ROMA CAPUT O KAPUTT? - AFFOGATA DAI DEBITI, LA CAPITALE RISCHIA IL DEFAULT - MARINO “SE FALLISCE TRASCINA GIÙ IL PAESE. A RISCHIO IL RATING NAZIONALE”

Alessandro Capponi per il "Corriere della Sera"

Roma capitale del baratro economico: se affonda, sostiene Ignazio Marino, rischia di trascinare con sé il Paese. Il sindaco lo spiega senza troppi giri di parole: «In questi giorni tutto il mio tempo è stato dedicato all'interlocuzione con il governo nazionale e alla preoccupazione che esiste di un fallimento di Roma, che evidentemente determinerebbe un abbassamento del rating del Paese».

Il Bilancio di previsione 2013 da votare adesso, alla fine dell'anno, con sette giorni di tempo per evitare l'intervento del prefetto - la scadenza è fissata al 30 novembre - con un «buco» di 816 milioni di euro, e con le opposizioni che minacciano «centomila» tra emendamenti e ordini del giorno per paralizzare la discussione in aula.

E così Marino decide di non nasconde i pensieri cupi, suoi e del governo: e conferma i contatti avuti nei giorni scorsi con numerosi esponenti dell'esecutivo - dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, a quelli frequenti con il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni - tesi a scongiurare l'ipotesi default che, evidentemente, non penalizzerebbe solamente la Capitale.

Ma il Campidoglio, certamente, non può contare sulle larghe intese: sono giorni tesissimi, le opposizioni accusano, l'ex sindaco Gianni Alemanno parla di una «maggioranza non degna di governare».

E Marino, eletto da qualche mese, accusa chi - come l'ingegner Alfio Marchini, imprenditore già candidato al Campidoglio - nei giorni scorsi si era detto «non spaventato» dall'ipotesi default perché «meglio affrontare subito il problema»: «Chi invoca il default - attacca il sindaco - si assume una responsabilità gigantesca».

La replica di Marchini è su Facebook: «Si continua con la politica degli struzzi illudendo i romani che l'anno prossimo andrà meglio e che ripartiranno investimenti e servizi, dimenticando però di dire come si ripianerà un buco che nel 2014 sarà di circa un miliardo di euro?». E Marino, su Twitter: «Riporteremo Roma sulla strada giusta». Le polemiche, semplicemente, non si contano.

Così ieri il sindaco ha chiesto e ottenuto che l'esame del Bilancio cominciasse il prima possibile, oggi: «Dobbiamo dare un segnale di responsabilità, in una fase di emergenza la politica lavora sempre, anche di domenica». Ma il calendario stilato dal presidente dell'aula Giulio Cesare, Mirko Coratti del Pd - discussione ogni giorno dalle 10 del mattino alle dieci della sera, con prevedibili sedute in notturna, «a oltranza» - ha scatenato le accuse del Nuovo centrodestra: «Una violenza perpetrata ai danni delle opposizioni, non era mai successo nella storia di Roma».

La replica di Coratti: «La città è amministrata da undici mesi in assenza di programmazione finanziaria, non perdere neanche un minuto è solamente un atto di responsabilità verso i cittadini». Il M5S promette: «Non manderemo Roma in default». La situazione della Capitale, comunque, non è semplice: le società controllate producono un «buco» annuale di oltre un miliardo. E tra queste l'Atac, l'azienda dei trasporti che ieri ha firmato un accordo con i sindacati ma che è alle prese con la protesta degli autisti. «Se non accoglieranno le nostre richieste - dicono - la settimana prima di Natale paralizzeremo Roma forse anche come hanno fatto a Genova». Roma capitale, sì, del baratro.

 

 

Ignazio Marino e Anna Falchi ALFIO MARCHINI jpegGianni Alemanno Mirko Coratti atac b

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…