hillary clinton donald trump

PRESIDENZIALI FATTE A MAGLIE - NON È VERO CHE È STATA LA CAMPAGNA PIÙ BRUTTA DI SEMPRE, SONO I GIORNALI AD AVER FATTO IL LAVORO PIÙ BRUTTO DI SEMPRE - LA NOTTE ELETTORALE (ORA ITALIANA): A MEZZANOTTE CHIUDONO I SEGGI IN INDIANA, ALL'UNA IN FLORIDA, E SI INIZIANO A CAPIRE UN PO' DI COSE - ALLE 2 PENNSYLVANIA E MICHIGAN. ALLE 3 LA CLINTON POTREBBE AVER VINTO, ALLE 4 IL NEVADA, ULTIMO SWING STATE

VOTO TRUMPVOTO TRUMP

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Sono state le elezioni più cruente della storia recente degli Stati Uniti ma non è vero che sono state delle brutte elezioni, una brutta campagna elettorale, come non è vero che i due candidati che in queste ore si stanno giocando la presidenza degli Stati Uniti siano candidati sgraditi all'elettorato americano. Lo dividono, questo sì, come non accadeva da tanto tempo e nemmeno negli ultimi tempi del secondo mandato di W Bush tanta denigrazione era stata sprecata per un personaggio ormai saldamente nella politica come è Donald Trump a tutti gli effetti.

 

trump 9trump 9

Però Trump è anche il candidato repubblicano che ha preso il numero più alto di voti nelle primarie e Hillary Clinton per numero di voti è seconda solo a Barack Obama. Però i comizi degli ultimi giorni hanno visto la partecipazione di folle enormi come chiunque abbia osservato le elezioni degli ultimi vent'anni non ricorda. Certo, a Philadelphia c'era Bruce Springsteen e c'erano Barack Obama e Michelle e Bill Clinton ad aumentare l'entusiasmo per la candidata democratica, nei giorni precedenti c'erano stati Beyoncé, Lady Gaga e divi pop rock rap a profusione.

 

SPRINGSTEENSPRINGSTEEN

Donald Trump invece ha fatto tutto da solo e anche se non è il favorito di questa giornata elettorale, potete giurare che i suoi elettori scalerebbero una montagna pur di andare a mettere il voto per lui nel seggio, a dimostrazione di quale ondata in parte di protesta in parte di speranza il miliardario newyorkese così stravagante e neofita abbia suscitato nell'intero Paese, da New York al profondo mondo rurale.

 

SPRINGSTEEN LADY GAGA MADONNA HILLARYSPRINGSTEEN LADY GAGA MADONNA HILLARY

Il vero lavoro brutto l'hanno fatto giornali e televisione americani e di rimessa del resto del mondo perché loro hanno raccontato una campagna sbagliata fin dall'inizio, loro hanno finto che da una parte ci fosse l'unta del Signore e dall'altra un clown senza storia e prospettiva. Il lavoro brutto l'hanno fatto anche i partiti perché probabilmente le primarie democratiche avrebbero avuto un esito diverso se l'intero comitato elettorale non avesse brigato e tramato perché fosse Hillary Clinton la candidata e sarebbe mica male lo spettacolo di Bernie Sanders contro Donald Trump.

 

La voglio vedere la Clinton presidente non stare a sentire le sirene protezionistiche di sinistra di Sanders e della Warren.  il lavoro brutto l'hanno fatto i repubblicani, che dopo aver realizzato lo sforzo di schierare tanti candidati importanti all'inizio delle primarie, hanno tardato e resistito a capire che gli elettori erano andati più avanti di loro e davvero volevano , anzi esigevano qualcosa di nuovo. Alla demonizzazione di Trump hanno stoltamente contribuito nel tentativo di aggirare una crisi che li aveva già e comunque colpiti.

hillary clinton e bernie sandershillary clinton e bernie sanders

 

 Queste elezioni sono storiche per molte ragioni, per esempio perché il Partito Democratico, che nacque per rappresentare classi bianche povere, razze diverse e derelitti del paese, col metodo del tax and spend, è diventato il partito delle due punte del Paese, i ricchi e abbienti da una parte, gli illegali dall'altra.

