1. MARINO SBUGIARDATO SULLE MULTE: NON C’È NESSUN HACKER, IL SUO PERMESSO “TEMPORANEO E POSDATATO” È ANCORA NEL SISTEMA. BASTA CAMBIARE LA CHIAVE DI RICERCA 2. IL “SINDACO IN BICI”, CHE HA COME UNICO PROGRAMMA POLITICO LA GUERRA ALLE AUTO, RISCHIA DI ESSERE ASFALTATO DALLA SUA PANDA. DOMANI LA MOZIONE DI SFIDUCIA DI NCD 3. E RISPUNTA LA STORIA DELLE NOTE SPESE TRUCCATE PER CUI FU CACCIATO DALL’UNIVERSITÀ DI PITTSBURGH NEL 2002. ANCHE ALLORA PARLÒ DI UN PIANO PER FARLO FUORI 4. MA A FARLO FUORI POTREBBE ESSERE IL SUO STESSO PARTITO. SE I CAPIGRUPPO LO DIFENDONO (“UNA MERA DIMENTICANZA AMMINISTRATIVA”), IL PD PREPARA LA SUCCESSIONE 5. SE SI VA ALLE URNE IN PRIMAVERA, SALTA ANCHE IL SINDACO MARZIANO. IL PD HA PERSO IL CAPOGRUPPO AL COMUNE E COME CANDIDATO GIRA IL NOME DI PAOLO GENTILONI

1. MARINO SBUGIARDATO SULLE MULTE TAROCCATE ORA RISCHIA IL POSTO

Massimo Malpica per “il Giornale

 

ignazio marinoignazio marino

L'improbabile vicenda delle multe «sospese» al sindaco di Roma Ignazio Marino sembra mutare genere. Da spy story, sta virando ogni giorno di più verso la tragicommedia. E il protagonista, il chirurgo prestato al Campidoglio, su quel colle è sempre più solo. Vacilla per non aver voluto pagare poco più di 600 euro di multe.

 

Va avanti tra gli sberleffi, con l'opposizione che chiede apertamente la sua testa, le Iene che lo tampinano in bici rischiando di farlo ruzzolare e nessuna levata di scudi dal Pd. Il «suo» partito è diviso tra chi vorrebbe un suo passo indietro e chi temporeggia per timore di perdere Roma. L'«attacco hacker» denunciato dal sindaco sabato e sul quale indaga anche la procura, da salvagente rischia di trasformarsi in un canotto sgonfio e piombato.

 

L'ipotesi di Marino è nota: un pirata informatico avrebbe cancellato dai server del Campidoglio il suo «permesso temporaneo» postdatato, quello che a suo dire avrebbe giustificato la sospensione delle otto multe (solo quattro notificate) beccate dalla Panda rossa del sindaco a giugno e luglio, tra la scadenza del suo pass ztl precedente e il rilascio del nuovo.

 

IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA

Anche se non è chiaro come l'auto potesse essere messa in «white list» retroattivamente, visto che per otto volte le telecamere ai varchi l'avevano immortalata senza pietà, dimostrando che la targa non era registrata tra i permessi.
 

Comunque sia, l'attacco informatico sarebbe avvenuto tra venerdì, quando Marino ha stampato l'elenco dei suoi permessi che comprendeva quello temporaneo (e postdatato), e sabato, quando una nuova verifica sul sistema avrebbe restituito un elenco privo di quel documento.

 

IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA FOTO LAPRESSE IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA FOTO LAPRESSE

Il sindaco ha strillato la sua verità in un video su Facebook, nel quale mostra le due stampate, quella regolare e quella a suo dire «sabotata», lanciando strali contro le «molte persone che preferirebbero una capitale che funzioni sulla base di favori e forse anche di tangenti». Ma a disintegrare la strategia difensiva di Marino è stato una volta ancora il senatore Ncd Andrea Augello. 

 

IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA FOTO LAPRESSE IGNAZIO MARINO IN BICICLETTA FOTO LAPRESSE

Dopo aver sollevato la questione delle contravvenzioni mai pagate, ieri Augello ha dimostrato l'infondatezza delle accuse del sindaco: i due documenti sventolati nel video da Marino sono semplicemente frutto di due diversi tipi di interrogazione del sistema di ricerca dei permessi. Augello ieri mattina ha replicato l'operazione grazie a «una pia fonte anonima». Inserendo «Ztl» nel campo «tipo di permesso» il sistema restituisce solo l'elenco dei pass definitivi. Lasciando in bianco lo stesso campo, spunta anche il permesso temporaneo postdatato di cui Marino denunciava la dolosa cancellazione.
 

