boschi renzi

IL SEGNALE CHE A MARIA ELENA È PARTITA LA BROCCA? DOMENICA HA IMPOSTO LA SUA PRESENZA AL GIURAMENTO DEI MINISTRI. MA I SOTTOSEGRETARI NON GIURANO AL QUIRINALE! - LA BOSCHI SI È IMBUCATA, HA PRESO I FLASH E HA AIZZATO LE CRONACHE SUI SUOI TACCHI E TAILLEUR, E POI SI È SEDUTA TRA I PARENTI DEI MINISTRI MENTRE FACEVANO LA FOTO DI RITO - L'UNICA RIFORMA COSTITUZIONALE INTRODOTTA DAL SUO REFERENDUM? QUELLA PER SE STESSA! - DUE MINISTRI RIVELANO AL 'CORRIERE': 'INUTILE NEGARLO. LA BOSCHI È LA ZAVORRA DI GENTILONI'. RENZI LE AVREBBE DETTO DI ANDARE CON LUI A OCCUPARSI DEL PARTITO. MA LEI SAPEVA: ''SE LASCIO IL GOVERNO, PER ME È LA FINE''

1. LA BOSCHI SI E' IMBUCATA AL GIURAMENTO AL QUIRINALE: IL DELIRIO È ORMAI SENZA FRENI

DAGONOTA

 

maria elena boschi gentiloni renzimaria elena boschi gentiloni renzi

Un cerimoniale anomalo al Quirinale: ma da quando i Sottosegretari presenziano alla cerimonia di insediamento del Governo? Da sempre assumono il loro incarico dal Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi e quindi non partecipano alla cerimonia di insediamento del Governo al Quirinale. Ma per la Boschi si sono mandati all'aria 60 anni di regole repubblicane! Quindi l'unica riforma costituzionale introdotta dal suo referendum è stata quella per se stessa.

 

La neo Sottosegretaria Boschi (avrà una delega da Segretaria del Consiglio dei Ministri, cioè farà i caffè, fotocopie e panini per tutti), domenica scorsa si è presentata al Colle e, sospinta dalla sua prorompente forza fisica, si è fatta largo e si è presa i flash all'ingresso e all'uscita del Quirinale. Voleva esserci a tutti i costi, Maria Etruria, si sentiva ancora Ministro a pieno titolo anche senza essere stata invitata da nessuno.

boschi gentiloni e renziboschi gentiloni e renzi

 

Era lì, tutte le cronache hanno parlato dei suoi sorrisi e dei suoi tacchi e dei suoi tailleur quirinalizi. Ma non poteva comparire nella foto di rito dei ministri, e quando è arrivato il momento di scattarla, si è piazzata tra i parenti dei ministri, pur non essendo parente di nessuno (o meglio, vorrebbe non esserlo visto il padre indagato per Banca Etruria).

 

Scrive l'agenzia di stampa Dire, citata da www.Huffingtonpost.it: "La Boschi si è seduta in mezzo ai parenti, una ventina di persone, defilate rispetto a giornalisti e fotografi. Boschi è entrata nella sala da sola, pochi secondi prima dell'ingresso dei nuovi ministri e ha seguito tutta la cerimonia sorridendo più volte. Alla fine ha lasciato la sala sempre in mezzo ai familiari dei ministri".

 

abbraccio tra maria elena boschi e matteo renziabbraccio tra maria elena boschi e matteo renzi

Speriamo che come per Renzi i famigliari siano vicini anche a lei in questi momenti di obnubilamento cerebrale...

 

 

2. E' NATO IL GOVERNO BOSCHI BIS

Franco Bechis per liberoquotidiano.it

 

Dentro il palazzo la sola cosa che fa stupire tutti il giorno della fiducia è il ruolo mantenuto e accresciuto di Maria Elena Boschi nell'esecutivo. Per qualsiasi osservatore, compresi i più allineati e teneri con Matteo Renzi, è una scelta incomprensibile che danneggia per altro anche il segretario Pd, dimezzando di fatto le sue dimissioni. Gli unici a fare finta in pubblico di non scandalizzarsi per quel governo Boschi bis sono i parlamentari del Pd.

abbraccio tra maria elena boschi e matteo renzi abbraccio tra maria elena boschi e matteo renzi

 

A cominciare da Giacomo Portas, che è deputato dei Pd e anche fondatore del movimento dei Moderati. Finge di non sapere della presenza della Boschi al governo (eppure ha votato la fiducia e se l'è trovata di fronte sui banchi governativi), per dissimulare il suo imbarazzo.

