UN GIORNALISTA RI-POLITO - MARCOLINO INTRAVAGLIA ANTONIO POLITO CHE GLI AVEVA RIMPROVERATO SILENZIO E IMBARAZZO SUL CASO EMILIANO: “L’EX DIRETTORE DEL RIFORMISTA È UN EX GIORNALISTA CHE NON AVENDO LETTORI, E NEMMENO ELETTORI, SI FECE NOMINARE SENATORE DALLA MARGHERITA, SENZA LASCIARE ALTRA TRACCIA DI SÉ CHE UNA PROPOSTA DI LEGGE, FIRMATA CON DELL’UTRI, CONTRO LE INTERCETTAZIONI. E SE LA SUA ‘LEGGE BAVAGLIO’ FOSSE ENTRATA IN VIGORE IL “CASO EMILIANO” NON ESISTEREBBE NEANCHE”…

Marco Travaglio per il "Fatto quotidiano"

Capita di tutto nella vita: persino di ricevere lezioni di imparzialità da Antonio Polito sulla prima pagina del Corriere. Polito, per i molti che non lo sanno, è un ex giornalista dell'Unità, parte nopeo e parte comunista, passato a Repubblica all'insaputa dei lettori, convertito al blairismo dalemiano e all'uso della pipa. Un bel giorno decise di entrare in clandestinità fondando Il Riformista col celebre Velardi che poi, per mancanza di lettori, lo sbolognò alla famiglia Angelucci, tanto pagava Pantalone grazie all'apparentamento con un altro finto giornale di un finto movimento, Le Ragioni del Socialismo di Macaluso.

Non avendo lettori, e nemmeno elettori, Polito pensò di esser pronto per la politica e si fece nominare senatore dalla Margherita, senza lasciare altra traccia di sé che una proposta di legge, firmata con Dell'Utri, contro le intercettazioni. Poi tornò sulla tolda del Riformista, giusto in tempo per accompagnarlo nell'ultimo viaggio.

Poco prima di raggiungere l'ambita quota di lettori-zero, saltò giù in pieno naufragio come Schettino e, previa liquidazione pagata da noi, trovò alloggio presso il Corriere, che decise di premiare cotanto talento. Ora Polito El Drito deplora il presunto "silenzio, imbarazzo, fischiettare distratto" dei "sacerdoti della legalità" sul "caso Emiliano" (il buco del Petruzzelli e lo scandalo Degennaro) che, a suo dire, verrebbe occultato dal Fatto e dal "milieu politico-mediatico che avrebbe crocifisso qualsiasi altro uomo pubblico nelle condizioni di Emiliano... Una vasca da bagno ricolma di pesce fresco non deve costare molto meno di una vacanza all'Argentario dell'ex sottosegretario Malinconico".

Chissà chi è il pescivendolo di Polito, visto che il conto delle ferie a sbafo di Malinconico ammontava a 19 mila euro e rotti. E chissà mai dove questo cicisbeo ha notato silenzi o imbarazzi o fischiettii, visto che il nostro sito è stato fra i primi a rivelare il caso Petruzzelli e a chiederne conto al sindaco, e il nostro giornale dedica paginate allo scandalo barese, che ancora ieri apriva la nostra prima pagina (mentre il Corriere titolava fischiettando: "Il nuovo articolo 18 varrà per tutti", quando è noto che viene praticamente abolito).

I fatti accertati sul conto di Emiliano al momento sono due: ha accettato in dono champagne, pesce e cozze dal costruttore Degennaro, ora indagato; e ha nominato assessore (d'intesa col Pd) la figlia di Degennaro. Il primo è stato un errore, che Emiliano - rara avis - ha ammesso scusandosene pubblicamente, anziché gridare al complotto o intonare la tiritera "non-sono-indagato-non-c'è-reato".

Il secondo può configurare - Polito ci perdoni il termine - un conflitto d'interessi, se si dimostra che Emiliano ha favorito Degennaro. O una corruzione, se si dimostrano giri di soldi. Come per esempio avvenne, sempre in Puglia, quando gli Angelucci ottennero convenzioni per cliniche private dalla giunta Fitto e poi finanziarono Fitto (scandalo su cui, comprensibilmente, Polito tace da sempre fischiettando, così come avvolge di silenzi imbarazzati il fatto che Degennaro era con lui nella Margherita e lui non batté ciglio).

Ma, per ora, non risultano favori di Emiliano a Degennaro né finanziamenti di Degennaro a Emiliano: se emergeranno, li racconteremo. Perché noi, diversamente da Polito, siamo per pubblicare tutte le notizie: comprese le intercettazioni su vicende e personaggi pubblici, anche non penalmente rilevanti, sempre: così i politici possono rispondere ai cittadini di ciò che fanno.

E meno male che non è in vigore la legge bavaglio che piaceva tanto a Polito, altrimenti il "caso Emiliano", non esisterebbe proprio. E fortuna che stavolta c'è di mezzo Emiliano: così ci siamo risparmiati la consueta giaculatoria di El Drito (seguita dal solito monito del Colle) contro i pm che inseriscono agli atti intercettazioni non penalmente rilevanti su politici non indagati per "mascariarli". Quel principio vale solo per gli amici di Polito: per i nemici si tace, fischiettando.

 

MARCO TRAVAGLIO Antonio PolitoMICHELE EMILIANOCLAUDIO VELARDI malinconico RAFFAELE FITTO

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...