Secondo Augello, chi ha ottenuto i due documenti non poteva non sapere che l'apparente anomalia era frutto di due interrogazioni differenti. Ma chi ha prodotto quello che ha tutta l'aria di essere l'unico «dossier falso» di questa storia? Lo stesso Marino o qualcun altro, che poi ha servito al sindaco la polpetta avvelenata? Per Augello non c'è nessun hacker, solo qualcuno che «cerca di imbrogliare la gente».
 

CITTADINI PROTESTANO PER LA PANDA DI MARINOCITTADINI PROTESTANO PER LA PANDA DI MARINO

E per Marino, in serata impegnato in una riunione straordinaria con la maggioranza, il clima non è dei migliori. In attesa della mozione di sfiducia che Ncd presenterà domani, Marino ha passato la giornata a evitare le domande, mentre si vociferava di dimissioni sue o del capo di gabinetto Luigi Fucito (che ha smentito).

 

Solo in serata una timida difesa da parte della sua maggioranza, al termine del vertice con i consiglieri: «Si è montato un caso politico su una mera dimenticanza amministrativa», hanno dichiarato i capigruppo, che alla poltrona ci tengono ancora. Almeno per un altro po'.

 

 

2. LA STORICA FIGURACCIA NEGLI USA: QUANDO DA CIRURGO VENNE CACCIATO DA PITTSBURGH PER FALSI RIMBORSI

Patricia Tagliaferri per “il Giornale

 

LA PANDA DI MARINO NELL'AREA  RISERVATA DEL  PARCHEGGIO DEL SENATOLA PANDA DI MARINO NELL'AREA RISERVATA DEL PARCHEGGIO DEL SENATO

Il pasticciaccio delle multe del sindaco di Roma non è il primo incidente di percorso in cui incappa Marino. Anche quando non si era ancora dato alla politica il chirurgo aveva fatto parlare di sé in toni non proprio lusinghieri, come documentato dal Foglio nell'estate del 2009.

 

Alla luce di quanto sta accadendo in queste ore vale la pena raccontarla di nuovo quella storia, arrivata al giornale diretto da Giuliano Ferrara direttamente dagli States. Questa volta non si tratta di multe, ma di rimborsi spese truccati.

 

Una brutta vicenda, nel 2002, che ha costretto Marino, allora un luminare nell'ambito della cardiochirurgia, a dimettersi senza condizioni da tutti gli incarichi legati alla prestigiosa University of Pittsburgh Medical Center, compreso quello di direttore dell'Ismet, il centro di trapianti di fama internazionale nato a Palermo in collaborazione con l'università americana.

Andrea Augello Andrea Augello

 

Anche in quel caso, come oggi con la questione del permesso scaduto, Marino si distinse per i salti mortali con cui cercò di allontanare da sè l'accusa di aver intascato negli anni ottomila dollari di rimborsi spese ritenuti irregolari perché ottenuti presentandoli in copia alla stessa amministrazione sia in Italia che negli Usa.

 

Durissimi i termini della lettera con cui il direttore dell'Upmc, Jeffrey A. Romoff, affrettò il congedo dalla sua università del chirurgo, poi candidato alla segreteria del Pd nel 2009, inciampato in una banale e squallida storia di note spese truccate.

 

«Come restituzione dei rimborsi spese doppi da lei ricevuti - si legge nella lettera - accetta di rinunciare a qualsiasi pagamento erogato dall'Upmc o dall'Upmc Italia ai quali avrebbe altrimenti diritto, compreso lo stipendio per il mese di settembre 2002». A Marino venne concessa una settimana per liberare l'ufficio di Palermo e gli venne intimato di non fare nemmeno ritorno nell'ufficio di Pittsburgh.
 

Per l'università americana quelle compiute da Marino furono «una serie di irregolarità intenzionali e deliberate». «Riteniamo di aver scoperto dozzine di originali duplicati di ricevute con note scritte da lei a mano - continua la lettera - e sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi degli ospiti scritti a mano sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati all'Upmc Italia».

