mario draghi oporto

“IO VOGLIO RIAPRIRE MA USIAMO LA TESTA” - MARIO DRAGHI INDICA LA STRADA PER IL RITORNO ALLA NORMALITA’: “BISOGNA FARLO IN SICUREZZA, CALCOLANDO BENE IL RISCHIO CHE SI CORRE. QUINDI NOI ORA STIAMO ESAMINANDO I DATI, CHE SONO ABBASTANZA INCORAGGIANTI” - LA LIBERALIZZAZIONE DEI VACCINI? UN'APPLICAZIONE TEMPORANEA, CIRCOSCRITTA, NON DOVREBBE COSTITUIRE UN DISINCENTIVO ALLA PRODUZIONE. PERCHÉ QUESTO È QUELLO CHE TUTTI TEMONO” - LA RICHIESTA ALL’UE DI CREARE UN “GREEN PASS” UNICO PER IL TURISMO

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

MARIO DRAGHI A OPORTO

«Io voglio riaprire, voglio che le persone tornino fuori a lavorare, a divertirsi, a stare insieme. Ma bisogna farlo in sicurezza, calcolando bene il rischio che si corre. Quindi noi ora stiamo esaminando i dati, che sono abbastanza incoraggianti. Per quanto riguarda le vaccinazioni, il 90% di coloro che han più di 80 anni e più di 90 ha ricevuto almeno una dose, quasi il 70% di quelli che hanno più di 70 anni hanno ricevuto anch' essi una dose. C'era un momento - non so se vi ricordate - non tanto tempo fa, in cui quelli che avevano più di 70 anni erano praticamente una delle classi meno vaccinate che ci fossero in Italia. Questo è molto importante».

 

MARIO DRAGHI A OPORTO

Al termine del vertice europeo di Porto, in cui si è concentrato sui diritti sociali, sulla proroga del programma europeo (Sure) di sostegno alla disoccupazione, e infine sul dibattito che riguarda i brevetti dei vaccini e la loro liberalizzazione, ponendosi di fatto in una posizione mediana fra Washington e Bruxelles, Mario Draghi ritorna alle questioni che più riguardano gli italiani: «Dal 26 aprile al 7 maggio il numero di ricoveri ordinari in terapia intensiva è calato di oltre il 20%, il tasso di positività è sceso dal 5,8 al 3,2, le vittime sono tante ancora, ma sono in forte diminuzione, se l'andamento dovesse continuare in questa direzione, chiaramente la Cabina di regia procederà ad altre riaperture. È importante essere graduali anche per capire quali riaperture hanno più effetto sui contagi e quali meno. Farle sì, ma con la testa, dunque essere prudenti».

 

produzione vaccini 7

Ma alla riaperture e all'avvicinarsi della stagione turistica, il premier abbina un altro argomento, quello del passaporto vaccinale unico per tutti i Paesi dell'Unione, uno strumento che a giudizio di Draghi va messo a punto quanto prima: «È stato chiesto con molta enfasi da parte nostra, che la Commissione e il Parlamento europeo procedano con la massima rapidità alla definizione del Green certificate per avere un modello europeo, perché se ogni Paese ha il suo certificato e attua misure diverse, per quanto riguarda il turismo ci sarà una gran confusione. E con la ripartenza del turismo bisogna considerare anche che gli aeroporti diventano dei luoghi a cui guardare con molta attenzione perché sono ovviamente luoghi dove i contagi possono succedere. Quindi bisogna rinforzare i controlli».

 

produzione vaccini 8

Poi si torna sulla proposta di Washington sui brevetti dei vaccini. In questo caso Draghi loda le ragioni di Biden, ma allo stesso tempo rimarca la complessità del tema: «La posizione di Biden deve ancora essere capita nella sua completezza, ma credo che venga da una constatazione: ci sono milioni di persone che non hanno accesso ai vaccini, o per mancanza di distribuzione o per mancanza di denaro, che stanno morendo.

 

Ci sono le grandi case farmaceutiche che producono questi vaccini che hanno avuto delle sovvenzioni governative imponenti, quindi ci si aspetta da loro qualcosa in cambio. Peraltro un'applicazione temporanea, circoscritta, non dovrebbe costituire --questo me lo dicono gli esperti - un grande disincentivo alla produzione. Perché questo è quello che tutti temono».

 

PASS VACCINALE 2

E sin qui Draghi sembra aderire alla posizione americana, ma subito dopo sposa anche i dubbi dei colleghi europei. E infatti «il fatto di liberalizzare il brevetto, sia pur temporaneamente, non garantisce la produzione dei vaccini. La produzione di questi vaccini è molto complessa: richiede tecnologia, specializzazione, organizzazione. Secondo: questa produzione deve essere sicura e la liberalizzazione non garantisce questa sicurezza.

 

PASS VACCINALE

Quindi la situazione è molto complicata. Prima di arrivare alla liberalizzazione dei vaccini bisognerebbe rimuovere il blocco alle esportazioni che oggi gli Stati Uniti e il Regno Unito continuano a mantenere. La seconda è accelerare la produzione, attraverso il trasferimento tecnologico, l'individuazione di nuovi siti. Noi stiamo facendo tutto questo. Resta il problema che questo va fatto nei Paesi i cui abitanti stanno morendo perché non hanno accesso ai vaccini e non hanno denaro. Quindi il vantaggio, il merito di questa proposta è aver aperto una porta, vediamo che cosa significa, poi lo considereremo e decideremo».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO