MARINA NON SBARCA, SILVIO NON MOLLA - LA ‘CAVALIERA’ CHIUDE LA PORTA: ‘LA LEADERSHIP NON SI TRASMETTE PER VIA DINASTICA’ - BERLUSCONI RILANCIA, TENDE LA MANO ALLA LEGA FIRMANDO I REFERENDUM PADANI E DA’ L’OK ALLE PRIMARIE DI COALIZIONE: ‘TANTO LE VINCO IO’

Ugo Magri per ‘La Stampa'

Educatamente, ma con fermezza, e anche un filo seccata, Marina Berlusconi chiede ai dirigenti «azzurri» di lasciarla in pace: non ha alcuna intenzione di cimentarsi in politica. Perlomeno adesso o in un prevedibile futuro. Tantomeno dopo una sconfitta di queste proporzioni. Anche perché sulla scena c'è sempre il genitore, che a sua volta non pare minimamente intenzionato a farsi da parte. Dunque Marina risulterebbe superflua e addirittura fuori luogo.

Fonte di confusione. Un ostacolo al chiarimento interno. Questo ha spiegato ai tanti notabili che, in preda al terrore, l'hanno chiamata lunedì implorandola di impegnarsi da subito prima del naufragio finale. «La leadership non si trasmette per via dinastica», ha replicato lei. Il salvatore della nave berlusconiana c'è già, nella persona del Timoniere. Il quale scalpita dalla voglia di riproporsi, addirittura quale federatore del centrodestra.

Secondo certe anticipazioni del discorso che terrà oggi all'ufficio di presidenza, Berlusconi sarebbe intenzionato a dire: sono io l'unico «collante» capace di rimettere insieme i cocci. Aggiungerà, in tono vagamente minaccioso: d'ora in avanti, guai a chi ostacola la riappacificazione con tutti i vecchi soci dell'alleanza.

Nel dirlo guarderà intensamente Fitto, Verdini, la Santanché e gli altri «falchi» protagonisti dell'ultima scissione, come se all'origine della lite con Angelino ci fossero loro e non avessero ricevuto il suo input. Medita qualche mossa a effetto, tipo un via libera alle primarie di coalizione. Qualcuno giura di averlo sentito borbottare: «Facciamole pure, tanto in quel caso mi candido e le vinco io...».

Sennonché ci sono dubbi strategici da chiarire. Per esempio, ieri il consigliere politico Toti ha riallacciato i rapporti con Salvini, capo della Lega. Quale ramoscello di ulivo, domani o venerdì Berlusconi si recherà a firmare un paio dei 4 referendum padani, quello contro la legge Fornero sul lavoro e l'altro per riportare in vita il reato di immigrazione clandestina.

Si terrà invece alla larga dal referendum per abolire la legge Merlin: argomento troppo scabroso. Sta di fatto che Salvini in Europa ha scelto l'estrema destra e va a braccetto con la Le Pen, bestia nera del Popolari. Fidanzandosi con la Lega, Berlusconi si metterà in pessima luce nel Ppe e rischierà di perdere per strada Alfano. «Ncd dovrà fare una scelta» dice Toti.

Grande incertezza pure sulle riforme: chi spinge per salvare il patto con Renzi e chi vorrebbe buttarlo ai pesci. Ieri a colazione Berlusconi, condividendo con Brunetta un'insalata di riso con granturco e verdure, ha teorizzato la linea del «wait and see», in pratica di lasciare al premier la prossima mossa. Vuole vedere se Renzi reggerà gli accordi sottoscritti al Nazareno, oppure sarà tentato di procedere senza Forza Italia, magari offrendo qualche sconto sulla legge elettorale ai partiti minori.

Un motivo di consolazione per Berlusconi giunge intanto da chi meno ci si aspetterebbe: cioè dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo sul presunto «complotto» europeo segnalato da Geithner. Per ora nel dossier c'è soltanto il libro dell'ex ministro Usa, insieme con la denuncia della Biancofiore.

 

 

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