piazza della loggia meloni

“LA STRAGE NEOFASCISTA DI PIAZZA DELLA LOGGIA È UN DISCO ROTTO PER TUTTI TRANNE CHE PER MELONI” – MASNERI INFILZA LA PREMIER CHE NON ERA A BRESCIA MA “DA CONSUMATA INFLUENCER FACEVA LA SPIRITOSA A NAPOLI, E TUTTI A STARLE DIETRO, E GLI AIUTANTI DI PALAZZO CHIGI COME DEI FABIO MARIA DAMATO (IL BRACCIO DESTRO DI FERRAGNI), A RIPRENDERLA COL CELLULARE, E NESSUNO CHE SI SIA ACCORTO CHE LEI NON DOVEVA STARE LÌ” – LA DUCETTA PROVA A SPEGNERE LE POLEMICHE: “IL GOVERNO ERA PRESENTE A CAIVANO E ALL'ANNIVERSARIO DI PIAZZA DELLA LOGGIA A BRESCIA

Da corriere.it

giorgia meloni

La premier Giorgia Meloni, dopo le polemiche per la mancata partecipazione alla ricorrenza dei 50 anni dalla strage neofascista di piazza della Loggia a Bresciaha detto la sua in un'intervista esclusiva rilasciata al Corriere della Sera. «Il governo era presente in entrambe le cose, a Caivano e all'anniversario di Piazza della Loggia a Brescia». 

 

«Il Consiglio dei ministri esiste per una ragione, una persona non può fare tutto, io rappresento i ministri e i ministri rappresentano me. Il governo c'era a Brescia e a Caivano. A Caivano sono andata personalmente perché avevo preso un impegno con i cittadini e dovevo tornare per mantenerlo

 

 

LA STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA

Michele Masneri per “il Foglio” - Estratti

 

 

(...)

strage piazza della loggia

In casa mia si è sempre parlato poco della strage di piazza Loggia (a Brescia solo “piazza Loggia”, che valeva sia per il luogo che per l’eccidio, ed era strano che quel toponimo che si frequentava per andare al caffè, o bigiare scuola, a fare tutto quello insomma che si fa in una peraltro bellissima piazza, fosse simbolo anche di orrore). Tranne il fatidico 28 maggio, quando implacabile a casa veniva messo un certo disco di cui dirò in seguito.

 

Ma prima, mannaggia esser nati con un po’ di senso del ridicolo e nella generazione che non si doveva lamentare mai. Però quest’anno appunto qualcosa cambia, mentre Meloni era a Napoli a fare la spiritosa invece di essere a Brescia dove doveva essere, questo  28 maggio che arriva 50 anni dopo il 1974, giorno “di piazza Loggia”.

 

strage piazza della loggia

Anniversario di una strage “neofa” in purezza, bollinata da infiniti processi e depistaggi, come ha sottolineato il presidente Mattarella due giorni fa. Quel giorno – ecco l’autobiografia sofferta, il memoir, il libro “necessario”, che “interroga il lettore” (ormai i libri devono per forza interrogare il lettore, ricordandogli evidentemente il liceo) –  mia mamma e mia zia erano in piazza.

 

Piazza che dista peraltro 200 metri dalla casa dove stavamo noi e dove per lo scoppio saltarono i vetri alle finestre  (mio nonno era invece a Fiuggi a “fare le acque”,  le linee telefoniche furono interrotte per ore, insomma gran spavento). Morirono come si sa otto persone. Giulietta Banzi Bazoli, figlia del fratello del poi capo dell’AmbroVeneto e Banca Intesa, dei Trebeschi, famiglie note in città. 

SERGIO MATTARELLA - COMMEMORAZIONE STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA - BRESCIA

 

(...) Noi bresciani siamo popolo dignitoso e uso al lavoro, lontani dal chiagni e fotti, e non si sono, non ci siamo mai lamentati troppo in questi anni, però due giorni fa eravamo tutti commossi col presidente Mattarella.

 

Al Teatro Grande a un certo punto hanno fatto partire anche la registrazione audio della bomba, e lì, improvvisamente, è arrivata quella madeleine stragistica. Era quel famoso disco che ho sentito mille volte.

 

Perché in casa mia il 28 maggio ci facevano una testa così col disco della strage. Si sente arringare la folla da parte di un sindacalista e poi un boato sordo e sinistro, e dopo interminabili secondi lo stesso sindacalista: “Compagni! State calmi! Non uscite dalla piazza”: noi bambini che intanto sognavamo  Vasco e Michael Jackson eravamo tenuti all’ascolto coatto di quella roba terrorizzante e dopo un po’ pure noiosa, diciamolo. Il disco della strage! Oggi chissà che metriche farebbe su Spotify.

SERGIO MATTARELLA - COMMEMORAZIONE STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA - BRESCIA

 

Ricordo ancora quella copertina rossa da cui la zia estraeva il micidiale vinile, la scritta in carattere helvetica; ieri l’ho cercato su eBay per non pensare di soffrire di allucinazioni. Eccolo, esiste, si intitola “Piazza Loggia 10.12”, l’ora della bomba;  17 euro, esaurito (mi sono sempre chiesto cosa ci fosse sul lato B). Crescendo poi ci siamo ribellati e il disco è rimasto nella sua fodera, e nonostante quella compilation dell’orrore, siamo rimasti di sinistra (almeno due su tre fratelli). 

SERGIO MATTARELLA - COMMEMORAZIONE STRAGE DI PIAZZA DELLA LOGGIA - BRESCIA

 

Quello della strage è sempre stato anniversario di celebrazioni sobrie, bresciane, er trauma è rimasto sopito per tanti anni. Poi però due giorni fa, con la premier che da consumata influencer faceva la spiritosa a Napoli, e tutti a starle dietro, e gli aiutanti di Palazzo Chigi come dei Fabio Maria Damato (il braccio destro di Ferragni), a riprenderla col cellulare, e  nessuno che si sia accorto che lei non doveva stare lì, bensì a Brescia, insieme al disco, è scattato qualcosa.

 

GIORGIA MELONI

A Brescia non è andato neanche il governatore della Lombardia. Hanno spedito la ministra Bernini e qualche vice. Meriterebbero di passare un giorno intero a risentire l’album della strage. Lato A e pure lato B, vabbè.

PIAZZA DELLA LOGGIAPIAZZA DELLA LOGGIASTRAGE PIAZZA DELLA LOGGIA - BRESCIA - 28 MAGGIO 1974

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…