mattarella

MATTARELLA ROMPE GLI INDUGI: DOMANI PUÒ ARRIVARE L'INCARICO - IL CAPO DELLO STATO PRONTO A INDICARE UN “ESPLORATORE” PER FORMARE IL GOVERNO: PRIMA SCELTA AL CENTRODESTRA CON LA CASELLATI - IN CASO DI FALLIMENTO, SI PASSA A FICO - L’ULTIMA SOLUZIONE E’ QUELLA DI UNA “PERSONALITÀ TERZA” E AUTOREVOLE

Roberto Scafuri per www.ilgiornale.it

 

MATTARELLA E SALVINI

Talora è anche il passato a sembrare farsi beffe del presente, a giocare con i fatti che si succedono frenetici. Immemori di storia, dunque privi di gravità. Ed è perciò il caso, più che un segno, a indirizzare il capo dello Stato oggi verso Forlì per commemorare il senatore demitiano Roberto Ruffilli, ucciso dalle Br il 16 aprile 1988. Fondatore del movimento cattolico «Lega democratica» con Pietro Scoppola e Achille Ardigò, Ruffilli era «la mente del progetto politico di De Mita» anche per i brigatisti.

 

«Ricucitore» che non disdegnava di ricorrere a «forzature», secondo il ricordo di Romano Prodi, suo compagno di studi nel collegio Augustinianum della Cattolica di Milano. Riformatore, Ruffilli era un deciso sostenitore del premio di maggioranza per spingere i partiti dell'epoca a coalizzarsi e dar loro forza di governo.

MATTARELLA E LUIGI DI MAIO

 

In pratica, quasi la figura che servirebbe a Mattarella per un incarico di «esplorazione» che superi veti e controveti. In linea con quanto annunciato, il presidente, tra la serata di martedì (dopo il dibattito sulla crisi siriana) o più probabilmente mercoledì, potrebbe già spezzare lo stallo con un incarico che serva a sfrondare i rami dell'opportunismo e della cocciutaggine.

 

La «via maestra» seguita da Mattarella vuole mettere alla prova in primis la coalizione di centrodestra, e dunque il leader incoronato dalle urne, cioè Matteo Salvini. Secondo i borsini quirinaleschi, il quadro internazionale (con le dichiarazioni salviniane a favore di Russia e Assad) non avrebbe agevolato le quotazioni del leader leghista, nonostante però Mattarella sembri intenzionato a non tenerne conto.

 

SALVINI CASELLATI

Il presidente si prefigge, in realtà, di verificare nei fatti quel che i leader gli hanno con decisione rappresentato nei giorni scorsi (e anche ieri, per quanto riguarda le dichiarazioni di Salvini a Vinitaly), ovvero che il leader della Lega sia pronto a varare una maggioranza con i M5S e a poter smussare i contrasti tra grillini e Berlusconi. In parallelo con questo schema di incarico, se entro mercoledì la situazione restasse ancora avviluppata ai veti, la soluzione c'è già: toccherebbe alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, esperire una conciliazione che per il momento sembrerebbe impossibile.

 

La seconda tappa, in caso di fallimento, sarebbe così un tentativo concesso al capo politico del partito di maggioranza relativa, ovvero Luigi Di Maio. O, anche in questo caso come nel precedente, in parallelo un pre-incarico esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico. È soltanto dopo aver sfrondato il cespuglio, che riusciremo a intravedere se c'è qualche frutto o è solo un grande intrico di rovi, è la filosofia che circola negli ambienti del Colle.

roberto fico -meme

 

Sarà quindi dopo queste due verifiche, che Mattarella potrà intraprendere un cammino che si preannuncia per niente più facile: l'individuazione di una personalità «terza» e autorevole, che sieda in Parlamento oppure no, ma il cui prestigio possa essere riconosciuto dall'intero arco politico, cui affidare un incarico «pieno», stavolta. Per un governo che non dovrebbe avere alcun vincolo o «stretta» di mandato (la Costituzione non lo consentirebbe), capace di conquistarsi la maggioranza in Parlamento partendo dai voti di Forza Italia e Pd. I soli favorevoli, per ora, all'ipotesi ancora acerba del piano B.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”