silvio marina berlusconi

MARINA BERLUSCONI ATTACCA RUSSIA E CINA, SI SCHIERA CON L’UCRAINA, ESALTA I VALORI OCCIDENTALI, MENA DURO SUGLI STATI UNITI (“LA DEMOCRAZIA NON SI PUO’ ESPORTARE”) E RIMPIANGE LO SPIRITO DI PRATICA DI MARE: "20 ANNI FA SILVIO BERLUSCONI ERA ADDIRITTURA RIUSCITO A CONVINCERE PUTIN E GEORGE W. BUSH A FIRMARE UN ACCORDO, PREMESSA PER L'INGRESSO DELLA RUSSIA NELLA NATO” – IL NO ALLA "CANCEL CULTURE": “BRUCIA LA NOSTRA STORIA”

Estratto dell’articolo di Augusto Minzolini per “Il Giornale”

 

marina berlusconi

[…] In vista dell'assemblea che il 28 aprile è chiamata ad approvare i conti 2021 della Mondadori, Marina Berlusconi, presidente della casa editrice e di Fininvest, parla dei risultati aziendali ma, come tutti, ha sempre davanti a sé l'orrore dei massacri in Ucraina. […]

 

[…] «Ogni imprenditore deve sempre pensare ai suoi conti, alla comunità in cui opera, alla qualità del prodotto... Un editore, però, ha un supplemento di responsabilità perché produce cultura e valori, che di questi tempi sono gli anticorpi contro le spinte autoritarie e illiberali. Se mi passa il paragone, è un po' come se fossimo il sistema immunitario della democrazia. Per questo, da editore, trovo sia inevitabile una scelta di campo».

marina berlusconi

 

Vorrebbe mettere l'elmetto anche alla cultura?

«Certo che no. So perfettamente che in nessuna vicenda umana il bene e il male stanno da una parte sola, ciascuno ha ragioni da addurre e torti da lamentare. Però i distinguo che troppo spesso sento fare mi paiono assurdi o strumentali. Qui non possiamo che stare da una parte precisa: quella di un popolo aggredito e dei valori del mondo democratico cui appartiene, e contro un aggressore che in realtà ha dichiarato guerra a tutto l'Occidente, alla sua identità e alla sua cultura».

SILVIO BERLUSCONI TRA MARINA E MARTA FASCINA

 

Ma proprio la cultura, e quindi anche una casa editrice come la Mondadori, per loro natura non devono tenere conto di tutte le voci?

«E infatti nessuno ha intenzione di censurare […] nemmeno i più insinuanti paladini delle ragioni degli invasori. Che poi, è inutile girarci attorno, in realtà più che apprezzare Putin detestano l'Occidente, a cominciare dagli Stati Uniti. […]».

 

«[…] il sistema occidentale basato sulla libertà e sulla democrazia avrà mille limiti e difetti, ma ha sicuramente molti più pregi, a cominciare dal fatto che lo si può criticare anche aspramente senza il rischio di finire in galera. A Mosca e a Pechino succede lo stesso? […]».

 

C'è voluto un mese, però, prima che suo padre si decidesse a condannare Putin.

Marta Fascina Silvio Berlusconi Marina Berlusconi

«Mio padre ha fatto e ha detto le cose giuste al momento giusto. La sua posizione è sempre stata netta. Vedi il voto di condanna dell'invasione al Parlamento europeo, o il sostegno alla politica filo-atlantica del governo Draghi. O la lungimiranza che per tanti anni ha fatto di lui il più convinto sostenitore della necessità di un esercito e di una politica estera comuni dell'Unione, e il primo a denunciare i pericoli del neoimperialismo cinese e di un abbraccio con la Russia.

 

Ricordiamoci anche che, da premier, vent' anni fa Silvio Berlusconi era addirittura riuscito a convincere Putin e George W. Bush a firmare l'accordo di Pratica di Mare, premessa per l'ingresso della Russia nella Nato. Se fosse stato possibile continuare a percorrere quella strada, oggi forse non saremmo qui a parlare di guerra. Il fatto è che l'Occidente in questi vent' anni ha perso terreno. E oggi rischia di perdere la sua anima».

 

L'Occidente è in difficoltà, è evidente. Ma contro l'invasione russa Stati Uniti ed Europa finora sono uniti.

«La guerra però ha mandato in frantumi un'illusione: oltre a non essere esportabili, come qualcuno aveva sperato, la democrazia e le sue conquiste non sono affatto un patrimonio acquisito, un diritto naturale sempre e comunque a nostra disposizione […]».

silvio e marina berlusconi

 

Non le pare una visione un po' troppo apocalittica, quella di un Occidente debole e minacciato su tutti i fronti?

«Mi scusi, ma davanti alle nostalgie imperiali di Putin, alla bulimia espansionistica della Cina o al terrorismo islamico, che per strade diverse combattono il nostro sistema, che cosa ha fatto il mondo libero? Per troppo tempo si è limitato a balbettare, in preda a incomprensibili complessi d'inferiorità. Anzi, ha fatto di peggio: ha scoperto di essere la causa di tutti i mali, ha iniziato a processare la sua stessa storia, a mettere al bando pezzi della sua cultura e a flagellarsi per espiare chissà quali colpe».

 

Beh, la nostra storia è fatta anche di inaudite violenze, sangue, sfruttamento.

«E chi lo nega? Ma ogni cultura è figlia della sua storia, di tutta la sua storia. Che non può essere passata al setaccio, tenendo solo le cose che ci piacciono. Così come non si può trasformare la sacrosanta tutela delle minoranze in una dittatura di queste stesse minoranze. Ecco la cancel culture: la dimostrazione - ahimè che il peggior nemico dell'Occidente alla fine è diventato proprio l'Occidente».

putin berlusconi bush pratica di mare

 

Non è la prima volta che lei critica la cancel culture. Quali sono le responsabilità che ha in questa guerra?

«Non vorrei esagerare, ma la cancel culture agisce un po' come una quinta colonna, aggredisce da dentro il nostro patrimonio culturale e la libertà di pensiero e di espressione. Di fronte a questa pericolosa variante del politicamente corretto, da editore, io sento una responsabilità in più. […]». […]

marina berlusconi

 

marina e silvio berlusconiputin berlusconi bushMARINA E SILVIO BERLUSCONI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…