donald trump manafort

PRIMARIE FATTE A MAGLIE - TRUMP SI È PRESO UNA MANAGER CARINA E UN CAGNACCIO DI STRADA PER COMPENSARE (L'APPARENTE) RIDIMENSIONAMENTO DI PAUL MANAFORT, FINITO NEL TRITACARNE PERCHÉ CONSULENTE DEGLI UCRAINI PRO-RUSSIA - IL DISCORSO SUL TERRORISMO - IL SILENZIO SULLA LOTTA TRA CLINTON E FBI, I GIALLI DI ASSANGE

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Donald Trump ha fatto lunedì in Ohio un grande discorso che nemmeno al New York Times è riuscito di stroncare, poi si è preso una manager carina e rassicurante ma anche un canaccio di strada, tutti e due per compensare l’apparente ridimensionamento di Paul Manafort, e un’ eminenza grigia sia pur al tramonto, uno che di tv sa di tutto e di più, per aiutarlo a preparare i dibattiti con Hillary Clinton, che di fatto decidono in buona parte del risultato finale.

donald trump paul manafortdonald trump paul manafort

 

Tutto qui, si fa anche se sei un insider, di aggiustare il tiro a questo punto della campagna, figurati se sei un outsider sotto attacco costante  e continuo di stampa e tv, e hai fatto l’intera fase delle primarie in modo artigianale. La decisione di inserire Kellyanne Conway, la faccia carina che è anche una brava e già seguiva il vice Mike Pence, assieme a Steven Bannon, che è il capo del sito conservatore Breitbart News e ed è il cattivo, l'hanno presa i veri capi della campagna di Donald Trump, ovvero sua figlia Ivanka e il genero Jared Kushner.

 

Tutti assieme su consiglio di Rupert Murdoch hanno chiesto al vecchio amico ed ex numero uno della Fox News, Roger Ailes, di consigliare dietro le quinte Trump su come prepararsi ai dibattiti. Ailes è stato costretto a lasciare Fox, e Murdoch a separarsene con dolore, per una brutta vicenda di ricatti sessuali, ma resta dietro le quinte.

 

Manafort, che è il bravissimo capo della campagna di Trump, è finito nel tritacarne perché dal 2007 al 2012 ha lavorato per un partito politico ucraino pro Russia. Capirai che scandalo, eppure giornali e tv hanno finto di inorridirsi, come se non fosse noto a tutti che certi consulenti lavorano per chiunque  e ovunque, qualche volta inutilmente, come quel Messina che si aggira per l'Italia.

 

ivanka trump e  il marito con wendi deng murdochivanka trump e il marito con wendi deng murdoch

 Nella campagna elettorale più cattiva, spietata e insensata alla quale mi sia capitato di assistere, contano poco i fatti e molto le interpretazioni. Gossip zero, che sarebbe divertente. Sara l'augusta età dei due candidati, sarà che le amanti di Bill Clinton hanno smesso da tempo di fare notizia, qui il massimo dello scandalo è un cambio di manager nello staff di un candidato, cosa del tutto normale prima che cominci il rush finale con i dibattiti televisivi tra candidati a presidente e candidati a vicepresidente.

 

Così passa sotto silenzio un'importante e forte discorso su terrorismo e immigrazione che Donald Trump ha tenuto a inizio settimana leggendo rigorosamente sul teleprompter . Paragonando la battaglia al terrorismo alla guerra fredda e alla guerra al nazismo, Trump ha spiegato cosa intende per restrizioni di accesso agli immigrati dai paesi musulmani. Argomento di grande attualità perché già oggi metà degli immigrati che entrano negli Stati Uniti sono musulmani e perché Hillary Clinton intende ampliare a dismisura questo programma.

ivanka trump e wendi deng murdochivanka trump e wendi deng murdoch

 

Noi dobbiamo sconfiggere l'Islam radicale - ha detto Trump- tutte le nostre azioni devono essere orientate verso questo obiettivo e diventerà nostro grande alleato qualsiasi governo che condivida questo obiettivo. Alcuni non condividono e noi non possiamo sempre sentire tutti amici, ma non dobbiamo sbagliare nel riconoscere i nemici. Sono tutte sbagliate le politiche scelte da Hillary Clinton e da Barack Obama in nazioni come l'Iraq, Iran, Siria, Libia ed Egitto. La politica estera Obama Clinton ha incoraggiato, “unleashed”, l’Isis , destabilizzato il Medio Oriente, e messo in posizione dominante l'Iran, quelli che cantano “morte all'America”.

 

Noi dobbiamo cambiare diplomazia, immigrazione e sicurezza nazionale. Per combattere lo Stato islamico dobbiamo avere una relazione più stretta con la Russia. Perché l'immigrazione non si trasformi in libero ingresso al terrorismo, dobbiamo controllare strettamente i migranti da paesi con una storia di esportazione del terrorismo.

 

kellyanne conwaykellyanne conway

Nessuno potrà entrare senza aver superato dei test che dimostrino l'impegno a sostenere i valori americani a partire dalla tolleranza e della libertà religiosa, intendo rispetto verso la libertà ed emancipazione delle donne e per la libertà degli omosessuali. Questo dice il discorso in sintesi brutale. Suona familiare a problemi che ci affliggono ogni giorno anche in Italia? Sembra tanto insensato, oppure è un discorso di straordinario buon senso?

 

Il discorso sul terrorismo, al pari di quello precedente sull’economia, è stato ignorato dalla maggior parte degli osservatori.  Trump ha un consigliere di politica estera di alto livello, si chiama Carter Page, ha studiato all’Accademia navale degli Stati Uniti da cui escono  strateghi e analisti, è stato fellow del Council on Foreign Relations e ha lavorato per il Pentagono, è un esperto di energia e  di politica europea. Per il discorso ha seguito un metodo ineccepibile di documentazione, infatti quasi ad ogni riga di testo corrispondono note a margine che citano documenti ufficiali e rapporti del Congresso. 

 

steve bannonsteve bannon

Tutta roba che i giornalisti potrebbero arrivare a consultare, se avessero voglia ad esempio di raccontare che c’è una indagine della Camera sulle manipolazioni fatte dall’intelligence allo scopo di fingere successi mai avvenuti nella guerra all’Isis. Si chiama Intelligence Fusion Center, istituito nel 2014, praticamente una serie di bugie, per propalare le quali sono stati eliminati gli analisti esperti e onesti, fornite false informazioni o comunque in  ritardo pericolosissimo ai comandi militari sul teatro di guerra. Complimenti al premio Nobel per la Pace, ma anche ai repubblicani che con simile materiale in mano si sono dedicati a fare la guerra a Donald Trump.

 

Imperversano i cambiamenti di staff, spacciati per gran notizia. Sotto silenzio che il presidente Barack Obama si sia messo a fine mandato a  fare la sua personale campagna elettorale per sostenere l'accordo cosiddetto transpacifico in netta contrapposizione non tanto con Donald Trump quanto con la sua candidata Hillary Clinton, che avendo sentito l'aria di rifiuto della globalizzazione e degli accordi che fregano solo gli americani, ha fatto marcia indietro e quel trattato non lo vuole più.

 

Quasi sotto silenzio che gli hacker siano diventati i veri protagonisti della campagna, un po' come le spie durante la Guerra Fredda, e che siano praticamente in possesso di materiale scottante su chiunque. Imperversano, dalla Agenzia nazionale per la sicurezza al Comitato nazionale democratico ai telefoni private di qualsiasi  senatore, e sicuramente Snowden e Assange qualcosa in serbo per le ultime settimane prima delle elezioni ce l'hanno.

 

Sempre sotto  semi silenzio la storiaccia dello scontro interno all'Amministrazione con il Federal Bureau of Investigation, il cui direttore qualche giorno fa è stato trattato da Bill Clinton a sorpresa come un propalatore di stronzate, e che non è detto e non si vendichi dell’essere stato costretto a non incriminare la Clinton. Repubblicano storico, ex procuratore distrettuale a Manhattan, amico di Rudy Giuliani, Comey nel 2013 è stato per Obama un boccone amaro che ha dovuto mandare giù nominandolo, perché l’altra candidata era vistosamente coinvolta nella vicenda delle mail su Bengasi. Già, sempre le mail.

reince priebusreince priebus

 

Comey non ha molto da perdere, difficile credere che Hillary Clinton presidente lo confermerebbe, dopo essersi sentita dare della sventata, inaffidaible, bugiarda; dopo che la rabbia e le minacce della Dinasty sono state rese esplicite dal marito Bill. intanto Comey ha deciso di mandare alla Commissione del Senato il testo delle più di tre ore di interrogatorio di Hillary Clinton sulle mail nonostante il parere contrario della Attorney General Susan Lynch e della Casa Bianca.

 

 Ora si può girare intorno a questa vicenda trita e ritrita quanto si vuole, ma se in quella testimonianza la Clinton riafferma che nessun materiale riservato o semplicemente classified era contenuto tra le mail distolte dall'account del Dipartimento di Stato al suo account privato, quando invece Comey ha affermato alla fine delle indagini che c'erano almeno quattro mail top secret, e questo non trascurabile dettaglio emerge dal transcript della testimonianza, allora la richiesta di incriminazione per spergiuro già avanzata da senatori repubblicani un senso ce l'ha.

 

 Ma come si regge questa campagna fino all’ 8 novembre facendo finta che un candidato non degno sia invece quello da votare, e l'altro, le cui idee politiche possono anche disgustare, ma sul quale niente di grave è stato mai trovato, sia il diavolo? Tutti a dire che i repubblicani si vergognano di Trump, ma non è che tra i democratici se la passino meglio. E’ diventata virale, un bel tormentone, l’intervista rilasciata da Maggie Hassan, governatore del New Hampshire, in corsa per diventare senatore.

james comeyjames comey

 

A sottolinearlo il Washington Post, che pure in questi mesi ha fatto da ventriloquo a Hillary Clinton, ma che è costretto a chiedersi se il sostegno alla candidata non sia una grande finzione. In una intervista con la Cnn andata in onda martedì scorso per tre volte la signora governatore si rifiuta di rispondere alla domanda se la Clinton sia onesta e degna di fiducia, che è poi lo stesso dubbio che secondo i sondaggi hanno due terzi degli americani.

 

Domanda: pensa che sia onesta e degno di fiducia? Risposta: sostengo Hillary Clinton per la presidenza perché la sua esperienza e il suo record dimostrano che è qualificata per il lavoro. Domanda: pensa che sia onesta? Risposta: ha un ottimo piano per rendere  l'iscrizione al college  meno costosa. Domanda: ma lei pensa che sia degna di fiducia? Risposta penso: che abbia dimostrato un grande impegno per qualcosa di importante che va oltre se stessa.

 

 

L’intervistatore a questo punto ha fatto finta di niente, non una parola per sottolineare la contraddizione .Sommersi dal ridicolo, governatore e canale tv, subito dopo la Hassan ha fatto precisare dal suo staff che non voleva rispondere, ma che certamente pensa che Hillary Clinton sia onesta e degna di fiducia, peccato che non ci abbia messo né la faccia né la voce. È veramente dura per i media americani, la grande CNN ridotta come la Rai con lo spot di Semprini pro Pittibullo, e scivolata al terzo posto negli ascolti. Coincidenza?

 

 

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…