
LE MARCHE, LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE – L’EX REGIONE ROSSA PASSATA ALLA DESTRA CINQUE ANNI FA È IL TERRITORIO MEDIANO PER ECCELLENZA: DEINDUSTRIALIZZATA, IMPOVERITA, ISOLATA, IN VENT'ANNI IL PIL È CROLLATO SOTTO LA MEDIA EUROPEA – IL POLITOLOGO LORENZO CASTELLANI: “UNA VITTORIA DI RICCI QUI, NONOSTANTE L’INCHIESTA, SAREBBE UNA OTTIMA NOTIZIA PER IL CENTROSINISTRA PERCHÉ SIGNIFICHEREBBE DUE COSE. LA PRIMA È CHE I TERRITORI PERSI SONO RICONQUISTABILI CON UN FRONTE UNITO E UN CANDIDATO VALIDO. LA SECONDA È CHE IL CENTRODESTRA È TORNATO BATTIBILE…”
Estratto dell’articolo di Lorenzo Castellani per “Domani”
In questa tornata di elezioni regionali c’è un luogo da osservare con più attenzioni degli altri: la regione Marche. Le Marche non sono soltanto una ex regione rossa passata alla destra, ma sono probabilmente la regione mediana per eccellenza del paese. Un territorio che rappresenta meglio di ogni altro la parabola politica ed economica degli ultimi vent’anni.
[…] Per densità industriale e occupazione le Marche sono assimilabili a una regione del nord, ma con una miriade di piccole e medie imprese […] particolarmente minute in termini dimensionali e dunque particolarmente deboli. In termini di Pil pro capite, tuttavia, nell’ultimo ventennio questo territorio è passato dall’attestarsi al di sopra della media italiana ed europea a scendere sotto media in entrambi i settori.
I distretti industriali […] hanno subito un duro colpo a causa della trasformazione dell’economia mondiale e dell’incapacità di politica e imprenditoria locale nel trovare nuove soluzioni. […] Molti gruppi medi o grandi hanno venduto a società estere, hanno delocalizzato o in qualche caso chiuso, con migliaia di posti di lavoro persi e forse l’ancor più grave sensazione, insita nella società, che a questa amputazione economica e sociale non si sarebbe mai posto rimedio.
La produzione industriale, dopo la crisi del 2008-2013, non è mai tornata ai livelli precedenti e anche la ripresa post-pandemica è stata più lenta della media italiana.
matteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 2
Qualcuno potrebbe sostenere che il declino industriale sia stato parzialmente colmato dalla crescita del turismo, ma le Marche confermano che le attività ricettive sono spugne di occupazione ma non di crescita del Pil pro capite e della produttività.
Senza dimenticare la mala gestione bancaria degli anni della crisi, intreccio di interessi e politica locale, che ha spazzato via l’intero sistema finanziario regionale.
Inoltre, la popolazione è andata incontro a un rapido invecchiamento e allo spopolamento delle aree interne. Il tasso di natalità è inferiore alla media nazionale, l’età media più elevata, il saldo naturale marcatamente negativo. L’immigrazione straniera, con un totale pari quasi al 10 per cento degli abitanti, come in molti territori, ha alimentato paure e diffidenze.
Le difficoltà di integrazione non mancano, basti pensare che il tasso di disoccupazione tra gli stranieri (17 per cento) è di dodici volte più alto rispetto agli italiani e che circa il 30 per cento dei reati è commesso da stranieri.
FRANCESCO ACQUAROLI GIORGIA MELONI
Questi fattori, insieme a un governo incontrastato del centrosinistra nella seconda repubblica che aveva perso smalto e legittimità, hanno dato origine alla rivolta populista prima e nazionalista poi che ha portato al potere un governatore di Fratelli d’Italia.
Ma le Marche sono interessanti anche perché sono un microcosmo di piccoli paesi e cittadine, basti pensare che il capoluogo di regione Ancona non arriva a centomila abitanti, dove negli ultimi anni i partiti di destra sembrano andare molto meglio rispetto alle metropoli e i partiti di sinistra molto peggio.
Esse rappresentano, insomma, una regione dell’Italia di mezzo con una marcata caratterizzazione provinciale.
[…] Per questo le regionali qui saranno particolarmente indicative dello stato di salute del centrodestra, anche perché il governo si è giocato la carta della Zes che può portare vantaggi ma di fatto declassa la regione nella fascia del sottosviluppo includendola nel meridione sul piano economico.
E ciò non è un gran segnale da dare se si corre da governanti uscenti alle elezioni. Rivincere per il centrodestra significherebbe che il consenso, in una ex regione rossa, dopo cinque anni si sta consolidando in territori con determinate caratteristiche. Al contrario, una vittoria del centrosinistra starebbe a dire che tale legame non è poi così solido.
Una vittoria di Ricci, nonostante l’inchiesta della magistratura che lo ha visto protagonista, sarebbe una ottima notizia per il centrosinistra a livello nazionale perché significherebbe due cose. La prima è che i territori persi sono riconquistabili con un fronte unito e un candidato valido. La seconda è che il centrodestra, in un terreno favorevole e in una elezione maggioritaria a turno unico, è tornato battibile. Negli ultimi anni entrambe le cose sono sembrate estremamente difficili.
confronto tra francesco acquaroli e matteo ricci alla uil di ancona
matteo ricci casco valentino rossi
giorgia meloni francesco acquaroli
matteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 3
meloni acquaroli
FRANCESCO ACQUAROLI