 

Il Partito Repubblicano nelle mani di Donald Trump è diventato sì il partito delle classi bianche e dei maschi bianchi in prevalenza, ma non più e non solo di ricchi imprenditori un po' squali, al contrario di quella classe lavoratrice dell'America profonda e delle città industriali che la globalizzazione dirigista e forzata ha lasciato senza prospettive e impoveriti.

 

Vedremo:

10:00 di sera, le 4 del pomeriggio da noi, cominciano a circolare voci spesso selvagge sugli exit poll, che non possono essere resi noti prima che Sato per Stato si chiudano i seggi. I seggi chiudono in Indiana a mezzanotte e nello stato del candidato vicepresidente Mike Pence la vittoria di Trump dovrebbe essere sicura. Ma è anche uno Stato interessante per la battaglia del Senato perché se lì perde il candidato repubblicano i democratici hanno maggiori possibilità di avere la maggioranza nella Camera alta.

MIKE PENCE GOVERNATORE INDIANAMIKE PENCE GOVERNATORE INDIANA

 

All'una del mattino italiano arriva finalmente la Florida e lì si capiscono un po' di cose non solo perché sono 29 voti elettorali ma anche perché se non prende quelli Donald Trump può salutare la presidenza. Non è detto però se la votazione è testa a testa che per molte ore la Florida dia il risultato, e se la votazione è testa a testa in Florida ma anche in Virginia allora le conclusioni dei sondaggisti sulla vittoria assicurata della Clinton si comincerebbero a infrangere sulla realtà.

 

All'una e mezzo del mattino Ohio e North Carolina sono stati nei quali Trump deve vincere, se invece anche uno solo dei due va alla Clinton la signora può stappare lo champagne. Anche in questi Stati però non è detto che ne sappiamo niente per ore; non dimenticate che è una battaglia all'ultimo sangue. In Nord Carolina per esempio molto dipende da quanti neri si presentano a votare perché nel 2004 e 2008 per Obama fecero la fila, lo stesso entusiasmo non hanno dimostrato in campagna elettorale per la Clinton.

 

TAFFERUGLI IN NEVADA TRA FANS DI CLINTON E SANDERSTAFFERUGLI IN NEVADA TRA FANS DI CLINTON E SANDERS

Siamo alle 2:00 del mattino e chiudono i seggi in Pennsylvania e Michigan, Stati della rust belt dove l'appello di Trump alla classe bianca lavoratrice in crisi non solo economica ma anche di identità ha incontrato la risposta più forte in campagna elettorale. E questi Stati sono un suo personale obiettivo di vittoria, ma non sono affatto sicuri. In Pennsylvania e sicuramente diventato forte nei suburbi di Philadelphia.

 

Alle 3:00 del mattino 40 stati su 50 hanno finito di votare e se la Clinton si è presa anche la Georgia e il Missouri è arrivata anche ai 270 voti elettorali necessari per diventare presidente. Non è detto che succeda questa volta, ma per esempio Bill Clinton nel 1992 era arrivato a 274 voti elettorali solo con la metà orientale degli Stati Uniti.

trump a raleigh north carolinatrump a raleigh north carolina

 

 Alle 4:00 però ci sono i risultati del Nevada che è l'ultimo degli Stati swing, degli Stati terreno di battaglia, e dove probabilmente Donald Trump ha perso grazie ai latini che hanno votato in grande quantità già prima del giorno del voto. Alle 5:00 infine si chiudono i voti sulla West Coast lasciando solo Alaska, ed e’ il caso di ricordare che i 78 voti elettorali di California Washington Oregon Hawaii sono assicurati per Hillary Clinton e per qualsiasi democratico.

obama e hillary clinton a charlotte in north carolinaobama e hillary clinton a charlotte in north carolina

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)