giorgia meloni ipsos sondaggio gradimento

MELONI AVARIATI – NONOSTANTE I PROCLAMI DELLA DUCETTA, IL GRADIMENTO DEL GOVERNO NEL 2024 È SCESO AL 41%, IN CALO DI TRE PUNTI RISPETTO A UN ANNO FA E DI 13 PUNTI RISPETTO ALL’INSEDIAMENTO – L’APPREZZAMENTO PER LA PREMIER OGGI È STIMATO AL 42%, CON UNA PERDITA DI DUE PUNTI NELL’ANNO E DI 16 PUNTI RISPETTO ALL’OTTOBRE 2022 – SECONDO IPSOS, A GIRARE LE SPALLE A IO SO’ GIORGIA SONO SOPRATTUTTO LE CLASSI POPOLARI – PER CONSOLARSI LA REGINA DI COATTONIA PUÒ GUARDARE AI PRECEDENTI: DOPO 24 MESI IL BERLUSCONI IV AVEVA PERSO 16 PUNTI, IL GOVERNO RENZI 23…

Estratto dell’articolo di Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

giorgia meloni al senato

Nonostante gli inciampi e le difficoltà che hanno caratterizzato il 2024, e nonostante gli elementi divisivi in qualche caso netti che sono emersi nella maggioranza di governo, la solidità dell’esecutivo Meloni sembra confermata. Questo anche (e forse soprattutto) a livello internazionale: il quotidiano statunitense Politico l’ha recentemente incoronata «persona più potente d’Europa» sostenendo che il vecchio continente ha ora un numero di telefono da chiamare (richiamando Kissinger). […]

 

Il peso della crisi

Qualche difficoltà in più, lo abbiamo detto più volte, si riscontra a livello nazionale, con segnali di difficoltà economiche (su tutte la crisi del settore automotive), di contrazione della crescita, di tenuta del potere d’acquisto, tutti temi fortemente percepiti dagli elettori.

 

sondaggio ipsos - mappa politica 2024

Dall’altro lato l’opposizione vede alcuni fenomeni articolati: il Pd da una parte emerge come la forza più rilevante della coalizione, confortata dalle vittorie in Emilia-Romagna e Umbria e da una tenuta (inusuale per questo partito) della leadership. Ma dall’altra parte sembra difficile estendere l’alleanza ad altre forze. In particolare, le posizioni del Movimento 5 Stelle, conclusa la costituente e messo da parte Grillo, segnano più distanze che affinità con il partito principale dell’opposizione e il centro moderato sembra sempre più difficile da costruire. […]

 

ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE

[…]  L’apprezzamento per il governo è, a conclusione di quest’anno, stimato a un indice di 41 (si tratta della percentuale di chi dà giudizi positivi su chi esprime un’opinione, esclusi quindi i «non sa»), con un calo di tre punti rispetto a un anno fa e di 13 punti rispetto all’insediamento.

 

Segnale indubbio di raffreddamento dell’apprezzamento, ma va tenuto conto che, rispetto ai governi recenti che sono durati almeno due anni la contrazione è meno consistente: il Berlusconi IV (2008-2011) aveva perso 16 punti, il governo Renzi (2014-2016) 23. Molto simile la situazione relativamente alla premier. Il gradimento di Meloni è oggi stimato al 42, con una perdita di due punti nell’anno e di 16 punti rispetto al momento dell’insediamento.

 

sondaggio ipsos - mappa politica 2024 (1)

Si conferma quindi il più volte sottolineato allinearsi della presidente alla valutazione del governo. Se si considerano poi le analoghe valutazioni dei presidenti del Consiglio dei due governi durati almeno due anni, Berlusconi perde 10 punti dall’insediamento (ma la sua valutazione iniziale, a differenza di quanto avviene per Giorgia Meloni, era sensibilmente inferiore a quella del suo governo), mentre Renzi perde 22 punti.

 

Nel corso dell’anno le contrazioni più rilevanti nel consenso di esecutivo e presidente si registrano nelle classi popolari: età medio/alta, bassi titoli di studio e bassa condizione economica, disoccupati, casalinghe, operai. È un dato piuttosto tradizionale: sempre, nel momento in cui si passa al governo vero e proprio del Paese, la delusione risulta più elevata in questi ceti, più disposti a dare credito alle promesse elettorali.

 

ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE - VIGNETTA DI ITALIA OGGI

Dal punto di vista delle intenzioni di voto, alla fine di quest’anno, se confrontate con le elezioni politiche del 2022, le tre forze principali segnalano variazioni apprezzabili.

