ignazio marino

RICICCIA IL SOTTO-MARINO: “IL PD HA UTILIZZATO L’INCHIESTA 'MAFIA CAPITALE' CONTRO DI ME. GUERINI, ATTUALE MINISTRO DELLA DIFESA, MI SUGGERÌ FORTEMENTE DI SOSTITUIRE IL MIO VICE-SINDACO NIERI CON CORATTI CHE È IN CARCERE CON UNA CONDANNA DEFINITIVA. E ORFINI… - A ROMA LA MAFIA ESISTE, CHI MUOVE LE LEVE DELLA CAPITALE SONO SEMPRE GLI STESSI” - "UN GIORNO VENNI SGRIDATO DAL PREFETTO GABRIELLI PERCHÉ IN UN SOPRALLUOGO A OSTIA DISSI..."

Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

IGNAZIO MARINO

Professor Ignazio Marino, la Cassazione ha stabilito che il Mondo di mezzo non era mafia, ma un sodalizio criminale. Per la città è un motivo di sollievo non avere questa etichetta. Concorda?

«Io sarei arrogante, oltre che sciocco, a dare un giudizio sulle decisioni della Suprema Corte. Quella drammatica etichetta di città in mano alla Mafia rimbalzò su tutti i media del mondo e questo danneggiò non solo Roma ma anche l'Italia. Per fortuna Roma ha una storia plurimillenaria così ricca di eventi e così densa di arte e cultura che alla fine questi aspetti continuano a prevalere nell'immaginario collettivo dei popoli stranieri».

 

Ma c'è stato secondo lei un cortocircuito politico-mediatico-giudiziario in questa inchiesta?

«La condanna mediatica venne trasmessa agli italiani e al resto del mondo prima che si avviasse il procedimento giudiziario. Ma questo avviene di regola nel nostro Paese. Il segreto istruttorio è violato regolarmente e nessuno sa spiegare come questo accada dal momento che il materiale è nelle mani della magistratura alla quale la nostra Costituzione ha affidato un ruolo fondamentale e indipendente nell'organizzazione dello Stato».

 

E' consapevole di esserci finito dentro anche lei?

ignazio marino

«A inizio luglio 2013 affermai che già in quelle prime settimane di lavoro da sindaco avevo percepito la presenza di qualche forma di criminalità organizzata. Venni contraddetto dall'allora prefetto Pecoraro. Basta pensare a Ostia, dove fu chiaro che vi era un vero controllo del territorio da parte di alcune famiglie. Un giorno venni sgridato dal prefetto Gabrielli perché in un sopralluogo a Ostia mi lasciai sfuggire a voce alta un pensiero.

 

Dissi: Qui serve l'esercito con le armi lunghe. Ho il totale rispetto della sentenza della Corte di Cassazione e se così hanno affermato gli ermellini vuol dire che in questo caso non c'è mafia, ma certamente la mafia a Roma esiste».

 

L'atteggiamento del Pd fu schizofrenico?

«Dopo i primi arresti nel dicembre del 2014 riuscii finalmente a cambiare i vertici di aziende come l'Ama e a sostituire il Presidente del Consiglio Comunale. Il vice-segretario nazionale del Pd, l'onorevole Guerini, attuale Ministro della Difesa, mi suggerì fortemente di sostituire il mio vice-sindaco Luigi Nieri con Mirko Coratti. Mi spiegò che questo avrebbe tranquillizzato il Pd.

PAOLO GUARINO IGNAZIO MARINO

 

Io gli risposi che consideravo Luigi Nieri integerrimo e che la scelta del vice-sindaco è prerogativa del sindaco. Certo non migliorai i miei rapporti con il Pd ma nei fatti, e lo dico con sofferenza perché non c'è nulla di cui gioire, Mirko Coratti è in carcere con una condanna definitiva».

 

Sui colpi della pressione mediatica, il Pd utilizzò anche l'inchiesta per far dimettere in massa i consiglieri davanti a un notaio? Lei parlò di giustizialismo. Conferma?

«Diciannove consiglieri del Pd si chiusero nella stanza di un notaio per far cadere il sindaco eletto dal popolo. Il Pd è stato generoso e li ha quasi tutti premiati con nuove importanti cariche.

 

A me rimane l'orgoglio di aver chiuso la discarica di Malagrotta, aver aperto la Metro C, pedonalizzato i Fori Imperiali e piazza di Spagna. E comunque soffrii per quell'azione di alcuni politici di professione, ma non mi sorpresi. Due mesi prima Orfini, allora presidente del Pd, mi suggerì di dimettermi prima che il Consiglio dei ministri decidesse se Roma avesse una Giunta infiltrata dalla mafia o no. Io risposi che non lo avrei mai fatto perché la mia Giunta di certo non piaceva ai partiti ma non era infiltrata dalla mafia. Ma era un ostacolo agli affari di Buzzi e Carminati, come dimostrano le intercettazioni».

ignazio marino

 

ignazio marino er piu matto

Il M5S ha cavalcato la parola mafia per fini elettorali. Ora dovrebbe chiedere scusa ai romani?

«Non so dare definizioni o suggerimenti al M5S. È un movimento politico che negli ultimi anni ha affermato tutto e il contrario di tutto. Dalle Olimpiadi, allo Stadio della Roma, alla gestione dell'acqua che vorrebbe totalmente pubblica ma poi incassa i dividendi milionari di Acea per Roma, alle norme relative a quanto sia etico rimanere in carica. Dovevano essere due mandati ma poi è stato ideato il mandato numero zero. Straordinario».

ignazio marino presenta il suo libro 8ignazio marino

 

Per la sindaca Virginia Raggi questa sentenza segna la fine di un alibi politico?

«Io non sono in grado di giudicare l'operato di Virginia Raggi: infatti, prima dell'operato e dei risultati spesso mi sono chiesto se ha studiato il disegno urbano e le infrastrutture di Roma e se ha magari iniziato a pensare a una sua visione strategica».

 

La sentenza ha comunque condannato esponenti di maggioranza e minoranza della sua consiliatura: ora la politica romana si è dotata dei giusti anticorpi?

ignazio marino presenta il suo libro 5ignazio marino renzi IGNAZIO MARINOIGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO IGNAZIO MARINO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ignazio marino presenta il suo libro 11ignazio marino visto da spinoza ignazio marino in bici visto da spinozaIGNAZIO MARINO ALLA PRIMA DI SUBURRA

«Da 8.000 chilometri di distanza a me sembra che chi muove le leve della Capitale d'Italia siano sempre gli stessi».

ignazio marino presenta il suo libro 7ignazio marino con william kentridgeignazio marino presenta il suo libro 9

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…