sergio mattarella giorgia meloni

MATTARELLA RIFILA UNA SBERLA ALLA MELONI PER RISVEGLIARLA DAL TORPORE – IL DISCORSO SULLA TOLLERANZA DELLA MUMMIA SICULA AL MEETING DI CL AVEVA UN DESTINATARIO PRECISO: SORA GIORGIA, COLPEVOLE DI ESSERE RIMASTA IN SILENZIO SUL CASO VANNACCI – LA MOSSA DEL COLLE IN DIFESA DI CROSETTO, ISOLATO DA UNA BUONA PARTE DI FDI – SORGI: “MELONI È AL BIVIO TRA LE SUE RESPONSABILITÀ DI GOVERNO E I SUOI OBIETTIVI DA LEADER DI PARTITO. MATTARELLA, GARBATAMENTE, HA VOLUTO RICORDARGLIELO”

1 – IL GELO DI MELONI E ALL’OMBRA DEL COLLE CROSETTO SI RAFFORZA

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

sergio mattarella al meeting di cl 2023

Fosse rimasta in silenzio, si sarebbe notato di meno. E invece a metà pomeriggio Giorgia Meloni posta una foto sorridente dalla scrivania di Palazzo Chigi. «Ci tengo a ringraziare gli abitanti di Ceglie Messapica e tutti gli amici pugliesi per l’ospitalità di questi giorni – scrive – Ora al lavoro per ricostruire l’Italia».

 

Rievoca il piacevole soggiorno in Valle d’Itria, ma ignora le parole di Sergio Mattarella. Come il resto del centrodestra, d’altra parte. Mutismo imbarazzato, comunicati stampa scritti e poi strappati, indifferenza e disagio collettivo.

 

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

È la stessa strategia scelta dalla presidente del Consiglio nei giorni successivi al caso del generale Vannacci: sette giorni, polemiche nazionali e internazionali, neanche una sillaba da chi guida l’esecutivo.

 

Anche al Colle, probabilmente, aspettavano un cenno di Palazzo Chigi su quella vicenda. Certo è che non è arrivato. Eppure, big della maggioranza difendevano sui giornali Vannacci e il suo libro, bombardando il ministro della Difesa che aveva osato avviare un provvedimento disciplinare.

 

Alla fine, è toccato al Capo dello Stato dire quello che andava detto, indicando al Paese i principi di tolleranza e rispetto della diversità sanciti dalla Costituzione su cui si deve fondare la civile convivenza. Rafforzando di fatto proprio Crosetto (ieri rimasto in silenzio). Isolato per giorni in casa, sostenuto solo dal plauso delle opposizioni, incassa parole di implicito sostegno.

guido crosetto sergio mattarella parata del 2 giugno 2023

 

Per capire l’aria che tira, basta raccogliere i sospiri che arrivano in queste ore dalle parti del Quirinale. Nessuna citazione esplicita di Vannacci, sia chiaro, ma la voglia di condannare il rumore sollevato di recente da “panflettisti nostalgici che invocano il diritto all’odio”. Di fronte a tutto questo, Meloni ha scelto comunque di tacere. E ha lasciato che suoi fedelissimi del calibro di Giovanni Donzelli – ma anche il vicepremier Matteo Salvini – prendessero nel frattempo le parti del generale. Troppo.

 

sergio mattarella al meeting di cl 2023

[…] quando il ministro avvia la procedura che porta alla rimozione di Vannacci dal suo incarico, Meloni non gradisce. Giudica l’azione troppo severa (quando in realtà il titolare della Difesa si muove scegliendo un atteggiamento più “garantista” di quanto chiesto a caldo dal vertice delle Forzearmate).

 

Dopo alcuni giorni, dentro Fratelli d’Italia diventa però chiaro il vero rischio dello scandalo: i “nemici” a destra del partito, guidati da Gianni Alemanno, sono decisi a cavalcare la crociata del generale. Viene innescata la retromarcia, brusca.

