clinton biden sanders

AMERICA FATTA A MAGLIE - VIRGINIA, NEW JERSEY E NEW YORK. I DEMOCRATICI INCASSANO UNA VITTORIA CHE LI RESUSCITA, MA ORA COMINCIA LA BATTAGLIA FURIBONDA DENTRO IL PARTITO TRA LIBERALI E MODERATI, I SANDERS E I JOE BIDEN, PRONTI A SCANNARSI IN VISTA DI UNA CANDIDATURA ALLA PRESIDENZA NEL 2020, QUANDO AVRANNO PIÙ O MENO 80 ANNI, MA QUESTO ORMAI NON CONTA, CONTA FAR FUORI LA DINASTY DEI CLINTON - TRUMP SUI REPUBBLICANI PERDENTI NON AVEVA MESSO LA FACCIA, ANZI…

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

ED GILLESPIE

Virginia, New Jersey e New York. I democratici strappano una vittoria che li resuscita, ma ora comincia la battaglia furibonda dentro il partito tra liberali e moderati, i Sanders e i Joe Biden, pronti a scannarsi in vista di una candidatura alla presidenza nel 2020, quando avranno più o meno 80 anni, ma questo ormai non conta, conta far fuori la dinasty dei Clinton senza farsi travolgere dalla conclamata complicità con loro, e decidere se sarà un partito democristiano o un partito socialista a sfidare Trump.

 

I repubblicani tacciono e preferiscono lasciar scrivere diffusamente e dichiarare che la sconfitta di ieri sia tutta addebitabile alla linea estrema del loro non amato e mai del tutto accettato presidente, che però i due candidati governatore sconfitti in Virginia e New Jersey, o la candidata sindaco a New York, non li ha praticamente frequentati perché li riteneva candidati della swamp, di quella burocrazia e nomenclatura che detesta.

Ralph Northam

 

Il presidente sta in Asia. Alle elezioni dedica un solo Tweet. Chissa’ se quando dice che il candidato repubblicano a governatore della Virginia, Ed Gillespie, ha perso contro l'avversario democratico, Ralph Northam, perché “non ha abbracciato me e le cose per cui mi batto”, intende banalmente che né lui ha messo piede in Virginia in questa campagna elettorale ne’ Gillespie lo ha mai chiamato, preferendo personaggi rassicuranti,o che tali gli sembravano, del passato, come Condoleezza Rice.

 

Oppure se più drasticamente intende che oggi negli Stati Uniti rabbiosi e divisi, vinci solo se osi, se fai gesti come quello che lui, il presidente, ha appena fatto poche ore prima di partire per la Cina, che se non sbaglio è comunista dal 1949, dichiarando il 7 novembre “Giornata nazionale per le vittime del comunismo”.

 

donald trump

In questo gesto mai venuto in mente a nessuno dei pur fieri presidenti combattenti contro il Comunismo in precedenza, c'è tutto Trump e il trumpismo.

Dichiara ripetutamente che il presidente cinese XI Jin Ping è un buon amico e una persona affidabile, che i rapporti con lui sono ottimi, che è già stato di grande aiuto nella crisi in atto con la Corea del nord, si suppone che vada in questi giorni a chiedergli con maggiore insistenza un maggiore intervento nella questione; ma dichiara anche il dovere degli Stati Uniti di “ricordare coloro che sono morti e tutti quelli che continuano a soffrire sotto il comunismo”.

 

Dopo quattro sconfitte consecutive nelle elezioni sostitutive al Congresso di quest'anno, i democratici hanno vinto martedì 7 novembre due governatori importanti con Virginia e New Jersey. Non cambia l'equilibrio del Congresso e nemmeno la prevalenza di governatori e parlamentari statali saldamente repubblicana, cambia la percezione della situazione politica generale. Il presidente del comitato Nazionale democratico, Tom Perez, tira il fiato e dichiara scontatamente che l'agenda Trump Pence e’ entrata in crisi.

 

donna brazile

Lui e’ reduce, si fa per dire, dallo shock procuratogli dal libro della guru Democratica, e a sua volta ex presidente, Donna Brazile, la quale sia pur con un anno abbondante di ritardo, ha denunciato con cifre e dettagli l'imbroglio megagalattico messo su da Hillary Clinton e dalla sua campagna per impadronirsi della gestione delle primarie e impedire ad altri candidati di partecipare. Quello scandalo è appena iniziato, questa sera Donna Brazile e’ alla Fox TV, dove, intervistata, promette di dire ancora di più.

 

Se però dietro alla Brazile c'è il tentativo forte dei liberal socialisti, come Bernie Sanders e Elizabeth Warren, di dare una spallata al partito e di impadronirsene, va detto che per esempio il governatore appena eletto in Virginia ha usato la propaganda aggressiva la nausea ma anche un programma molto ragionevole e moderato. La battaglia è aperta.

 

Sulla crisi del trumpismo come verrebbe fuori da queste elezioni parziali, leggerete fiumi di carta sugli stessi giornali e da quelle stesse TV nei quali in questi giorni non una parola avete sentito sugli imbrogli e le truffe dei Clinton denunciate nel libro della Brazile - come ignorare sedi ipotetiche malefatte di un Renzi scrivessero con dovizia di dettagli Lotti o Carrai- così come avete sentito ben poco sull'operazione Uranium One.

donna brazile hillary clinton

 

In realtà se prendi uno Stato come la Virginia, pieno di neri e di latini militanti contro Trump per ragioni del tutto spiegabili, che sono andati a votare in massa, l'unico contrasto possibile e l'unica possibilità di vittoria della controparte repubblicana è quella di mobilitare allo stesso modo masse simili e opposte. Trump quando si presenta ai rally ci riesce.

 

donna brazile hacks

Ai rally o nella gestione quotidiana, il peggior nemico di Donald Trump continua a essere non il Partito Democratico ma il partito che ufficialmente è il suo, il Partito Repubblicano. Dalla mancata riforma della pessima Obamacare, la riforma dell'assistenza sanitaria con i suoi costi altissimi che pregiudicano le scelte del governo, alla politica contro l'immigrazione clandestina e l'infiltrazione dei terroristi, fino alle prime difficoltà che stanno venendo fuori sulla proposta di riforma delle tasse, sono i repubblicani il problema del presidente.

 

 D'altra parte, perché scandalizzarsi, Trump non è un repubblicano, la presidenza se l'hai vinta da solo e ora sa di avere un bisogno estremo di mettere gente sua a Camera e Senato nelle elezioni di midterm a novembre del 2018.

 

La Virginia era uno stato molto difficile da strappare. Tenete conto che e’ l'unico al sud nel quale Donald Trump non abbia vinto un anno fa. Resta il fatto che mentre Gillespie ha fatto il bushiano tentando di presentarsi come un rassicurante moderato, andando in campagna con Condi Rice e ospitando W. Bush per un evento di raccolta fondi, un paio di volte il vicepresidente Mike Pence, ma mai Trump, dall'altra parte i democratici hanno picchiato duro per mostrarlo come un uomo del presidente,con l’aiuto dell'ex presidente Barack Obama e dell'ex vice Joe Biden.

bernie sanders hillary clinton

 

Vi faccio un esempio di advertising nel quale si vede un gruppo di bambini neri inseguito in modo molto aggressivo e minaccioso da un camioncino ricoperto da una bandiera confederata e la scritta Gillespie governatore. L'hanno ritirato solo dopo una montagna di proteste ufficiali.

 

La strategia di referendum contro Trump non aveva funzionato in passato nelle quattro elezioni speciali di sostituzione dei parlamentari passati al governo . In Kansas, Montana, Georgia e South Carolina avevano vinto i repubblicani, nonostante un grande spiegamento di denaro e una campagna molto aggressiva dei democratici. Ma li’ Trump aveva messo la sua faccia.

hillary clinton joe biden

 

Queste considerazioni nulla tolgono alla forza della vittoria dei democratici, che letteralmente riprendono fiato dopo un anno di tragedia. Hanno vinto in Virginia, in New Jersey, dove il governatore repubblicano uscente Chris Christie ha ritenuto di mettere un suo uomo inviso quanto lui alla popolazione, Phil Murphy, e anche lì Trump non s'è visto; hanno vinto a New York, ma il sindaco Bill De Blasio, amministratore mediocre, abbondantemente chiacchierato per corruzione e interessi, un estremista fanatico della diversità a tutti i costi, ha praticamente corso da solo perché la onesta avversaria repubblicana esponente della comunità greca, Nicole Malliotakis era francamente coraggiosa e non all'altezza.

 

BILL DE BLASIO

I newyorkesi si sentono very liberal, poi quando si accorgono che le cicale d'inverno non mangiano, corrono ai ripari ed eleggono i Giuliani, i Patakis, I Bloomberg, sceriffi e finanzieri per aggiustare le cose. Non è ancora il tempo, e soprattutto ci vuole il personaggio. Il messaggio alla Casa Bianca rivendicato da De Blasio, che tutto è tranne che un personaggio nazionale, non c'entra proprio niente. C'entra l'arroganza temporanea da isola felice che nemmeno l'attentato di Halloween ha intaccato.

bill de blasio marmotta

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