trump obama

AMERICA FATTA A MAGLIE - LA FAZIONE ESTREMISTA DEL PARTITO REPUBBLICANO POTREBBE FINIRE COL SALVARE L’OBAMACARE CHE HA TANTO ODIATO. MA TRUMP AGLI ELETTORI POTRÀ INDICARE, COME GIÀ HA MINACCIATO, UNO AD UNO I TRADITORI - ALTRO CHE BUFALA, IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE INTELLIGENCE DELLA CAMERA AMMETTE: ‘TRUMP È STATO SPIATO DALL’AMMINISTRAZIONE OBAMA, MA INVOLONTARIAMENTE’

OBAMA E KATHLEEN SEBELIUS IN COPERTINA SUL NEW YORKER PER OBAMACARE OBAMA E KATHLEEN SEBELIUS IN COPERTINA SUL NEW YORKER PER OBAMACARE

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

La riforma della sanità fa schifo e si cambia ma non lasciando col culo per terra chi ha bisogno di assistenza. Trump incalza su Twitter  come sempre rivolgendosi ai cittadini. “Stiamo lavorando per cambiare l'Obamacare contattate il vostro rappresentante e ditegli che siete d'accordo”, accompagnato da una statistica secondo la quale circa un terzo di tutte le contee hanno un solo assicuratore che partecipa alla legge di Obama quest'anno, quindi che c'è un regime di monopolio.

 

Tweet anche questa mattina di buon'ora: “dopo 7 orribili anni di Obama con premi assicurativi alle stelle e cattiva assistenza, questa è finalmente la vostra chance di un grande piano”.

 

Questa sera Trump si gioca non solo per la prima volta fino in fondo la sua credibilità, si gioca anche la possibilità di usare il metodo Trump per affrontare quelli che cercano di mettere i bastoni fra le ruote, e che stanno nel suo partito. Si gioca la possibilità di far capire che è un presidente rivoluzionario, che riesce a tenere sempre insieme l'esigenza del libero mercato con quella della assistenza dovuta a certe categorie di cittadini che ne hanno necessità’, che e’ poi quel che lo spirito del tempo  richiede, e la ragione profonda per la quale è riuscito a diventare 45esimo presidente degli Stati Uniti completamente a sorpresa.

 

paul ryan donald trumppaul ryan donald trump

Il presidente, che è stato spiato, altro che cospirazione inventata, vedremo come stiano uscendo le prove, si sta infatti occupando prevalentemente di altro. Ha emesso un ultimatum al suo partito e in ispecie al gruppo dei conservatori duri e puri: dovete approvare la riforma o meglio la controriforma della riforma sanitaria di Barack Obama così come abbiamo deciso di farla, con tutte le sue mediazioni e i suoi compromessi, oppure resta l'Obamacare così come l'hanno pensata i democratici e come non è mai piaciuta a buona parte degli americani.

 

Si vota nel tardo pomeriggio e il risultato è ampiamente incerto, il presidente ha scelto di rischiare, il gruppo del cosiddetto Freedom Caucus ha un numero di voti sufficiente a decidere del destino di questa prima importante legge tra quelle promesse in campagna elettorale dal candidato Donald Trump. Sono 29, e basta che manchino 22 voti ai 216 necessari per la maggioranza  e tutto salta. Obama e gli obamiani si fregano le mani e sperano di poter cantare vittoria, l'ipotesi è surreale perché la fazione estremista del partito repubblicano potrebbe finire col salvare la legge di riforma che ha tanto odiato.

 

OBAMA SPIAOBAMA SPIA

Ma Trump ha agito nel suo stile più autentico e ha fatto comunque bene perché agli elettori potrà indicare, come già ha minacciato, uno ad uno i traditori, e scommettere che nel 2018 non saranno rieletti; se invece ce la fa avra’ imposto la sua agenda, le sue scelte e anche i suoi compromessi all'intero partito repubblicano che continua a non riconoscerlo in toto come autorevole presidente, un po' come dall'altra parte fanno i democratici che continuano disperatamente a cercare la scusa per l'impeachment.

