MARO’-NNA MIA STANNO TORNANDO! - LE FAMIGLIE ASPETTANO GIRONE E LATORRE CON ‘’IL CUORE IN FESTA” - TORNERANNO IN INDIA ALLA FINE DELLA LICENZA? “CERTO, PAROLA DI ITALIANI” - LA CAUZIONE DI 800MILA EURO E LA PROMESSA SOLENNE NON RASSICURANO GLI INDIANI - ULTIMI INTOPPI I DA RISOLVERE: RIUSCIRANNO A ESSERE A CASA PER IL 24 DICEMBRE? – SARANNO CANDIDATI AL PARLAMENTO? AH SAPERLO…

1 - LE FAMIGLIE PREPARANO LA FESTA DI BENVENUTO E C'È CHI VUOLE CANDIDARLI...
Andrea Pasqualetto per il "Corriere della Sera"

Nella villetta a schiera di Torre a Mare (Bari) già campeggia una gigantografia su sfondo tricolore di Salvatore Girone in uniforme. In casa ci sono la moglie Vania e i piccoli Michele e Martina di 9 e 6 anni che non lo vedono da oltre dieci mesi, quando il marò fu fermato con il suo collega Massimiliano Latorre con quell'accusa: omicidio dei due pescatori indiani scambiati per pirati. Dal balcone del primo piano Vania sorride per la prima volta: «Abbiamo il cuore in festa, un momento di grande, grandissima gioia. Un grazie alle istituzioni italiane e a quelle indiane».

E si commuove. Natale speciale anche per i Latorre, a Taranto, dove Massimiliano potrà riabbracciare la moglie Rosalba e i suoi tre piccoli di 12, 10 e 3 anni, che hanno vissuto lo stesso dramma e la stessa torturante attesa. «Sono in brodo di giuggiole, era da giorni che aspettavamo questa notizia, dopo un assordante silenzio», racconta Franca, la sorella, che dopo aver ricevuto quell'sms liberatorio, «Casa sì», dal suo Max promette abbondanza di gusti: «Orecchiette con le cime di rapa e baccalà fritto, lui potrà chiedere qualsiasi cosa, avrà solo l'imbarazzo della scelta e sarà un piacere accontentarlo».

Insomma, non sarà facile per Salvatore e Massimiliano tornare in India fra 15 giorni, quando scadrà la licenza concessa dall'Alta Corte del Kerala che, temendo di non rivederli più, ha chiesto una garanzia finanziaria di 60 milioni di rupie: 826 mila euro. Se cedessero alla tentazione si tratterebbe del Natale più costoso della storia. Difficile però, con quella solenne promessa di entrambi in mondovisione: «Se torneremo in India? Certo, noi abbiamo una parola sola, ed è una parola di italiani!».

Nonostante tutto. Nonostante cioè le orecchiette con le cime di rapa e lo zuccherino allungato dal presidente di Grande Sud, la senatrice Adriana Poli Bortone: «Una soluzione ci sarebbe: candidarli alle prossime elezioni politiche. Una volta eletti, avrebbero il passaporto diplomatico e non potrebbero essere processati in India». Le famiglie dei due marò non ci pensano. «Per me sarà un vero grande Natale», esulta Christian D'Addario, nipote di Massimiliano. È stato lui a ricevere il primo sms dall'India: «Mi ha detto di aspettarlo che stava arrivando. Pensavo fosse la solita battuta. Ma poi ho sentito la voce e l'emozione. E gliel'ho detto: ti adoro».

2 - RISULTATO ALL'ULTIMO MINUTO KOCHI TEME CHE NON TORNINO...
Francesco Semprini per "la Stampa"

Una partita giocata su tutti i tavoli. E' stata questa, in sintesi, la strategia seguita dalle istituzioni italiane nel controverso caso dei due militari del Reggimento San Marco. Dopo dieci mesi di permanenza forzata in India, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone potranno tornare in Italia per merito della licenza disposta dal giudice dell'Alta Corte del Kerala.

Si tratta di un permesso di due settimane che scatteranno a partire dal momento in cui i militari lasceranno l'India per trascorrere il Natale con le rispettive famiglie. Un risultato parziale e sofferto giunto fra l'altro in extremis, visto che a ridosso delle festività la Corte Suprema non aveva ancora fissato alcuna udienza per la sentenza definitiva. Un immobilismo che ha caratterizzato tutta la vicenda di Latorre e Girone processati con l'accusa, non ancora provata, di aver ucciso due pescatori mentre erano in servizio antipirateria su una nave mercantile. Il destino dei due fucilieri di marina sembrava destinato, ancora una volta, a rimanere ostaggio irriscattabile di una situazione controversa dinanzi a cui le istituzioni italiane hanno sempre dichiarato la loro fiducia nei confronti di quelle indiane e per questo hanno sempre atteso la decisione dell'Alta corte.

È questo il primo cambio di rotta, secondo quanto riferito da fonti vicine agli ambienti diplomatici, ovvero il governo italiano di fatto ha sostenuto la richiesta di licenza avanzata dai due militari prima ancora che arrivasse un verdetto da parte dei giudici. Questo però rischia di creare un precedente che potrebbe in qualche modo incidere sull'intera vicenda, visto che la richiesta rivolta all'Alta Corte del Kerala implicitamente è un riconoscimento di competenza giurisdizionale delle autorità indiane.

In realtà l'Italia, come ha sottolineato ieri di nuovo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sempre sostenuto che l'operato dei due fucilieri del Reggimento San Marco deve essere giudicato dall'Italia. E' forse questo che avrebbe spinto le autorità giudiziarie indiane ad accogliere la richiesta dei militari nonostante tutte le controindicazioni del caso come le proteste dei pescatori o il rischio di non veder più tornare i due cittadini italiani sotto processo. Ipotesi su cui alle tutele del tribunale, come la cauzione di oltre 800 mila euro e la dichiarazione giurata dell'ambasciatore d'Italia, si sono aggiunte le garanzie di rispetto degli impegni da parte delle istituzioni italiane e degli stessi militari. A questo punto, si chiedono in molti, se questo risultato non poteva essere raggiunto prima .

Ci si domanda inoltre quale sarà l'atteggiamento dell'Italia nei confronti delle autorità indiane una volta che la licenza sarà scaduta, ovvero col ritorno forzato di Girone e Latorre a Kochi. Nel frattempo permangono tutta una serie di incognite, prima di tutto la data di arrivo e quindi di partenza dei marò: secondo le previsioni più ottimistiche i due potrebbero giungere in patria già la prossima domenica, ma alcuni non escludono che il tutto potrebbe slittare addirittura a dopo il 24 dicembre.

Il nodo è nel rilascio dei due passaporti e del visto di uscita da parte del tribunale di Kollam, una località che si trova a oltre tre ore di auto da Kochi e dove la delegazione italiana, assistita dai legali, è da stamane presto al lavoro per sistemare quanto prima la pratica. I tempi della burocrazia indiana, così come mostrato in questi dieci mesi, non depongono a favore. C'è tuttavia chi non esclude che per i due militari possano servire dei passaporti nuovi, ipotesi questa per la quale entrerebbero in gioco le istituzioni italiane.

Un altro nodo da sciogliere è l'istruttoria aperta in Italia nei confronti di Girone e Latorre elemento questo sul quale si potrebbe avanzare la pretesa di farli rimanere in patria visto che la loro presenza è imprescindibile per portare avanti il processo. Un'ipotesi per la quale qualcuno in India già parla di «puzza di imbroglio».

 

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