di maio conte

PREMIER LEAGUE – CONTE SI VUOLE FARE IL PARTITO? I RAPPORTI TRA DI MAIO E L'AVVOCATO GIUSEPPEE SONO ORMAI LOGORATI: L’EX BIBITARO LO ACCUSA DI AVER INDEBOLITO IL M5S E DI ESSERSI ISCRITTO AL “PARTITO DEL COLLE” CON TRIA E MOAVERO – IL SOSPETTO: NON HA NESSUNA INTENZIONE DI TORNARE ALL’ATTIVITÀ ACCADEMICA E SI METTERÀ IN PROPRIO CON UN NUOVO MOVIMENTO? – LA RESA DEI CONTI SULLA TAV

giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza 9

1 – “IO, COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SONO GARANTE DELLA COESIONE NAZIONALE” – VIDEO: IL CLAMOROSO LAPSUS DI GIUSEPPE CONTE, CHE SI AUTOPROCLAMA CAPO DELLO STATO DI FRONTE AI GIORNALISTI – NESSUNO LO CORREGGE, LUI FA FINTA DI NON ACCORGERSI DELL’ERRORE E…

 

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-io-come-presidente-repubblica-sono-garante-coesione-195363.htm

 

2 – MA LA RESA DEI CONTI È SULLA TAV. SOSPETTI SUL PREMIER

Marco Conti per “il Messaggero”

 

luigi di maio e alessandro di battista in auto 4

«Se qualcuno pensa che la strada sia quella del Dibba non ne usciamo. Parlare solo alla zoccolo duro del nostro elettorato ci fa perdere il voto d' opinione». Nel giorno del Maalox e del silenzio dei vertici, è difficile trovare un grillino di governo che voglia metterci la faccia. E così, mentre Matteo Salvini dice di non voler toccare nulla del governo, nel M5S il caos monta e il Movimento mostra crepe profonde, voglia di resa dei conti ma anche di riscatto.

 

Tensioni che fanno saltare il vertice notturno a palazzo Chigi e che si sarebbe dovuto occupare, con Conte, Giorgetti i due vice e i ministri Moavero e Fraccaro, di Venezuela ma, soprattutto, di Tav. E' rinviato, forse a questa mattina. Ma la tensione resta alta.

 

LO SFONDO

LUIGI DI MAIO E GIUSEPPE CONTE

La partita più importante, e delicata per il futuro del governo, è quella tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. I rapporti tra i due sono logorati e il vicepremier accusa Conte di aver contribuito ad indebolire il peso del M5S nell' esecutivo e di essersi di fatto iscritto al terzo partito della maggioranza, sul quale vigila il Quirinale, e che annovera i ministri Moavero, Tria, la Trenta e lo stesso Savona, almeno sino ad una settimana fa. Troppe mediazioni «al ribasso» da parte di Conte.

 

Ma soprattutto, sempre a giudizio di Di Maio, la «costante presa di distanza», in Europa come in Italia, dalle battaglie del Movimento. L' elenco è lungo e va dalla spiegazione offerta da Conte alla cancelliera Merkel sulla politica estera grillina e carpita da La7, ai rapporti con la Commissione Ue e con il Quirinale, passando per i legami con quel mondo accademico - dal quale proviene Conte - che consiglia di andare avanti con la Tav, così come fatto su Ilva e Tap.

conte tria moavero 1

 

Sullo sfondo del rapporto tra i due un sospetto forte che agita i sonni del vicepremier. Ovvero che l' avvocato, dopo l' esperienza a palazzo Chigi, e forte dell' alta percentuale di gradimento raccolta in sette mesi, non voglia tornare all' attività accademica - come promesso - ma intenda mettersi in proprio. Magari alla guida di un movimento riformista in grado di traghettare anche molti dei nuovi eletti che in questa legislatura più volte si sono lamentati dello strapotere della leva del 2013 andata quasi tutta al governo e che «decide senza consultarci trattandoci da schiacciabottoni».

 

giuseppe conte e luigi di maio con la postepay per il reddito di cittadinanza

Conte, che ieri si è autodefinito non solo «presidente della Repubblica», ma anche «garante della coesione nazionale», nelle ultime settimane ha in effetti trovato più sponde nella Lega che nel M5S. Lo scontro su Bankitalia, come quello con la Francia o la questione venezuelana, lo testimoniano.

 

Tutte zeppe che la coppia del doppio di, Di Maio e Di Battista, hanno messo all' attività di palazzo Chigi e che hanno contribuito ad incrinare anche i rapporti internazionali che Conte ha faticosamente costruito in sette mesi di governo.

 

luigi di maio giuseppe conte

La sconfitta abruzzese brucia soprattutto perché prevista e conferma un trend del M5S che Di Maio e la Casaleggio non sono mai riusciti a fermare e che rischia di esplodere alle elezioni di maggio. Ovvio però che Salvini, principale beneficiario della deriva grillina, non voglia cambiare nulla dell' attuale assetto e tanto meno rivedere la squadra di governo o il programma. Alcuni ministri M5S, da Toninelli alla Grillo, passando per la Lezzi e Bonafede, nella Lega vengono considerati una sorta di polizza.

CONTE MERKEL

 

In questo momento il leader leghista fa di tutto per sostenere il malconcio alleato anche in vista del voto di fine marzo sulla richiesta di autorizzazione a procedere sulla Diciotti. Ma il sostegno leghista è dedicato soprattutto a preservare il ruolo di Conte che per Salvini rappresenta il più forte antidoto al rischio che l' ala ortodossa del Movimento possa convincere Di Maio a pretendere segnali forti.

matteo salvini luigi di maio

 

A cominciare dalla Tav che il vicepremier intende archiviare ufficialmente prima delle elezioni in Sardegna di fine mese e che invece il ministro dell' Interno vuole fare o almeno rinviare. Destinati al rinvio sono anche la legge sull' autonomia regionale e forse anche la legittima difesa.

 

LA RESA

recessione di maio salvini

Di fatto si profilano tre mesi e mezzo di sostanziale paralisi dell' esecutivo con il M5S in confusione e Salvini che però rischia di pagare anche perchè nel frattempo entra in attività il Reddito di cittadinanza che andrà molto poco al Nord e che capovolge la narrazione leghista delle partite iva. D' altra parte, come ricordava ieri l' azzurro Osvaldo Napoli, le elezioni europee sono un proporzionale puro e FI e FdI a maggio concederanno molto meno all' alleato delle battaglie locali. Tre mesi e mezzo sono pochi, ma potrebbero diventare per la Lega un' eternità qualora il veto grillino alla riapertura dei cantieri - Tav in testa - dovesse far peggiorare i dati sull' occupazione e sul pil dell' anno.

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