costituzionali "nella loro autonomia", la "facoltà di recedere entro il 31 dicembre 2014 dai contratti di locazione" firmati anni fa a 500 euro al metro quadro, cifra altissima, ai limiti dell'assurdo.

La norma per bloccare gli affitti onerosi, bocciata dal Senato con la manovrina, sarebbe dovuta rientrare con il decreto Salva Roma, ma all'improvviso è comparso un emendamento nella legge di stabilità che la blocca. "Abbiamo trovato questo emendamento, scritto sotto invito della Ragioneria dello Stato, con il quale il relatore del provvedimento della legge di Stabilità esclude dalla rescissione dei contratti di affitto dello Stato quei privati che hanno dei fondi di garanzia legati agli immobili in questione. Significa - spiega la deputata - che se i proprietari degli immobili hanno una assicurazione su quell'immobile lo Stato non possiamo disdire il contratto.

E guarda caso, sembra che la società Milano ‘90 che affitta i locali alla Camera una assicurazione del genere ce l'hanno". Nel mese in cui il M5S si è preso qualche riscatto, non mancano figure pessime. Come quella sulla privatizzazione dell'acqua. Nella commissione Bilancio al Senato il Movimento ha votato a favore della privatizzazione di Acea, azienda che fornisce acqua e gas a Roma. Questo vuol dire rinnegare anni di battaglie IN appoggio ai referendum mai applicati. "Una distrazione". Distrazioni non permesse.

 

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