FORZA CLEMENTE! - TORNA MASTELLA, COL SUO PESANTE FARDELLO DI VOTI CAMPANI, LEGISLATURE PARLAMENTARI E DISCUTIBILI TRASCORSI POLITICO-GIUDIZIARI - L'EX GUARDASIGILLI CARO ALLO SCARPARO STA SEGRETAMENTE BRIGANDO PER TROVARE UN POSTICINO SOTTO L'ALA DI MONTI, CHE HA PRESO A VENERARE COME “IL NUOVO BERLUSCONI”…

Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

Torna Clemente Mastella, col suo pesante fardello di voti campani, legislature parlamentari e discutibili trascorsi politico-giudiziari. L'ex Guardasigilli sta segretamente brigando per trovare un posticino sotto l'ala di Monti, che ha preso a venerare come «il nuovo Berlusconi». Le trattative con i centristi di ceppo ex dc sono molto avanti. E Clemente, neanche a dirlo, ci spera.

Da politico a dir poco navigato, nonché giornalista professionista, il fondatore dell'Udeur sa bene quanto il suo nome possa essere ingombrante nell'era dell'antipolitica e della rottamazione, ma si è stufato di essere trattato come «l'uomo nero».

E poiché sulla poltrona di Strasburgo ci sta seduto da «capro espiatorio» in forzato esilio, il deputato europeo del Pdl ha ripreso i contatti con il segretario dell'Udc. Lorenzo Cesa, con il quale s'intende per le comuni origini nella Balena bianca e i reciproci (ma differenti) inciampi giudiziari, lo ha tranquillizzato: «Clemente, non ci sono veti sul tuo nome».

Ma se l'idea di un listone unico pro Monti dovesse prevalere c'è da giurarci che i veti, su alcuni imbarazzanti curriculum, scatterebbero eccome. Montezemolo vuole liste specchiate, epurate da indagati e politici di professione. E anche Monti non può permettersi di far largo al vecchio che avanza.

Il filone giudiziario riguarda ad esempio il già tesoriere udc Giuseppe Naro, che si è dimesso per la vicenda dei finanziamenti di Finmeccanica. Potrebbe bastare per indirizzarlo verso i giardinetti, se non fosse che l'onorevole può contare in Sicilia su un discreto pacchetto di voti... La storia di Gianfranco Fini è molto diversa, ma il presidente della Camera e leader di Fli si porta dietro i veleni della casa di Montecarlo e la diffidenza del Vaticano per le sue idee sulle questioni etiche.

Ma c'è anche chi, come Rocco Buttiglione, è gradito alle alte gerarchie e però sgraditissimo - per vetustà parlamentare - ai montezemoliani di Italia Futura. In questo clima può sembrare incredibile che nel probabile listone per Monti, o in una delle formazioni che decideranno di sostenerne la corsa, possa spuntare l'ex sindaco di Ceppaloni, sulle cui larghe spalle pesano (tra l'altro) 32 anni di Parlamento. Eppure l'uomo è tenace e ha già dimostrato di essere capace di miracolose resurrezioni. Lustro dopo lustro ha affinato le sottili arti della politica e agguantato poltrone che parevano inarrivabili, come la Giustizia.

Nel 2006 Mastella trovò accoglienza nella ecumenica Unione di Prodi, dopo essersi piazzato terzo alle primarie con 196.014 preferenze. E adesso ci riprova. Cinque giorni fa, intervistato da Fabrizio d'Esposito per il Fatto Quotidiano, ha provato ad accreditarsi esponendo la sua dote: «Centomila voti alle Regionali del 2010 in Campania».

Un gruzzoletto che potrebbe aiutare la squadra di Monti soprattutto al Senato, dove «l'aggregazione dei moderati e non la loro divisione» eviterebbe a sentir lui il pareggio.
Dopo aver soppesato i pro e i contro, Casini è orientato a stoppare le mastelliane avance. E Clemente, che teme il gran rifiuto, ostenta indifferenza: «Sono molto distaccato. Sto fuori da tutto, per ora». Per ora? «Sto alla finestra e non so cosa farò». Però le trattative ci sono... «Io me ne sto tranquillo per i fatti miei. Avendo preso una fregatura nel 2008 guardo alle cose con distacco. Aspettiamo!».

Aspettiamo, dice Mastella. A dispetto dei faldoni col suo nome di cui sono zeppi i tribunali italiani. Truffa? Appropriazione indebita? Abuso di ufficio? «Io sono vittima di una persecuzione giudiziaria», si difende. Ma intanto la questione degli sgraditi che bussano alla porta di Monti si fa seria. Paolo Cirino Pomicino, altro ingombrante pachiderma della defunta Dc non molto amato da Casini, ha fatto generosamente sapere di essere pronto a portare «alcuni amici» forti sul territorio: si parla tra gli altri del segretario della nuova Dc, Gianni Fontana, e dell'ex ministro Calogero Mannino.

«L'Udc affonda la sua ispirazione ideale nella storia della Prima Repubblica - spiega le tentazioni dei centristi l'onorevole Enzo Carra -. Può non piacere, ma tutto questo è un po' più dell'usato sicuro». Nel '93 Carra, che fu portavoce di Forlani, fu fatto arrestare da Di Pietro per dichiarazioni reticenti. «Ho preferito la condanna - ricorda - piuttosto che spergiurare come il pm mi chiedeva».

 

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