 

 Come scrive il Wall Street Journal, che pure in questi giorni ha avuto toni duri verso il presidente, Trump ha giocato un ruolo  di costruzione del consenso e se gli irriducibili del Freedom caucus che vogliono a tutti i costi una legge ancor più conservatrice lo ostacoleranno continuando ad andare a caccia di una vittoria impossibile invece di accontentarsi della realtà, piuttosto che essere guardiani della purezza conservatrice diventeranno i peggiori nemici che le idee conservatrici e il mercato libero abbiamo avuto in decenni.

 

Obama riforma sanitariaObama riforma sanitaria

Quanto a Trump forse ha cominciato a rendersi conto che aver messo al primo posto tra le sue riforme quella della salute non è stata una grande idea, lo hanno consigliato male, aveva ragione il vecchio Matt Drudge a suggerirgli di scegliere come priorità il taglio delle tasse.

 

La questione salute si consuma in un brutto clima di palude spionistica, di agenzie inquinate che ora tacciono per difendersi e di altre che invece stanno scegliendo di collaborare. Vediamo di ricostruire perché è un vero casino. Devin Nunez che è il presidente della commissione Intelligence della Camera, dopo aver taciuto il giorno dell'audizione del capo dell' FBI, James Comey, la sera ha detto di aver guardato bene le carte e di aver capito che l'amministrazione Obama ha sorvegliato i collaboratori alla transizione di Donald Trump e forse Donald Trump stesso, dopo le elezioni di novembre, in numerose occasioni.

 

I democratici lo hanno immediatamente attaccato per queste rivelazioni pur senza fornire alcuna spiegazione a loro volta di come e perché alcune informazioni siano state passate a giornali e tv amici loro, a dimostrazione che informazioni erano state raccolte.

 

TRUMP FLYNNTRUMP FLYNN

 Nunes è stato attento a dire che l'intercettazione era legale e solo incidentalmente è diventata spionaggio ai danni di Trump e dei suoi uomini; ovvero che chi spiava lo faceva perché autorizzato, e cercando di capire chi e che cosa gli hacker probabilmente per conto della Russia stessero intercettando e spiando, hanno invece intercettato e spiato il presidente eletto i suoi collaboratori più stretti. Poi sempre “incidentalmente” alcune di queste informazioni, scambiate per non importanti e percio’ declassified, sono finite leaked, cioè passate in giro ad amici, per esempio al New York Times.

 

 L'episodio più conosciuto è quello del generale Flynn che parla al telefono con l'ambasciatore russo, ed ecco che  “incidentalmente” a giornali e tv arriva la notizia con tanto di identità dei due che parlano al telefono, cosa non consentita. Il termine incidentale lo usiamo in modo ironico, almeno noi se non Nunez, che è tenuto ancora a un linguaggio paludato, ma non cambia la sostanza.

 

Il fatto è che l'amministrazione Obama e alti dirigenti di FBI CIA e NSA, Agenzia per la sicurezza nazionale, hanno mascherato come indagini  legali un'operazione politica illegale. Telefonate del presidente Trump con leader stranieri sono state intercettate poi lasciate trapelare.

 

 A che scopo? E che gioco sta giocando il direttore del Fbi che alla Camera ha detto di essere sicuro che le accuse di Trump di essere stato intercettato a casa sua a New York non avevano alcuna base di fatto, che lui non aveva alcuna informazione atta a sostenere queste accuse? Comey ha sostenuto che  nessun presidente può ordinare un operazione di intercettazione contro un cittadino, ci vuole un ordine del tribunale. La cosa è vera ma in questo caso l'autorizzazione del tribunale c'era, solo che non riguardava direttamente il president.

james comey fbijames comey fbi

 

Ora i repubblicani hanno annunciato la famosa smoking gun, ovvero la prova provata che l’Aministrazione Obama abbia deciso di spiare l'intero transition team di Trump e poi anche il presidente eletto, e dicono che sarà esibita entro questa settimana in commissione. Secondo queste informazioni non ci sono dubbi che nei suoi ultimi giorni l'Amministrazione uscente abbia usato la copertura di una sorveglianza legittima su obiettivi stranieri per spiare il presidente.

 

Il Fbi continua a non volerne sapere e non ha risposto alla richiesta della Commissione della Camera di avere ulteriori documenti, invece lo farà la NSA, l'Agenzia per la sicurezza nazionale, probabilmente portando materiale questa sera. Ignorato dalla stampa e tv mondiali, quello che si avvicina è ben più grave di un Watergate.

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…