1. MATTEUCCIO RENZI “INCAZZATO NERO” ROTTAMA IL PD ROMANO IN DIRETTA TV: DA MENTANA CACCIA IL BETTINIANO LIONELLO COSENTINO, TIRATO IN BALLO NELLE INTERCETTAZIONI 2. SE BUZZI E CAMERATI VOLEVANO CANDIDARE A SINDACO IL DALEMIANO UMBERTO MARRONI, SPUNTANO PURE I FINANZIAMENTI PER LA CAMPAGNA ELETTORALE DI MARINO (IL CUI CAPO SEGRETERIA MATTIA STELLA DOVEVA ESSERE “VALORIZZATO E LEGATO DI PIÙ A NOI”) 3. DUE I VERSAMENTI INTESTATI AL CANDIDATO SINDACO DEL CENTROSINISTRA A RIDOSSO DELLE ELEZIONI: UNO DA 10MILA EURO EFFETTUATO DALLA “29 GIUGNO”, UN ALTRO DA 20MILA BONIFICATO DAL “CONSORZIO ERICHES 29”, ENTRAMBE COOPERATIVE DI BUZZI 4. CARMINATI SUI RAPPORTI TRA LA DESTRA ALEMANNIANA E PD: “DE ZINGARETTI SE FIDANO, DE MARINO NON SE FIDA NESSUNO”. BUZZI SOSTIENE DI AVER MESSO A LIBRO PAGA UNO DEI SUOI IN REGIONE, MA IL GOVERNATORE: “SAPEVANO DI NON POTER AVERE CONTATTI CON ME” 5. ‘’UN BACIO, GRANDE CAPO’’: L’SMS A BUZZI DI MICAELA CAMPANA RESPONSABILE WELFARE PD

1 - RENZI COMMISSARIA IL PD DI ROMA E NOMINA ORFINI COMMISSARIO

Alberto Gentili per “Il Messaggero

 

pagina facebook ignazio marinopagina facebook ignazio marino

Matteo Renzi azzera il Pd. Da oggi il partito romano ha un commissario: Matteo Orfini, il presidente nazionale del partito. Il colpo di spugna è annunciato in serata dal premier e segretario del Pd in tv: «Sono sconvolto, vedere una persona seria come il procuratore di Roma parlare di mafia è qualcosa che genera rabbia e amarezza.

 

Certo, l'epicentro è l'amministrazione di Alemanno e rispetto il principio della presunzione di innocenza, però alcuni del Pd romano non possono tirare un respiro di sollievo: serve una riflessione profonda. Per questo ho accolto la disponibilità del segretario Cosentino, che è una persona seria, a fare un passo indietro. Il commissario sarà Orfini».

 

massimo carminati massimo carminati

Renzi nel fare l'annuncio è insolitamente teso. C'è da parare il colpo, da fermare il terremoto in un partito colpito dalle indagini: «Il Pd non aspetta le sentenze per capire cosa accade, chi del Pd si doveva dimettere si è già dimesso. Ma il quadro che emerge a Roma è sconvolgente: neofascisti, delinquenti della Magliana, mancano solo Jack lo Squartatore e il mostro di Loch Ness e poi ci sono tutti...». Pausa, una zampata in favore del ministro Giuliano Poletti: «Non voglio sentire insinuazioni, è un galantuomo».

 

E un sussulto d'orgoglio: «Questo è il governo che ha messo il pm Cantone all'Anticorruzione, ha commissariato il Mose ed è andato con la ruspa contro gli imbrogli dell'Expo».

arresto carminatiarresto carminati

Alle decisione di azzerare il partito romano, Renzi è arrivato al termine di una giornata infernale cominciata di buon mattino leggendo i giornali. Il segretario del Pd, raccontano i suoi, era «furente». Anzi: «Incazzato nero» per il coinvolgimento di diversi esponenti romani nella holding criminale. «Bisogna intervenire, è una situazione agghiacciante», era esploso.

 

L'ESPLORAZIONE DI GUERINI

Il vicesegretario Lorenzo Guerini da quel momento, fino alle nove di sera quando Renzi è apparso a “Bersaglio mobile” su La7, è stato incaricato di «studiare la reazione più dura possibile». Il commissariamento, appunto. Non le elezioni anticipate: da sindaco reietto, Ignazio Marino è diventato di colpo l'ancora cui aggrapparsi. «Tanto più che il voto anticipato potrebbe ormai essere un bagno di sangue», dicono al Nazareno.

 

intercettazione carminatiintercettazione carminati

Guerini ha sentito Marino, il governatore Zingaretti, il segretario regionale Melilli e quello romano Cosentino. Un carosello di telefonate per capire se l'azzeramento era praticabile. Ed è stata questa la decisione finale. «Ma solo dopo averla concordata con Cosentino, chi l'ha tirato in ballo nelle intercettazioni è un millantatore», spiegano i collaboratori di Renzi. «In ogni caso serviva un segnale forte per portare le cose nel loro giusto ordine: qui sembra che la mafia romana sia targata Pd, invece è riconducibile essenzialmente ai post fascisti».

