QUI, QUARTIERE SANITA’ - MANETTE PER PAOLO JANNELLI, L’ORTOPEDICO AMICO DI GIORGIO NAPOLITANO, ANTONIO BASSOLINO, STEFANO CALDORO E MASSIMO D’ALEMA - IL PRIMARIO DEL CARDARELLI AVREBBE DIROTTATO VERSO LA SUA CLINICA PRIVATA I PAZIENTI IN ATTESA DI ESSERE OPERATI IN OSPEDALE - TESTIMONIANZA ESCLUSIVA: ECCO COME FUNZIONAVA IL MECCANISMO - IL MISTERIOSO SUICIDIO DI UN MEDICO DEL CARDARELLI, INDAGATO PER PRESUNTE IRREGOLARITÀ CON LA CASA DI CURA VILLA DEL SOLE…

Carlo Tarallo per Dagospia

"Chi sarà il prossimo?": l'arresto di Paolo Jannelli, primario di ortopedia al Cardarelli, proprietario della clinica "Villa del Sole", terremota la sanità sotto ‘o Vesuvio. Jannelli è finito in manette questa mattina insieme ad altre 12 persone, tra le quali il fratello Gabriele e Marco Von Arx, (entrambi ai domiciliari) rispettivamente dirigente medico del Policlinico e presidente del Cda di Villa del Sole.

I pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock, della Procura di Napoli, hanno chiuso così una inchiesta choc sulla sanità in Campania: gli arrestati sono accusati di concussione, abuso d'ufficio, falso e truffa a danno della pubblica amministrazione. In azione i carabinieri dei Nas e la Guardia di Finanza.

Jannelli è accusato di aver "dirottato" i pazienti dal Cardarelli alla sua casa di cura privata "approfittando delle loro condizioni fisiche precarie, del loro stato di soggezione e di diminuita capacità di discernimento". Indagati in tutto 43 tra dirigenti e medici. Per una semplice ingessatura, si sarebbe arrivati a far pagare anche 4.000 euro. Il tutto senza fattura. E spunta anche il morto che cammina (in ambulanza).

E' il 29 gennaio 2009: un uomo, Gennaro M., affetto da obesità, ricorre al chirurgo di Villa del Sole per un by-pass gastrico in anestesia totale. Il paziente muore sotto i ferri e i medici, che lo stavano operando (secondo l'accusa) in assenza delle attrezzatura per l'emergenza, fanno trasferire il cadavere al Policlinico fingendo che ci sia una crisi respiratoria in corso. Ai parenti viene fatto credere che l'uomo sia ancora in vita. "Una vera e propria messa in scena - scrive il gip Ludovica Mancini - attuata probabilmente per mantenere il buon nome della clinica". Al Policlinico dopo poco tempo il paziente fu dichiarato morto.

"Truoveme ‘e carte, verimmo bbuono ‘e cazzi nuosti perché io non voglio scrivere insomma..": così si rivolge Iannelli a Bruno Von Arx in una intercettazione finita negli atti dell'inchiesta, successiva alla morte di un paziente nella clinica Villa del Sole. Secondo il gip "Iannelli per evitare di dover scrivere in cartella dell'avvenuto decesso di un paziente in clinica pensava a mettere a posto le carte (cosa poi affettivamente realizzata attraverso la redazione sia della cartella clinica falsa, in cui non viene dato atto della morte del paziente)".

Ma il nome di Jannelli a Napoli vuol dire potere, amicizie, relazioni: il più autorevole "amico" di Villa del Sole è certamente Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica, nel 2008, visitò in forma privata la clinica, scoprendo un busto dedicato a Eugenio Jannelli, il padre di Paolo, scomparso nel 2005, senatore dei Ds per due legislature, uno dei volti più noti del Pci napoletano, ortopedico di fiducia del Napoli di Maradona; attivissimo nella Napoli-bene il figlio Paolo, dopo una vita trascorsa a sinistra, tra D'Alema e Bassolino, fino alla "strambata" dello scorso 2010, quando si schierò pubblicamente a sostegno di Stefano Caldoro, organizzando una manifestazione pubblica alla quale parteciparono più di duecento medici. Jannelli compare anche nella lista dei "sinistrati pentiti", ovvero di quei 20 esponenti del centrosinistra che alle ultime comunali si schierarono per Gianni Lettieri.

Manco il tempo di mettere le manette a Jannelli, che si scatenano i pissi pissi: ecco una bella testimonianza arrivata in tempo reale a Dagospia: "Qualche anno fa - racconta un giovane professionista - fui visitato da Paolo Jannelli presso il suo studio privato. Avevo una placca alla caviglia per la rottura di perone e tibia causatami da un incidente sul motorino. Decisi di farmi visitare perché avvertivo dei fastidi.

La prima operazione l'avevo avuta da un altro chirurgo al Cardarelli dove ero stato ricoverato di pronto soccorso. Il professor Jannelli mi visitò e vide le radiografie. Il verdetto fu che avrei dovuto operarmi nuovamente e con grande urgenza. Tanta urgenza da non poter aspettare ovviamente le file degli ospedali. Ma lui - aggiunge il nostro amico - sarebbe stato così cortese da operarmi presso la sua clinica, Villa del Sole, nel giro di due o tre giorni. Il fastidio lo avvertivo da tempo, ma ebbi paura e accettai.

Non discuto la diagnosi, non sarei in grado di farlo, fatto sta l'intervento per togliere la placca andò a buon fine. Pagai l'intervento circa 3.000 euro. Ma non ho mai avuto la fattura". Intanto da stamattina a Napoli terrore in corsia: "Lo fanno tutti" è il commento più frequente. Subito dopo la domanda tragica: "Chi sarà il prossimo?". Ah saperlo...

QUEL SUICIDIO DI UN MEDICO DEL CARDARELLI ANCORA AVVOLTO NEL MISTERO...
E dal blog del giornalista Nico Falco spunta un altro "giallo": un suicidio del 2009 ancora avvolto nel mistero: "Nel febbraio 2009 - scrive Falco - un medico del Cardarelli si suicidò all'interno della sua stanza dell'ospedale, con una iniezione letale. Salvatore Franzese, 59 anni, fu trovato morto intorno alle 17.30 il 26 febbraio, il decesso risaliva a circa un'ora prima.E qui arriviamo al punto: come si è successivamente scoperto, il medico (primario dell'Oncologia) era indagato per presunte irregolarità con la casa di cura Villa del Sole.

La stessa finita al centro delle indagini che hanno portato agli arresti di oggi. Anche in quel caso, i magistrati (inchiesta della Procura di Napoli, condotta dal pm Francesco Curcio, sezione reati contro la pubblica amministrazione) indagavano su presunte irregolarità tra il medico e la casa di cura, sempre riguardo l'intramoenia. Già c'era stata una perquisizione nella clinica ad opera della Guardia di Finanza. Franzese lasciò una lettera alle figlie in cui, tra le altre cose, si leggeva: "Mi ritengo e credo di essere una persona profondamente onesta".

 

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