‘IL BALLO DEL QUA QUA’ MEJO DEI BEATLES – LA REUNION CHE NON È RIUSCITA AI FAB FOUR E AGLI ABBA RIESCE AD ALBANO & ROMINA - A MOSCA SI PAGA FINO A MILLE EURO PER IL CONCERTO

1 - SUPERSTAR IN RUSSIA E DIMENTICATI IN ITALIA: DA ROBERTINO AL ROCK DEI CCCP
Renato Franco per il "Corriere della Sera"

Al Bano, i Ricchi e Poveri, Pupo, Toto Cutugno, Roberto Loreti. Chi è l'intruso? Verrebbe facile rispondere l'ultimo, ma Loreti, per tutti Robertino (il suo nome d'arte), in Russia ha venduto 56 (non è un refuso, 56) milioni di dischi (uno per ogni abitante d'Italia). Era un mito negli anni 60, in quella che era ancora Urss: per dire, nel prepartita di una gara contro l'Italia, gli azzurri furono accolti dalla voce di Robertino che cantava l'Ave Maria di Schubert (a Mosca!).

Nel 1964 appena 16enne era già stato a Sanremo e «Un bacio piccolissimo» era diventata un successo. Uno stile melodico che incarnava alla perfezione quello che gli stranieri in quegli anni identificavano con la musica italiana lo aiutò a sfondare nell'Est oltre al fatto che nell'Unione Sovietica in cui si censurava tutto ciò che provenisse dall'Occidente, un solo programma era diffuso e promosso: il Festival di Sanremo (lo racconta il documentario Italiani veri ).

Con quel nome (Cccp) era destino che anche il gruppo di Giovanni Lindo Ferretti lasciasse un'impronta a Mosca. Nel 1989 suonarono in un palazzetto pieno di militari dell'Armata Rossa che si impettirono sul riff di chitarra di «A Ja Ljublju SSSR» che riprende l'inno sovietico. Un trionfo. (Nel frattempo Robertino è tornato a fare il pasticcere).

2 - «A MOSCA CON AL BANO CANTERÒ ANCHE FELICITÀ MA SENZA EMOZIONI»
Mario Luzzatto Fegiz per il "Corriere della Sera"

«Spero di essere professionale sul palco accanto ad Al Bano. Indugiare in altre emozioni renderebbe tutto più difficile». Romina Power è in partenza per Mosca dove, dopo 19 anni, duetterà con il suo ex marito e compagno d'arte Albano Carrisi al Crocus City Hall il 17 e 18 ottobre prossimi.

«La reunion che non è riuscita ai Beatles e agli Abba - scherza Romina Power, 61 anni - si avvera invece, sulla scena, per gli ex coniugi Carrisi».

Romina, chi l'ha convinta?
«Andrej Agapov, l'impresario. A parte l'offerta economica non trascurabile, mi sembrava una bella idea festeggiare i 70 anni di Al Bano. La presenza di altri artisti italiani molto apprezzati in Russia come Gianni Morandi, Toto Cutugno, Umberto Tozzi, i Ricchi e Poveri, Riccardo Fogli, Antonella Ruggiero, i Matia Bazar (e ci sarà anche un collegamento diretto con Celentano) è stata un'altra motivazione per accettare».

Ricorda ancora le canzoni?
«Assolutamente sì. Le ho fatte per trent'anni e se mi ricordo le parole dei brani dei Beatles, come faccio a dimenticare il mio repertorio? Però ho già visto che devo farle abbassare di un tono. Ho cambiato voce. Che stia diventando una baritona?».

Com'è oggi la sua vita?
«Francamente bellissima. Ho inciso un disco per l'etichetta Creative and dreams, canzoni di mio figlio Yari, Maurizio Fabrizio e mie. Poi ultimamente ho recitato in un film drammatico (Il segreto di Antonello Belluco), legato alla guerra partigiana. Una storia d'amore sullo sfondo dell'eccidio di Codevigo, in cui recito la parte di una donna americana che torna in vacanza al suo paese e rivive la mattanza perpetrata dalla brigata "Garibaldi". Io diversifico la mia vita, canto, recito, scrivo, leggo, medito, prego».

La coppia Al Bano e Romina, non esiste più da tempo. Eppure sopravvive nell'immaginario collettivo...
«Sì, ha dell'incredibile. Ma quello che mi gratifica di più è che dopo tanti anni il pubblico si ricordi ancora di me fra tanti artisti più bravi saliti dopo di me alla ribalta. Invece di dire "amen è sparita!" mi cerca».

Che rapporto ha con la Russia?
«Ci sono stata una volta soltanto nel 1986: un mese a Mosca e uno a Leningrado. La gente faceva file di ore per comprare due arance. Ricordo il grigiore, le odiose matrone di guardia ai piani degli alberghi. Ma anche gli occhi belli delle bambine. Ora mi dicono che il popolo russo è rinato».

Anche lei è rinata...
«Sì, grazie alla pratica del buddismo. Quando è scomparsa mia figlia Ylenia ho cercato consolazione nella religione cattolica. A New Orleans spesso mi attaccavo al Rosario. Ho bussato a tutte le porte, dall'induismo al Mantra. Alla fine solo col buddismo sono riuscita a vincere il dolore e la rabbia. Le ho sradicate. La mia casa è diventata un centro culturale buddista con tre monaci residenti. E con questo credo sono riuscita ad assistere fino alla fine mia madre Linda mentre aveva un cancro al colon. E sa cosa ho capito? Che nella vita si vince dando la vittoria all'avversario».

Il dolore unisce o divide una coppia?
«Dipende. Nel caso mio e di Al Bano ha diviso: io mi sono sentita molto sola, priva di sostegno proprio da mio marito. Brutta sensazione. Anche se probabilmente non aveva colpa. E allora ho cercato conforto nella religione. Pensi che da piccola volevo farmi suora».

Come giudica oggi la sua vita?
«Mi sento una donna fortunata. Se ho voglia di mare vado alle Hawaii, se cerco il calore umano vado in Brasile. Probabilmente nella mia vita precedente devo aver fatto qualcosa di giusto e mi sono guadagnata tutto questo. Poi leggo molto: sono alle prese con un libro affascinante To heaven and back su una chirurga americana che è morta per venti minuti e racconta in dettaglio quel che ha visto e sentito. Pare che "di là" si stia molto meglio che di qua, tant'è che lei non voleva rientrare nel suo corpo. E io ci credo».

I rapporti con i figli?
«Ottimi. Romina junior che ha 26 anni si è diplomata in recitazione alla scuola di Joanne Barron (e i diplomi li ha consegnati Tom Cruise). Con Yari imbottigliamo dell'olio biologico dei nostri terreni a Cellino San Marco. E Christèl è una discreta cantautrice».
Romina svela i duetti: «Felicità», «Ci sarà», «Sharazan», «Acqua di mare» e «Dialogo». Alcune sono il simbolo, la sublimazione, dell'amore di coppia eterno. Le coppie si dividono, ma le canzoni restano.

 

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