 

intercettazione carminati intercettazione carminati

Che questo fosse l'«epilogo inevitabile», l'aveva fatto capire a metà pomeriggio proprio Orfini. Il presidente del Pd era andato giù durissimo: «E' una vicenda agghiacciante. A Roma il partito è da rifondare». Ancora, aprendo un capitolo spinoso per il Pd, che del sistema delle primarie ha fatto un vanto di democrazia diretta: «Bisogna ripensare le primarie, costano troppo ai candidati e rendono il partito permeabile alle infiltrazioni malavitose. Questo vale anche per le preferenze che qualcuno vorrebbe riportare nella legge elettorale...». Secca la replica di Renzi: «Io invece difendo le primarie e le preferenze, per me non sono una fonte di inquinamento».

 

2 - E SPUNTA IL FINANZIAMENTO PER L’ELEZIONE DI MARINO

Giovanna Vitale per “La Repubblica

 

lupa di romalupa di roma

Non solo i finanziamenti a Gianni Alemanno, sindaco uscente a caccia del bis e perciò propenso ad accettare le elargizioni della Cupola. In quella tarda primavera del 2013, vigilia elettorale, il sodalizio criminale guidato dal Nero e dal Rosso, l’ex Nar Massimo Carminati e il “compagno” Salvatore Buzzi, aveva pensato bene di “coprirsi” pure con lo sfidante. Sovvenzionando la campagna elettorale del chirurgo genovese uscito vittorioso dalle primarie del Pd.

 

Dal rendiconto sulle spese e i contributi ricevuti in campagna elettorale — depositato per legge in Campidoglio, alla Corte dei Conti e presso la corte d’Appello di Roma — il candidato Ignazio Roberto Maria Marino risulta aver preso soldi dalle coop guidate dall’ex detenuto che volle farsi imprenditore. Due i versamenti intestati al candidato sindaco del centrosinistra a ridosso delle elezioni: uno da 10mila euro effettuato dalla “29 giugno”, un altro da 20mila bonificato dal “Consorzio Eriches 29”. Tutti soldi provenienti dalle tasche di Buzzi, dunque.

 

intercettazione buzziintercettazione buzzi

Che, una settimana prima del voto, al telefono con Carminati teorizza: «Tu devi essere bravo perché la cooperativa campa di politica, perché il lavoro che faccio io lo fanno in tanti, perché lo devo fare io? Finanzio giornali, faccio pubblicità, finanzio eventi, pago segretaria, cene, manifesti. Lunedì c’ho una cena da ventimila euro, pensa... Questo è il momento che paghi di più perché stanno le comunali, poi per cinque anni… Noi spendiamo un sacco di soldi sul Comune».

 

gianni alemanno 3gianni alemanno 3

Investimento necessario, ne è consapevole la Cupola di mafia capitale. Che ha le sue preferenze («Se vinceva Alemanno ce l’avevamo tutti comprati», dice ancora Buzzi al telefono) e dopo il cambio della guardia si dà da fare per infiltrarsi nella nuova amministrazione. « E mo vedemo Marino, poi ce pigliamo e misure tramite Luigi Nieri (vicesindaco di Sel, ndr) », chiacchiera il boss delle coop.

Il problema è che avvicinare il chirurgo dem non è facile, l’unico contatto concreto è il suo capo segreteria Mattia Stella, «che dobbiamo valorizzare e legà di più a noi», dice non a caso Buzzi.

 

gianni alemanno 2gianni alemanno 2

Arrivando addirittura a vagheggiare un’imboscata del Pdl sulla manovra di Bilancio per farlo cadere. Ma il “destro” Carminati lo riporta alla realtà: «No, loro stanno facendo un’operazione direttamente con Zingaretti per sistemarsi Berti (avvocato nominato da Alemanno nel cda di Ama, ndr), questi qua, pe sistemasse... perché de Zingaretti se fidano, de Marino non se fida nessuno ». Il governatore del Lazio con cui la “mafia capitale” avrebbe stabilito un rapporto — sostiene Buzzi in un’altra intercettazione — mettendo a libro paga uno dei suoi in Regione. Ma «se avevano bisogno di qualcuno per avere contatti con me, è perché forse sapevano che con me non potevano averli», taglia corto il presidente. «Mai avuta una percezione di questo tipo».

 

3. UN BACIO, GRANDE CAPO - L’SMS A BUZZI DI CAMPANA RESPONSABILE WELFARE PD

Da “la Repubblica

 

gianni alemanno 1gianni alemanno 1

Spunta anche un sms di Micaela Campana, deputata Pd e responsabile per il welfare della segreteria di Matteo Renzi, nelle carte dell’indagine su Mafia Capitale. «... bacio grande Capo», scriveva la Campana a Salvatore Buzzi, il 12 marzo 2014. Quel giorno era uscito sul Tempo un articolo sul ricorso al Tar di una società francese per un appalto non consistente riguardante un centro rifugiati, vinto dalla cooperativa di Buzzi.

 

«L’on. Michaela Campana — si legge nell’ordinanza — rispondendo al Buzzi che sollecitava un’interrogazione parlamentare, chiudeva l’sms scrivendo “... bacio grande Capo”».

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