trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - TRUMP PROMETTE 54 MILIARDI DI SPESE MILITARI IN PIÙ, MENTRE HOLLYWOOD SI SGANCIA DAL RESTO DEL PAESE (E GLI OSCAR PERDONO 10 MILIONI DI SPETTATORI IN 2 ANNI), TRA PIPPONI SUI DIRITTI, GAFFE E FINTE NOTIZIE SU CAMERAMAN BLOCCATI ALLA FRONTIERA - COSA DIRÀ DOMANI AL CONGRESSO, E COSA DICE BOB WOODWARD DELLA STAMPA PIAGNONA

 

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Bob Woodward meglio degli Oscar anche se a vederlo sembra cotto quasi quanto Warren Beatty. E’ di nuovo l'oracolo, stavolta non dello scandalo che non c'è, come fu il Watergate, che gli ha regalato una fortuna durata tutta la vita, ma del rapporto tremendo fra la Casa Bianca di Donald Trump e  i Media, giornali e tv, che avrebbero voluto essere di Hillary Clinton.

dunaway e beatty si correggono agli oscardunaway e beatty si correggono agli oscar

 

Solo che Woodward diventa un'icona a giorni alterni, a seconda di quello che dice, a seconda di quello che fa comodo. Aveva detto che “la democrazia muore nel buio”, senza i giornali, ed è diventato subito il nuovo sottotitolo del Washington Post nonché  il nuovo slogan della libertà, ma  venerdì sera ospite della Msnbc ha aggiunto cose meno comode perciò passate quasi sotto silenzio.

 

Ha detto che la stampa non dovrebbe frignare e che “ se sembriamo come un gruppo di interesse solo preoccupati di noi stessi va a finire male col pubblico, non funziona. Invece dobbiamo continuare inchieste e approfondite investigazioni”. Poi ha aggiunto: ;”Insomma, non è nel nostro interesse avere una guerra in atto con Trump e la sua Casa Bianca, e non e’ interesse di Trump essere in guerra con noi”.

WoodwardWoodward

 

Ma la guerra a Hollywood era così in atto ieri sera che per essere sicuri che ci fosse ogni cinque minuti almeno una battuta contro Donald Trump, si sono dimenticati di controllare quale busta prendevano Faye Dunaway e Warren Beatty, e si sono sbagliati a premiare il miglior film. Sull' errore marchiano fervono non solo il dibattito del giorno dopo ma anche le teorie sul complotto, per il cambio all'ultimo momento, dall’ innocuo e comunque politically correct “lalala” musical, all' impegnatissimo e correttissimo Moonlight, storia di un nero omosessuale, modesto anche il primo ma distante in modo abissale dal premiato.

 

carl bernstein bob woodwardcarl bernstein bob woodward

Incredibile come Il Ghetto di super lusso di Hollywood si dichiari ogni anno di più fuori dal resto del Paese in cui vive e che gli dà da mangiare abbondantemente, bastava ieri leggere alcuni dei commenti durante il programma, per esempio su Entertainment, dove li massacravano. Ha ragione Camille Paglia a dire che la cerimonia degli Oscar ha perso qualunque glamour, qualunque fascino di gala che fa sognare, di mondo fatato al quale aspirare, tra attrici malvestite troppo tirate,  e tirate pistolotto sui migranti, sui messicani, sugli iraniani.

 

Bugie le solite: si lascia credere che alcuni partecipanti non abbiano potuto entrare nel Paese, quando invece il regista Ashgar Farhadi ha deciso per protesta contro il bando di non andare a ritirare la statuetta che prevedibilmente avrebbe ricevuto, cogliendo così l'occasione del plauso peloso del governo iraniano, o forse obbligato a coglierlo.

 

IL CLIENTE DI ASGHAR FARHADI    IL CLIENTE DI ASGHAR FARHADI

Allo stesso modo il passaporto al siriano cameraman di un altro documentario è stato ritirato dalla Siria, e l'uomo è stato detenuto in Turchia, quindi di qui a dare la colpa al razzismo di Trump ce ne dovrebbe correre. Fulminante della realta’ parallela della vita nel ghetto la frase del presentatore Jimmy Kimmel, quando ha detto “qui da noi non giudichiamo dal Paese da cui si proviene ma dal peso e dell'età”, senza rendersi conto di delineare così il quadro dell’autentico razzismo.

 

 Fatto sta che ogni anno questo pippone se lo vedono meno persone, ieri ha perso un altro po’, ed è andato al 22,4, 10 milioni di telespettatori in meno in due anni, e tra un po' la Abc, che lo organizza paga e diffonde, forse non lo troverà più un lucroso affare.

UNA separazione asghar farhadi VINCE A BERLINO UNA separazione asghar farhadi VINCE A BERLINO

Tra coloro che ostentatamente, lo aveva dichiarato via Twitter, ma anche giustificatamente, perché ospitava la conferenza e la cena di gala dei governatori, non hanno visto la serata degli Oscar, c'era proprio il presidente Donald Trump.