 

Fratelli d’Italia è infatti stimata al 27,6%, in crescita di 1,6 punti rispetto ai risultati di allora. È un dato che sembra sostanzialmente consolidato, senza apprezzabili variazioni nel corso degli ultimi mesi, confermato dai flussi elettorali rispetto al voto europeo che fanno registrare una fedeltà granitica degli elettorati delle prime tre forze (FdI 89%; Pd 90%, M5S 88%). Il Pd si colloca al 22,5%, 3,4 punti sopra il risultato delle politiche, che era stato uno dei punti più bassi raggiunti da questo partito. […]

 

M5S a due facce

giorgia meloni al senato - foto lapresse

Il Movimento 5 Stelle è invece stimato al 13,3%, oltre due punti sotto il risultato delle elezioni politiche, ma più di tre punti sopra le elezioni europee. Lo abbiamo sottolineato più volte nel corso degli ultimi mesi: nonostante le difficoltà evidenziate sia nelle elezioni europee sia nelle recenti elezioni regionali, il Movimento è un soggetto che si esprime al meglio nelle elezioni politiche, poiché alle elezioni europee è penalizzato dall’astensione che colpisce soprattutto il Meridione, dove è più forte, e alle elezioni locali è una forza che storicamente ottiene risultati poco lusinghieri.

 

antonio tajani matteo salvini meme by edoardo baraldi

[…] Infine, tra le forze minori, si conferma l’ottimo risultato di Avs, stimata al 6%, oltre due punti sopra le politiche. Se guardiamo alle caratteristiche sociali degli elettori delle forze principali, Fratelli d’Italia conferma di avere un elettorato piuttosto trasversale.

 

I suoi punti di debolezza sono tra i giovani, i laureati, gli studenti, un elettorato un po’ più presente al Nord , dove sembra in corso un processo di sostituzione del leghismo storicamente prevalente. Il Pd ha invece un elettorato più caratterizzato: età elevate, titoli di studio alti, pensionati ma anche studenti.

 

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

[…]  Il Movimento 5 Stelle è l’unica delle formazioni politiche a ottenere il livello più elevato di consensi nell’elettorato popolare: tra gli elettori di condizione economica bassa è stimato infatti al 28%, più del doppio del dato generale. Ed è un elettorato fortemente meridionalizzato.

 

Insomma, questa formazione sembra essere l’unica che pesca in un bacino dove è invece prevalente l’astensionismo (stimato fra gli elettori di bassa condizione economica al 63%, oltre 20 punti sopra la media).

 

[…]

 

I «tradimenti»

giuseppe conte bacia beppe grillo creato con ia

Rimane infine da dire della volatilità elettorale. Questo tema è sempre più rilevante nel comportamento degli elettori: lo dimostra evidentemente la parabola di leader come Renzi e Salvini. Entrambi ottengono risultati di straordinaria rilevanza, in particolare alle elezioni europee (del 2014 per il primo, del 2019 per il secondo), per poi rientrare bruscamente.

 

Oggi il rischio di tradimento rimane consistente. Per rimanere ai principali partiti, circa due terzi degli elettori di FdI tiene in considerazione almeno un altro partito per cui potrebbe votare, e questo avviene anche per il 62% degli elettori del Pd.

 

Decisamente più fedeli gli elettori del M5S: è l’unica formazione in cui la maggioranza assoluta non prende in considerazione nessun’altra forza, a conferma della particolarità di questo elettorato che, come abbiamo visto, fatica a ritrovarsi nella classica arena politica.

 

I potenziali tradimenti però rimangono normalmente nell’area politica di riferimento. Sia per Fratelli d’Italia, sia per il Pd, si scelgono partiti di area (Lega e FI per gli elettori FdI; Avs e M5S per gli elettori Pd), mentre sono decisamente pochi coloro che si sposterebbero su forze di diverso orientamento.

Possiamo quindi giungere a qualche conclusione: le difficoltà che avevamo evidenziato lo scorso anno per esecutivo e premier sembrano ridursi.ù

 

beppe grillo e giuseppe conte meme by edoardo baraldi

L’erosione dell’apprezzamento, pur mantenendosi, si contrae e fa dire che tutto sommato il governo attuale è uno di quelli che, nei tempi recenti, esprime le performance migliori. […]

 

Certo il Pd conferma sostanzialmente la propria forza e la propria prevalenza nell’opposizione, ma lo smarcamento dei 5 Stelle e la debolezza delle forze centriste non fa intravedere sbocchi a breve.

Insomma, probabilmente per un tempo non breve, l’assett o attuale continuerà a prevalere.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO