di maio ilva calenda emiliano

QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DI ARCELOR MITTAL – DI MAIO RIFERISCE ALLA CAMERA (PRESENTI 7 PARLAMENTARI!) SULL’ASSEGNAZIONE DELL’ILVA: “ANAC CI HA DATO RAGIONE. È STATO UN PASTICCIO COMMESSO PER COLPA DELLO STATO. LE REGOLE SONO STATE CAMBIATE IN CORSA ED È STATA LESA LA CONCORRENZA. L’OFFERTA DI ACCIAITALIA ERA MIGLIORE” – CALENDA È UNA FURIA: “COSE GRAVI E FALSE”

 

Andrea Tundo per www.ilfattoquotidiano.it

 

di maio

Un “pasticcio”, commesso per “colpa dello Stato”. Perché l’offerta di Acciaitalia “era migliore” ma “nel bando metà del punteggio era dato al prezzo” e non al piano ambientale e alla salute.

 

Luigi Di Maio parla alla Camera e attacca il precedente governo sull’assegnazione dell’Ilva al gruppo guidato da ArcelorMittal, forte del parere dell’Anac che ha stroncato l’assegnazione ai franco-indiani dell’azienda siderurgica: “Le regole sono state cambiate in corsa ed è stata lesa la concorrenza“, accusa il vice-premier.

 

L’Anac “ha rilevato che nelle procedura di gara il tema dei rilanci era scritto malissimo, era scritto che si poteva fare ma non in che maniera. Ed è inspiegabile che nessuno se ne sia accorto e che è rimasto tutto sotto silenzio“, ha detto il ministro dello Sviluppo Economico durante l’informativa urgente sul siderurgico.

RAFFAELE CANTONE

 

Le criticità rilevate dall’Anac “sono macigni, sono gravissime e questo governo, io in primis, non possiamo far finta di niente come è accaduto per troppo tempo”, ha aggiunto ricordando che “l’offerta di Acciaitalia era migliore”, un parere che nel maggio 2017 – come rivelato da Ilfattoquotidiano.it, era stato espresso anche dai tecnici che avevano relazionato in maniera non vincolante ai commissari.

 

LUIGI DI MAIO A VILLA TAVERNA

Il primo “pasticcio”, evidenzia Di Maio, riguarda la tempistica dell’attuazione del piano ambientale e, come ha concluso l’Anac, “ha leso il principio di concorrenza”.

 

Quando è stata bandita la gara, il 5 gennaio 2016, “chi voleva partecipare alla procedura di gara doveva fare un’offerta che prevedeva di attuare il piano ambientale entro il 31 dicembre dello stesso anno – ha spiegato – Capirete bene che questa sarebbe stata un’impresa titanica e poche imprese hanno potuto partecipare”.

 

ILVA

Successivamente, il termine è stato posticipato di due anni e poi di ulteriori cinque: “Si è arrivati al 2023, sette anni in più” e questo avrebbe significato “che avrebbero potuto partecipare molte più imprese” e “avremmo potuto avere molte più offerte e miglio, compresa quella di ArcelorMittal”, dice Di Maio. “Non solo – aggiunge – l’azienda non ha poi neanche rispettato i termini intermedi del piano ambientale e questo di per sé, se confermato, sarebbe bastato ad escluderla“.

 

 

michele emiliano carlo calenda

“Se si è fatta una procedura di gara che non ha messo al centro il massimo delle tutele ambientali e occupazionali, allora politicamente, per ora, ne dovrà rispondere chi ha fatto questa procedura di gara”, ha aggiunto con un chiaro riferimento al ministro Carlo Calenda che giovedì, dopo la risposta dell’Autorità anticorruzione, ha chiesto di rendere pubblica la risposta.

 

Il rilancio di Acciaitalia, che secondo Calenda e l’Avvocatura di Stato arrivò fuori tempo massimo, per Di Maio è stato invece ignorato “in maniera incomprensibile” e “non è stato nemmeno considerato e alla fine la procedura è stata chiusa accettando la proposta di Arcelor, evitando la presentazione di altre offerte migliorative“.

carlo calenda

 

“C’era chi ci prendeva in giro perché stavamo perdendo tempo a studiare 23mila pagine. Invece, abbiamo fatto bene e l’Anac ha confermato tutte le criticità e che le nostre preoccupazioni erano fondate. E meno male – ha aggiunto Di Maio – che quelli prima di noi erano i competenti“.

 

L’Anac ha spiegato che nonostante le anomalie, spetta al ministero, nel caso, annullare la gara se rilevasse “un’interesse pubblico specifico” e ricominciare da zero. Per il momento, Di Maio si limita a dire che “avvierò un’indagine e parlerò con i commissari dell’Ilva”. Di certo, aggiunge, “il pasticcio lo ha fatto lo Stato, non l’azienda, quando ha bandito la gara. Devo capire di chi sono le responsabilità specifiche”.

CARLO CALENDA

 

Dopo l’intervento del vice-premier, è arrivata la risposta del suo predecessore al Mise, Carlo Calenda: “Hai detto in Parlamento cose gravi e false – ha risposto l’ex ministro su Twitter – Minacciare indagini interne al Mise è vergognoso. La responsabilità sulla gara è mia. A differenza tua non ho bisogno di inventarmi manine. E assumiti la responsabilità di annullare la gara se la ritieni viziata”.

 

MICHELE EMILIANO

Accanto all’attuale ministro si schiera Michele Emiliano, da ormai un anno in polemica aperta con Calenda sul rilancio del siderurgico e Tap.

 

Per il governatore della Regione Puglia, l’Anac “ha sostanzialmente detto che il ricorso della Regione Puglia aveva un fondamento”.

 

Ora, aggiunge Emiliano, “mi auguro che il ministro Di Maio, che evidentemente ha fiducia nella Regione a differenza del suo predecessore, prenda la decisione giusta per tutelare innanzitutto la salute dei miei concittadini è più anche le esigenze produttive del Paese che ovviamente vanno tenute in grande attenzione”.

 

MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO

Per il presidente della Liguria, Giovanni Toti, invece, “le irregolarità nella gara per la vendita dell’Ilva forse si potevano verificare prima, Anac esiste da tempo, se c’erano irregolarità qualcuno avrebbe dovuto alzare un ditino”.

 

Arrivare “in zona Cesarini – aggiunge – mi sembra che sia un elemento di grave criticità nella trattativa”. Se la gara “era sbagliata” e Anac “ritiene che sia inficiante la gara stessa, mi rimetto alle decisioni delle autorità competenti di controllo – conclude – Mi auguro solo che dietro tutto questo nessuno cerchi pretesti per arrivare con inerzia alla chiusura delle aree a caldo dell’Ilva di Taranto, o a una chiusura dell’intero impianto della siderurgia italiana perché si assumerebbe una responsabilità straordinaria”.

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…