 

Domani sera con il discorso al Congresso, al quale si rivolge per la prima volta, perché fino ad ora era stato in recesso, cioè in vacanza, il presidente incomincia un mese delicatissimo nel quale deve delineare definitivamente la sua agenda per il prossimo anno.

 

I punti del discorso saranno per come li ha delineati il portavoce Sean Spicer  prevedibilmente questi. Elencherà subito i risultati che ritiene di avere già raggiunto, si presenterà per quello che e’ ancora una volta, cioè un uomo d'azione che dice le cose come le pensa e che intende mantenere le promesse, saltando tutte gli schemi e i giri di linguaggio  della politica politicante.

 

jimmy kimmeljimmy kimmel

Ripeterà il concetto  già espresso secondo il quale ha ereditato un disastro, un vero casino, e sosterrà che è  già merito suo il boom del mercato finanziario così come sono merito delle sue scelte sul commercio le decisioni di compagnie americane come Intel e la Chrysler Fiat  di riportare fabbriche e posti di lavoro in America e di procedere a nuove assunzioni.

 

 Esattamente come per il discorso inaugurale l'autore e il giovane Stephen Miller ma a quanto pare sarà un discorso meno cupo nella visione del declino americano, al contrario Trump sosterrà che si può guardare con ottimismo al futuro ora che il bastone del comando è passato di mano. Sosterrà che l'emergenza lo ha costretto a una serie di executive orders ma che intende lavorare con il Congresso in alcuni casi con i voti democratici.

 

Dovrà  affrontare l'argomento delicatissimo della cosiddetta Obamacare sulla quale non si capisce niente, e ora che si cominciano a preparare le dichiarazioni delle tasse, gli americani sono preoccupati. Si tratta di pagare o no per forza una cifra intorno ai €2000 se la riforma voluta da Obama resta in vigore. Cambiarla non è facile. Infatti preoccupazione principale della Casa Bianca è stata quella di garantire che le persone non perderanno la copertura; ma sostituire l'attuale sistema con sussidi o espandere la cosiddetta assistenza di Medicaid costa un sacco di quattrini che vanno trovati molto rapidamente.

jordan horwitz   warren beatty e jimmy kimmeljordan horwitz warren beatty e jimmy kimmel

 

Intanto promette 54 miliardi di dollari di nuove spese militari, da finanziare tagliando aiuti ai paesi stranieri e alle agenzie nazionali.

 

Attesissima da tutti, privati, piccole imprese grandi aziende, e’ la riforma delle tasse, sulla quale di certo Trump ha gia’ detto che il processo sarà molto più semplice e che le tasse corporate alle aziende scenderanno sotto il 20%. L'altro elemento di dubbio e se sceglierà di eliminare delle tasse o di riformarle abbassandole ma anche eliminando le attuali possibilità di dedurre spese, insomma la domanda è se Trump si presenterà  come uno che certe tasse le elimina  o uno che  riforma l'intero sistema?

 

 L'altro elemento interessante sarà che cosa potrà dire mai ai democratici di opposizione. Non è un'abitudine di Donald Trump parlare ai nemici, se non indirettamente attaccandoli attraverso i comizi della campagna elettorale. Non essendo un politico di professione non ha dimestichezza a trattare con l'opposizione, questo è indubbio.

 

donald trump firma  l executive order sul keystone xldonald trump firma l executive order sul keystone xl

E i democratici insceneranno un bello spettacolino, portando  musulmani migranti ispanici ,parenti di vittime di violenza con le armi e così via. Già si sa che uno dei due discorsi ufficiali di risposta dell'opposizione al discorso del presidente verrà tenuto in spagnolo da Astrid Silva, che è un attivista dell'emigrazione, e l'altro invece da Steve Beshear, che è stato governatore del Kentucky e che tenterà di mettere Trump in contraddizione sugli elettori del Kentucky dove ci sono molte miniere di carbone e dove l'assistenza sanitaria è stata molto espansa in questi ultimi anni.

 

Ma i minatori del carbone sono anche quelli che hanno dato la vittoria a Donald Trump. Di qui la polemica tutta da vedere. I democratici tenteranno di riunire le loro basi, quella che in parte non li ha traditi, cioè latini ed immigrati, e quella che invece li ha abbandonati, cioè i lavoratori bianchi  Vedremo come se la cava il presidente, l'altra sera con l'associazione dei conservatori è stato bravo riuscendo a convincere anche un mondo che è in fondo è lontano dal magnate newyorkese.

 

Una cosa è certa, il vero periodo di governo comincerà mercoledì mattina e vediamo che cosa farà la stampa: se si condannerà alla polemica di principio e quindi ad essere irrilevante, o sceglierà magari gradualmente quel che gli ha consigliato il vecchio Bob Woodward.

 

https://mariagiovannamaglie.wordpress.com

 

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)