MAMDANI VERRÀ "ADDOMESTICATO" DA OBAMA? - GLI ATTIVISTI DELLA SINISTRA RADICALE AMERICANA TEMONO CHE L'EX PRESIDENTE, UNICO LEADER PROGRESSISTA IN AMERICA, TRASCINI IL NEO-SINDACO SOCIALISTA DI NEW YORK NEL RECINTO DELL’ESTABLISHMENT - MAMDANI, CHE PROPONE POLITICHE QUASI SOVIETICHE, COME BLOCCARE IL COSTO DEGLI AFFITTI, APRIRE NEGOZI CON PREZZI CALMIERATI E ALZARE TASSE NEI CONFRONTI DI PERSONE E IMPRESE, POTREBBE ESSERE "PLACATO" DA OBAMA, A CUI DOVRA' CHIEDERE UN AIUTO PER RIMUOVERE I VETI DEL PARTITO DEMOCRATICO - GLI AMERICANI, PERO', SI SONO STUFATI DEL CAPITALISMO SFRENATO: MENO DEL 50% DEGLI ELETTORI NE HA UN’OPINIONE POSITIVA...
IL CAPITALISMO FA SCHIFO, MA È SEMPRE MEGLIO DEL SOCIALISMO – PER LA PRIMA VOLTA, MENO DEL 50% DEGLI ELETTORI AMERICANI HA UN’OPINIONE POSITIVA DEL CAPITALISMO: SOLO IL 44% LO RITIENE UN MODELLO APPREZZABILE. MA, NESSUNO CREDE CHE L’ALTERNATIVA SIA MIGLIORE: NONOSTANTE L’ASCESA DEL SOCIALISTA ZOHRAN MAMDANI, CANDIDATO SINDACO A NEW YORK, IL 49% CONTINUA A VEDERE NEGATIVAMENTE LA DOTTRINA MARXISTA, E SOLO IL 18% LA CONSIDERA POSITIVAMENTE. PARTICOLARMENTE SIGNIFICATIVO È IL CAMBIAMENTO TRA I DEMOCRATICI…
NEW YORK, L’EFFETTO VOTO SU TRUMP E OBAMA
Estratto dell'articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
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Da un lato l’ira fredda di Donald Trump. Sa di aver giocato male la partita di New York: non è riuscito a far ritirare un candidato repubblicano marginale e, nell’appoggiare Andrew Cuomo, l’ha definito «un cattivo democratico». Non il modo migliore per spingere i suoi fan a uscire di casa per andarlo a votare. Il presidente sa, poi, di aver sottovalutato il malessere economico della gente: il caro vita che ha fatto affondare Biden rischia di essere anche la sua palla al piede. [...]
Sepolto il «bidenismo», con Bill Clinton che si è messo ai margini da solo appoggiando Cuomo, Nancy Pelosi che annuncia il ritiro, l’ex presidente rimane l’unico leader riconosciuto del fronte progressista in tutta l’America. È stato a lungo assente dal dibattito politico, ma da qualche settimana ha cambiato rotta: non è più convinto che Trump, per quanto dannoso, sia un fenomeno transitorio. Non è più certo della tenuta democratica dell’America. [...]
Quella tra i due leader multietnici sembra una collaborazione naturale. Ma non sarà facile. Gli attivisti radicali temono che Obama trascini Mamdani nel recinto dell’establishment. Il sindaco, che vuole aumentare le tasse su imprese e ricchi, gli chiederà un aiuto per rimuovere i veti del partito. Scelta difficile per Barack, accusato da molti di essere stato un presidente troppo tenero con Wall Street, responsabile del disastro del 2008.
IL SINDACO DI NEW YORK (E ANCHE TRUMP DA DESTRA) SPINGONO IL CAPITALISMO A CAMBIARE
Estratto dell'articolo di Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
L’ elezione di un sindaco socialista nella città cuore della finanza mondiale farà onde alte ovunque, non è un evento che interessa solo gli americani. E non è un fatto che racconta genericamente di ricchi e poveri, di bianchi wasp e immigrati: solleva interrogativi su come cambierà il modello socioeconomico dell’Occidente. Impone la domanda sulla forma che prenderà il capitalismo nei prossimi anni, probabilmente decenni .
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La vittoria di Zohran Mamdani a New York mette il punto non interrogativo ma esclamativo sulla fine della cosiddetta epoca del neoliberalismo, quella iniziata a fine Anni Ottanta del Novecento e caratterizzata dalla limitazione dell’interventismo dello Stato nell’economia, dalla centralità delle imprese, dalla globalizzazione e dall’uscita dalla povertà di centinaia di milioni di persone, soprattutto in Asia.
È lo specchio della vittoria di Donald Trump alle presidenziali di un anno fa. Entrambe le votazioni indicano che l’America oggi respinge il modello di capitalismo degli scorsi quarant’anni. Da sinistra e da destra, si potrebbe dire con categorie non proprio attuali.
[...] Mamdani, che si definisce socialista nel senso non di socialdemocratico ma di anticapitalista, ha raccolto i voti di oltre un milione di newyorkesi, soprattutto giovani (gli oltre quarantacinquenni non gli hanno dato la vittoria). Ha condotto una campagna elettorale anti-establishment, basata sul costo altissimo della vita a New York, proponendo politiche difficilmente sostenibili, già fallite a Cuba come in Unione Sovietica, ma anche parlando dei problemi reali degli abitanti della metropoli, non solo e non tanto dei più poveri ma della classe media in difficoltà.
BARACK OBAMA DISCORSO SULLA DEMOCRAZIA
Su molti degli stessi temi e anch’egli cavalcando la ribellione anti-élite a livello nazionale, Trump aveva vinto la presidenza nel novembre 2024. Sulla superficie, siamo di fronte a un confronto sinistra-destra ma nel profondo c’è il rifiuto comune, certo con soluzioni diverse, dello status quo , di come sono andate le cose negli ultimi tempi. La differenza è che Mamdani ha vinto esaltando gli immigrati, soprattutto musulmani [...]
Mamdani farà il sindaco, non avrà l’influenza diretta che ha Trump nel mondo. Fatto sta che il suo socialismo è palesemente radicale: si vedrà da gennaio come gestirà la sua posizione ma l’idea di bloccare gli affitti a New York, alzare le tasse in una città che già le ha altissime, aprire negozi pubblici a prezzi controllati, oltre che ad avere una propensione a favore dei movimenti pro-pal e anti-polizia, sembra un populismo che accarezza l’arrabbiatura degli elettori che soffrono di una penuria di futuro. [...]
Il sistema capitalista ha attraversato numerose fasi, dal laissez-faire dell’Ottocento al New Deal rooseveltiano al post-keynesismo fino agli Anni Settanta e poi il neoliberismo: non ha leggi rigide, il che gli dà una grande capacità di evolvere sulla base della realtà storica e sociale. Anche questa volta non crollerà per un sindaco socialista a Manhattan ma si reinventerà in una forma nuova.
Impossibile dire oggi quale, proprio perché la somma dell’inventiva e della volontà delle persone, si può dire del mercato, sarà una forza di cambiamento. Tendenze, però, si possono intravvedere. Sia Mamdani e i suoi seguaci sia Trump e il movimento Maga si muovono in direzione di uno statalismo crescente, di un vecchio dirigismo: il sindaco con le sue proposte «socialiste», il presidente con la sua invadenza nell’economia e nei rapporti con le grandi imprese. [...]
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