 

Non è abbastanza, però, per spingere la presidente del Consiglio a esporsi, difendendo il titolare della Difesa da attacchi che intanto arrivavano anche da Matteo Salvini, ricevuto soltanto poche ore prima nella masseria Beneficio.

 

sergio mattarella guido crosetto

[…] Il 24 agosto il Giornale pubblica un articolo dal titolo eloquente: “La svolta di Crosetto, riserva della Repubblica”. Il quotidiano sostiene che il suo profilo “bipartisan” lo rende per il futuro candidato naturale anche alla poltrona del Colle. Nel sottolinearlo, però, il Giornale evidenzia implicitamente anche il peso dei silenzi di Meloni di fronte al libro dello scandalo.

Silenzi imbarazzati, come detto. Scelti anche per evitare una collisione diretta con il Quirinale.

 

ROBERTO VANNACCI

La premier, infatti, sa di dover mantenere comunque un rapporto costruttivo con il Capo dello Stato, nei prossimi mesi. Anche per questo, ieri, ha chiesto ai vertici del partito di tenersi alla larga dalle polemiche. In autunno alcuni provvedimenti chiave sono destinati a finire sulla scrivania del Colle. Non sono soltanto la manovra e un nuovo provvedimento sulla giustizia ad allarmare, ma anche la nuova imminente stretta sull’immigrazione.

 

Il testo sarebbe dovuto arrivare già nel Consiglio dei ministri del 28 agosto, ma ieri si è capito che l’appuntamento è rimandato. Senza contare che anche il partito inizia a soffrire il peso delle correnti. La nomina di Arianna Meloni ha riacceso tensioni coperte fino ad oggi dalla vittoria elettorale E ha rilanciato la sfida dei rampelliani. Al Senato sono tre. […]

 

2 – LA CARTA E IL MESSAGGIO PER MELONI

Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”

 

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

Era naturalmente rivolto "erga omnes", a tutti, come sono sempre gli interventi del Capo dello Stato. Eppure era altrettanto chiaro che il discorso avesse un interlocutore diretto, ancorché non chiamato per nome: Giorgia Meloni. Di lei Mattarella deve aver apprezzato, in queste ultime settimane, torride non solo per ragioni climatiche, il silenzio e l'assoluta parsimonia di presenza pubblica. […]

 

Il Presidente si augura che i fondamenti del suo discorso possano essere condivisi dalla premier; che la tentazione di lucrare consensi sull'uscita agostana del generale Vannacci non la coinvolga, che la strategia da adottare nei prossimi due vertici europei, in cui si deciderà se e come ritrovare unità sulle nuove regole da adottare per il rientro nel Patto di stabilità, sia dialogante e non risenta della vicina scadenza delle elezioni europee.

 

mattarella meeting cl rimini

Ma c'è un punto del discorso del Capo dello Stato sul quale Meloni dovrà necessariamente riflettere: la questione delle riforme istituzionali e più in generale la necessità di non approcciare i cambiamenti della Costituzione senza una visione d'insieme. Proprio perché la Carta è stata scritta con particolare attenzione ai pesi e contrappesi che devono necessariamente stare alla base di un documento destinato a regolare la convivenza di un popolo e di un Paese.

 

sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione 1

Si sa: il presidenzialismo e l'autonomia rafforzata rappresentano due pilastri del programma elettorale con cui il centrodestra ha vinto le elezioni. Ma mentre la Lega, sull'autonomia, è andata avanti a passo di carica, Meloni, pur affidando alla ministra Casellati il compito di un'accurata istruttoria, è parsa interessata più ad evitare che Salvini possa spendere il risultato della prima del voto per l'Europarlamento, che non a far marciare allo stesso ritmo la riforma presidenziale.

 

Insomma, ancora una volta, Meloni è al bivio tra le sue responsabilità di governo e i suoi obiettivi da leader di partito, il partito più votato. Mattarella, garbatamente, approfittando dell'occasione della ripresa politica, ha in qualche modo voluto ricordarglielo.

sergio mattarella giorgia meloni ROBERTO VANNACCI

 

Ultimi Dagoreport

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)