SILVIO DI FRANCIA LIONELLO COSENTINO SILVIO DI FRANCIA LIONELLO COSENTINO

 

Il tutto sottoscritto da Marino. Il quale, quando la storia finì sui giornali, fornì la sua versione affermando di averle segnalate lui per primo all'amministrazione le discrepanze nelle note spese. E anche allora, come oggi, parlò di un piano per farlo fuori.

 

 

3. SINDACO E PD, IN ONDA L’ULTIMA LITE

Alessandro Capponi per “il Corriere della Sera - Roma

 

Nei difficili rapporti tra il Pd e il sindaco questo, forse, è il punto più basso. E la telefonata di ieri nel tardo pomeriggio tra Ignazio Marino e il segretario romano Lionello Cosentino proprio non ha risolto i problemi. 
 

Se possibile, anzi, ha acuito la distanza. Diversità di vedute, e non (solo) sulla questione delle multe: perché per il Pd la vicenda della ztl si risolverebbe con un passo indietro, tante scuse e tanti saluti, e perché, soprattutto, al momento i problemi sono altri, quelli che attanagliano della città — dalle periferie ai trasporti all’immondizia, in sintesi le criticità emerse dal sondaggio che portò alle dimissioni del capogruppo Francesco D’Ausilio — ed è su quelli che bisognerebbe concentrarsi, e se possibile correggere la rotta.

Paolo Gentiloni Paolo Gentiloni

 

Stamattina il gruppo del Pd in Campidoglio si riunirà per decidere il da farsi: naturalmente, ufficialmente, nessuno ipotizza di smarcarsi dal sindaco. Ufficiosamente, però, la tentazione — almeno in alcuni — esiste.

 

Di certo, la vicenda romana appare legata a doppio filo a quella nazionale: perché quando e se Renzi deciderà di mandare l’Italia al voto, allora — con ogni probabilità — toccherà anche a Roma. Che accada o meno è tutto da vedere ma ciò che è certo — e che racconta l’aria in Campidoglio — è che in molti, ieri, facevano il nome dell’attuale ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, come possibile candidato alla successione di Marino. 
 

Per il futuro immediato sarà fondamentale la direzione di venerdì del Pd Roma: saranno in molti ad intervenire, consiglieri comunali inclusi. E, dicono, non si faranno sconti. Sul tavolo, a separare Marino e Pd, c’è molto: dalla vicenda capogruppo (secondo alcuni Marino adesso gradirebbe Valeria Baglio) all’incontro con gli eletti organizzato lunedì senza farne parola al Pd.

 

Paolo Gentiloni Paolo Gentiloni

E ancora: le iniziative nei circoli Pd organizzate dal sindaco in perfetta autonomia. Appena dietro, c’è il merito della vicenda che ha portato Francesco D’Ausilio alle dimissioni: il sondaggio, lo scarso gradimento tra i cittadini, i problemi che assillano i romani. In una domanda: cosa deve fare il Pd? Continuare a sostenere Marino? In quale forma? La direzione di venerdì sarà decisiva. 
 

E però certo a rasserenare il clima non aiutano i rapporti tra il Pd Roma e il primo cittadino. Così anche l’ipotesi di cercare di indirizzare l’azione amministrativa viene freddata dalle risposte: «Se tendi una mano ci deve essere qualcuno pronto a stringerla». E comunque sembrano fondamentali i prossimi due appuntamenti: appunto la direzione di dopodomani e la conferenza programmatica di fine mese.

 

IGNAZIO MARINO IGNAZIO MARINO

Venerdì, inoltre, sarà più chiaro anche a chi toccherà fare il capogruppo: partita apertissima, al momento. Si vocifera di un incontro a tre nei giorni scorsi tra il sindaco, Claudio Mancini e Gianni Paris. Ma è di tutta evidenza che un nome gradito a Marino, dicono dal Pd, in qualche modo trasformerebbe l’eletto nel «delegato del sindaco al gruppo in Campidoglio». Situazione complessivamente non semplice: e la animatissima riunione di maggioranza di ieri sera non pare proprio aver risolto i problemi. 

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)