 

gentiloni boschigentiloni boschi

Così i colleghi di partito Daniela Sbrollini e Colomba Mongiello. Di quella presenza ingombrante tanto da fare ombra a Paolo Gentiloni, perché la Boschi sembra il vero premier fra i due, parlano malvolentieri  e quasi timorosi perfino alcuni esponenti dell'opposizione. Si limita a una battuta il senatore Mario Mauro di Gal, nega l'importanza della cosa il forzista Gianfranco Rotondi, svicola un po' anche il suo collega Francesco Paolo Sisto che pure pare scandalizzato dall'operazione stessa del governo Gentiloni. Ma sulla Boschi, l'anima vera di questo esecutivo, nessuno osa davvero attaccare..

boschi   gentiloni   renzi   de vincentiboschi gentiloni renzi de vincenti

 

 

3. LE ACCUSE A BOSCHI E IL «RISCHIO ZAVORRA»

Tommaso Labate per il Corriere della Sera

 

«I nutile nascondersi dietro un dito. La Boschi è la nostra zavorra. E anche Gentiloni ne è perfettamente consapevole». Ci sono cose che dieci giorni fa sarebbero state impensabili. All' interno della maggioranza del Pd persino il nominarla, Maria Elena Boschi, era considerato un azzardo.

 

L' ossessione del "giglio magico" per il controllo di consenso e dissenso, i renziani scientificamente distribuiti per tutte le file degli emicicli di Camera e Senato per controllare gli umori, il timore che persino un sussurro potesse essere semplicemente riferito o, peggio, riferito male.

 

E invece ieri, a mo' di rappresentazione plastica di un potere che pare sbriciolato, o comunque percepito come tale, nella pausa del dibattito sulla fiducia, due ministri e un drappello di peones si lasciano andare a quella che - compulsando i sondaggi o guardando le reazioni sulla Rete - appare come una verità persino edulcorata. «La Boschi è la zavorra del governo Gentiloni». Così, secco, senza eufemismi.

boschi e gentiloniboschi e gentiloni

 

Dichiarazioni come questa rimangono (per ora) coperte dalla garanzia dell' anonimato «soltanto per non nuocere al neopresidente del Consiglio», dicono. Ma è una questione di tempo. Il tempo del rodaggio e poi, dalle prossime settimane, chiunque vorrà colpire dall' interno il nuovo esecutivo si unirà allo sport preferito di chi lo sta attaccando da fuori. E cioè puntare il mirino contro Boschi.

 

Come quei capitani che sopravvivono ai loro soldati dopo una disfatta in guerra, Maria Elena Boschi paga sia le ferite dei compagni che la sopravvivenza propria. «Non potevo essere l' unica a pagare. Non sarebbe stato giusto. La mia carriera politica non è finita il 4 dicembre», ha spiegato nelle ore successive al nuovo incarico a tutti quelli che le chiedevano come mai non avesse passato la mano. A passare la mano, l' ex ministro delle Riforme, oggi sottosegretario unico (ma non rimarrà l' unica) alla presidenza del Consiglio, non ci ha mai pensato. Come non ha mai pensato nemmeno all' ipotesi di seguire la scelta di Renzi, quella di farsi da parte per un po'.

 

luca lotti maria elena boschi al quirinaleluca lotti maria elena boschi al quirinale

Del braccio di ferro che l' ha vista praticamente opposta all' ex premier, quel tira e molla sulla riconferma al governo che l' ultimo le ha garantito, emergono oggi - a cose fatte - i dettagli più significativi. «Vieni con me a occuparti del partito», è il primo suggerimento di Renzi dopo il voto referendario. «Io non voglio lasciare il governo. Tu puoi permettertelo. Se lo lascio io, è la mia fine», è la risposta.

 

Naufraga pure la trovata renziana di lanciarle la volata per la guida del gruppo alla Camera, col franceschiniano Rosato da spostare al governo. Niente, Boschi rifiuta, temendo il trappolone nel voto segreto dei colleghi. Alle 16.30 di ieri l' altro, quando manca poco all' appuntamento di Gentiloni con Mattarella, un posto per lei ancora non c' è. Verrà fuori - sottosegretario alla presidenza del Consiglio con mansioni di verbalizzante - quasi per caso, complici i veti sulla delega ai servizi per Luca Lotti, che finisce a fare il ministro dello Sport. Luccica, e pure tanto. Ma non è oro.

 

BOSCHI LOTTIBOSCHI LOTTI

Il clima che si respira fuori dal Palazzo, se possibile, è persino peggio. Sui social network si sprecano gli insulti. E i tantissimi «bugiarda» - corredati dai video in cui Boschi prometteva l' addio alla politica in caso di sconfitta al referendum - sono quasi la cosa meno sgradevole. I big del partito che rispondevano direttamente a lei, a cominciare dal tesoriere Francesco Bonifazi, hanno fatto una scelta che rischia di rendere più evidente la sua. Si sono eclissati.

 

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?