TRISTE FINALE PER MASTELLIK - L’UDEUR FUGGE DALLA SEDE DI VIA DANDOLO A ROMA LASCIANDO UN BUCO DI 22 MILA € D’AFFITTO E 3 MILA € DI CONDOMINIO - I CONDOMINI: “MA L’UDEUR I RIMBORSI ELETTORALI NON LI PRENDE?” - QUANDO è ARRIVATO L’UFFICIALE GIUDIZIARIO, ERA Già TROPPO TARDI: LA SEDE ERA DESERTA - POVERO MASTELLONE: “ABBIAMO PROVATO AD AUTOTASSARCI, MA L’AFFITTO ERA TROPPO ALTO. SALDEREMO TUTTO”…

Fabrizio Peronaci per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

Hanno portato via i computer, le scrivanie, le lampade, i faldoni con la contabilità del partito e il materiale di cancelleria. Dall'oggi al domani. Via. L'ultimo dei portaborse dell'ex Guardasigilli, oggi parlamentare europeo, prima di spegnere la luce ha staccato dalla porta il cartello con la sagoma del campanile, 10 stelle a semicerchio e la scritta: «Udeur Popolari». Scala B, interno 5, via Dandolo 24: un elegante palazzo anni Venti vicino piazza San Cosimato, a Trastevere. Via a gran velocità, con tutti gli arredi. Peccato però che nessuno, in tanta concitazione, si sia ricordato un dettaglio: pagare una decina di mesi arretrati di affitto e almeno altrettante rate di condominio.

Nel filone «soldi e partiti» che tanto fa discutere gli italiani nei bar, negli uffici, in palestra, si innesta così questa variante: che fine hanno fatto i soldi della pigione?
A chiederselo, in un fitto scambio di email che coinvolge gran parte del condominio, sono gli ex vicini di Clemente Mastella. La fuga dai propri uffici è stata precipitosa: nella homepage di www.popolariudeur.it, ancora ieri pomeriggio, si poteva leggere: «Direzionale nazionale Udeur, nuova sede via Dandolo 24».

No, non più. L'appartamento al piano terra, sei stanze e due bagni per oltre 140 metri quadri virtualmente ancora occupati dal leader di Ceppaloni in quanto segretario politico, dal suo vice Paolo De Mese, dal caposegreteria Romano Carratelli, dall'ufficio tesseramento e dall'ufficio stampa, in realtà è sfitto dallo scorso 22 dicembre.

Dove ha traslocato Mastella? Nello stabile nessuno lo sa, sull'uscio non ci sono indicazioni, la portiera allarga le braccia: «Ma tutto da me volete sape'?». Quel che si conosce con certezza, invece, è il «buco» lasciato dal «partito del campanile»: secondo i calcoli del padrone di casa, che abita nello stesso palazzo, l'Udeur non ha versato 3.202,16 euro per il condominio (piuttosto esoso per le continue diatribe su qualsiasi argomento di interesse comune) e altri 22 mila per l'affitto (attorno ai 2.500 euro al mese).

Quanto alla prima somma, il proprietario, in nome della glasnost di caseggiato, ha fatto sapere a tutti di aver provveduto lui, rendendo pubblici importi e date di versamento: «Cari vicini, non volevo mettervi in difficoltà». Qualche giorno prima, per la verità, era circolata una voce assai diversa: «Amici miei, io con Mastella ci ho rimesso parecchio. Quindi le rate non pagate dall'onorevole sarebbe giusto che ce le accollassimo tutti».

Come che sia, la lite su questa prima voce sarebbe rientrata. Per l'affitto, invece, gli avvocati sono già al lavoro: l'ingiunzione di sfratto è partita subito dopo la chiusura della sede, mentre il relativo decreto è stato notificato il 21 marzo. «Mi sa che vonno Mastella, ma arriveno tardi!», ha esclamato una signora appostata davanti al portone, quella mattina, appena ha visto approssimarsi l'ufficiale giudiziario.

«Era quello pelato, sempre il solito», ha aggiunto. Segno che i morosi qui sono di casa. Sull'appartamento «scala B interno 5» fioccano ironie. C'è chi ricorda che pure i precedenti inquilini (architetti, registi...) erano insolventi, chi fa girare email intitolate «Mastellik» («Ma l'Udeur i rimborsi elettorali non li prende?»), chi si chiede se i messaggi circolati possano essere «di qualche interesse per la Procura della Repubblica».

Niente di tutto questo, mette a tacere ogni illazione lo stesso Mastella: «É vero, ce ne siamo dovuti andare e ora non abbiamo una sede nazionale - ha spiegato ieri sera al Corriere - per una questione di costi. Noi non essendo presenti in Parlamento non possiamo contare su grandi finanziamenti e l'affitto era troppo alto».

Motivo per non pagarlo? «Ci abbiamo provato autotassandoci tra pochi amici, ma alla fine ci siamo dovuti arrendere. Il nostro core business d'altronde è in Campania, lì mica possiamo chiudere sedi». E dunque il debito? «Non so bene a che punto siano le pratiche - conclude il leader dell'Udeur - ma voglio essere chiaro: se ci saranno problemi, salderemo tutto». Trastevere addio, senza rancori. In via Dandolo 24, adesso, gli occhi sono puntati sul prossimo inquilino del famigerato interno «B5».

 

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