rohani proteste iran trump

AMERICA FATTA A MAGLIE - CHE FA L'ITALIA ORA CHE CI SONO LE SANZIONI AMERICANE CONTRO L'IRAN? LA MOGHERINI TUONA DI INVESTIRE PURE DI PIÙ A TEHERAN, MA VIENE SCARICATA PURE DALLA GERMANIA, CHE SECONDO L'AMBASCIATORE AMERICANO HA CHIUSO I RUBINETTI AGLI AYATOLLAH. IL POPOLO HA FAME, MA PERCHÉ IN QUESTO ANNO I SOLDI SONO STATI SPESI PER FINANZIARE GUERRE ED ESPANSIONE POLITICA NELLA REGIONE, MICA PER SFAMARE IL POPOLO. ED È QUESTO CHE GLI USA VOGLIONO FERMARE

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Che fa l'Italia ora che ci sono le sanzioni americane contro l'Iran? "Non ci sottraiamo agli impegni fin qui sottoscritti ma siamo disponibili a verificarne l'aggiornamento, anche in direzione più rigorosa"-  dice il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa, ieri.

 

DONALD TRUMP IRAN

"Nell'incontro con Trump ho rappresentato che se ci sono dall'intelligence americana notizie che definiscono un quadro diverso da quello sin qui acquisito in termini di proliferazione nucleare, l'Italia deve essere disponibile a guardare alla sostanza”. Già così uno capisce di dover mandare un salutino a Federica Mogherini, il commissario europeo agli Esteri, che continua a descrivere la posizione europea come una sfida agli Stati Uniti.

 

La Francia di Macron, sempre così frizzantina e piena di sé? Si sono ritirate anche le mucche della Normandia, nel senso che non solo hanno immediatamente chiuso i battenti la Total e la Peugeot, ma anche un progetto di esportare in Iran bestiame da allevamento dalla Normandia è stato bloccato. Le mucche non sarebbero neanche comprese nelle sanzioni, ma sono le finanze che servono per l'investimento che verrebbero a mancare.

trump impiccato - iran

La Germania? Risponde per tutti l'ambasciatore di Trump a Berlino, l'attivissimo Richard Grenell, che twitta:

 

We are pleased to see German businesses stopping their trade with Iran, complying with U.S. sanctions, and helping pressure the Iranian regime back to the table. We stand together to stop Iran's malign activities”.

 

Siamo lieti di vedere che le imprese tedesche bloccano il commercio con l'Iran in accordo con le sanzioni americane e che danno il loro aiuto per costringere il regime iraniano di nuovo al tavolo delle trattative. Siamo uniti per fermare le attività malvagie dell'Iran.

 

TRUMP ROHANI

Grenell in realtà ha lavorato per tempo, e il lavoro di lobby ha avuto grande successo perché ha bloccato un pagamento di 400 milioni di euro dalla Banca Centrale tedesca alla Repubblica islamica e ha convinto la Daimler e la Volkswagen a cancellare i piani di espansione.

 

Ma non avevano i ministri degli Esteri delle nazioni europee più coinvolte In affari con l'Iran, e firmatrici nel 2015 dell'accordo che mise fine alle sanzioni, sottoscritto una dichiarazione bellicosa contro gli Stati Uniti? Ricostruiamo com'è andata veramente, anche perché a leggere i giornali non si capisce un granché, sembra solo che gli Stati Uniti si siano isolati ulteriormente e l'Iran degli Ayatollah stia per diventare più solido e forte.

 

TRUMP IRAN SANZIONI

L’alto rappresentante, Mogherini, aveva fatto sapere che l'Ue stava addirittura incoraggiando le imprese a incrementare i propri affari con l'Iran, perché, al contrario di quanto sostiene Trump, Teheran ha rispettato gli impegni presi nell'ambito dell'accordo sul nucleare.

 

In un'intervista rilasciata durante il suo viaggio a Wellington, in Nuova Zelanda, pochi giorni fa, aveva dichiarato:

"Stiamo facendo del nostro meglio per mantenere l'Iran nell'accordo e per preservare i benefici economici che questo porta al popolo iraniano perché crediamo che questo sia nell'interesse della sicurezza non solo della nostra regione, ma anche del mondo".

 

A questo punto la Mogherini e i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna hanno pure preso carta e penna per dire che "condannano fermamente" la reintroduzione delle sanzioni da parte degli Stati Uniti contro l'Iran, in seguito al ritiro dall'accordo sul nucleare. L'accordo "sta funzionando e sta realizzando il suo obiettivo, vale a dire assicurare che il programma iraniano rimanga esclusivamente pacifico, come confermato dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) in 11 relazioni consecutive", Firmato da Federica Mogherini, Jean-Yves Le Drian, Heiko Maas e Jeremy Hunt.

mogherini e rohani

 

E  adesso? Dei buffoni o solo degli ipocriti? Nel frattempo ciao ciao a Federica Mogherini. La realtà è un'altra.

 

Da due giorni sono tornate in vigore una parte delle sanzioni Usa contro l’Iran che erano state revocate con l’accordo sul programma nucleare iraniano raggiunto nel 2015 tra Teheran e i 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania).

 

Quell'accordo  è stato denunciato come fasullo nel maggio scorso dal presidente Trump  che ha deciso di ritirarsi.

 

richard grenell ex portavoce di john bolton

 A maggio erano già iniziate in Iran le proteste contro il regime per una situazione economica sempre più drammatica; i soldi vanno in armamenti e interventi nello scacchiere mediorientale, vanno in Siria, ad Hamas e Hezbollah. Certo, le sanzioni peggiorano la condizione già grama della popolazione. Ma per intenderci, e salvarsi da chi dirà che le decisioni prese ora sono contro il popolo iraniano, il rial, la moneta nazionale, in un anno ha perso l’80 per cento del suo valore rispetto al dollaro, i mezzi di trasporto pubblici sono fermi perché non c'è il carburante, il carburante non c'è perché lo Stato non lo paga da tanto tempo.

 

A protestare per le strade, pur rischiando la vita, non ci sono perciò solamente degli attivisti politici ma anche popolo esasperato perché le mire di espansione nella regione degli Ayatollah stanno costando la miseria interna.

Proprio quelle mire di espansione sono l'obiettivo da colpire per la Casa Bianca.

 

Non è, perlomeno non nell'immediato, e non con un impegno diretto, dunque, un progetto di rovesciamento del regime, certo è un progetto di ridimensionamento pesante del regime e del suo ruolo nella regione.

 

vladimir putin con hassan rohani

“Devono comportarsi come un Paese normale, è  semplice”, ha detto il segretario di stato Mike Pompeo  ed è la stessa cosa che  e’ stata detta anche a Vladimir Putin, sostenitore degli ayatollah oggi più tiepido di un tempo. Niente imbrogli sulla produzione di nucleare e sulla vendita a paesi come la Corea del nord, niente tentativi di rovesciamento di governi e appoggio a guerre civili nella regione mediorientale

 

Quelle appena scattate sono la prima parte delle sanzioni, la seconda parte è annunciata il prossimo 5 novembre e riguarda banche ed energia, le esportazioni di petrolio saranno ridotte della metà, sarà la botta vera al regime.

 

pompeo

Sarà anche il momento in cui il rischio di  sconto si concretizza perché il presidente Rouhani ha detto che risponderà chiudendo lo Stretto di Hormuz,  rotta commerciale da cui dipende l’economia mondiale e che è presidiata dalla Quinta Flotta, di base in Bahrain.

Diamo per scontato perciò che il blocco di Hormuz non ci sarà, che farà allora l'Iran? Perché tra moderati, si fa per dire, ed estremisti, ovvero il solito alternarsi di socio buona e socio cattivo che va in onda dal 1979, dalla sciagurata rivoluzione khomeinista, oggi si è introdotto un terzo elemento, ovvero il fallimento delle operazioni di guerra e terrorismo in Medio Oriente, che non hanno raggiunto il risultato voluto, esattamente come non è cresciuto il consenso interno.

 

GIUSEPPE CONTE TUSK MOGHERINI

Donald Trump, usando la mano dura e cancellando un accordo farlocco come quello troppo facilmente firmato da Obama e compagni, un accordo che non contempla il controllo sul rispetto delle clausole, ma ribadendo che è pronto a sedersi a un tavolo di trattativa e anche ad un incontro a due,  si gioca la carta che si sta giocando in tutta la regione grazie anche agli accordi con l’ Arabia Saudita: tenta la riforma dell'Islam. Lungo discorso, forse anche “vaste programme", chissà.

 

zarif mogherini

L'Europa sta rispondendo in ordine sparso, e per fortuna, perché si libera dagli inutili diktat delle Mogherini e di altri tecnocrati europei. Il 7 agosto è entrato in vigore il cosiddetto statuto di blocco, che sulla carta protegge le imprese del continente, in realtà se ne lava le mani perché nessuno statuto, come si sta vedendo dalle rinunce di questi giorni, è in grado di proteggere le transazioni finanziarie in larga parte dipendenti dagli Stati Uniti, e sull'esercizio di questo potere da Washington non ce l'hanno mandata a dire. Potrebbe persino accadere che si impongano sanzioni sui governatori delle banche centrali europee e si chiuda l'accesso a finanziamenti.

 

zarif mogherini

Tornando allora alle chiacchiere che da maggio ci hanno riempito, insieme alla testa, colonne di giornale e minuti di telegiornali, sul rischio di isolamento degli Stati Uniti e sulla possibilità europea di continuare a fare lucrosi affari con Teheran, è evidente che nessuna impresa europea intende rischiare il rapporto e l'accesso agli Stati uniti.

 

Allora perché i leader politici non hanno utilizzato i mesi di preavviso per intavolare una trattativa politica, per convincere l'Iran che a finire isolati saranno loro, perché non studiare una strategia comune? Bruxelles sta li’, sussiegosa e inutile, in attesa delle elezioni della prossima primavera. Da noi ha detto due sagge parole il presidente del consiglio Conte. Moavero che fa?

OBAMA A COLLOQUIO TELEFONICO CON ROUHANI

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