carlo nordio giorgia meloni

MELONI CHIAMA, NORDIO RISPONDE: SI INFIAMMA LO SCONTRO TRA IL GOVERNO E LE TOGHE - FONTI DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA CRITICANO LA DECISIONE DEL GIP SU DELMASTRO. LA PRIMA COSA DA CAMBIARE, SPIEGANO DA VIA ARENULA, È L'IMPUTAZIONE COATTA. “IL CASO DELMASTRO DIMOSTRA QUANTO SIA IRRAGIONEVOLE” – SI ACCELERA SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA CHE RICEVE LA BOLLINATURA DELLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO: PER LA PARTENZA DELL’ITER (DAL SENATO) MANCA SOLTANTO LA FIRMA DEL QUIRINALE…

Estratto dell'articolo di Marco Cremonesi per il Corriere della Sera

 

giorgia meloni carlo nordio

Ribolle, la politica. Continua a ribollire sulla Giustizia. Dopo il duro comunicato diffuso giovedì sera da Palazzo Chigi su quella «fascia della magistratura» che ha scelto di «svolgere un ruolo attivo di opposizione», di buon mattino arrivano non una ma ben due note firmate da «fonti» del ministero della Giustizia.

 

La prima sul caso Delmastro, quello che aveva già suscitato le ire di Palazzo Chigi. La seconda che parte dalla vicenda Santanchè. Il tutto mentre la riforma della Giustizia riceve la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato: per la partenza dell’iter (dal Senato) manca soltanto la firma del Quirinale.

 

LEGA NORDIO - MEME BY EMANUELE CARLI

In serata, dalla festa della Uil in corso a Bari, arrivano le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano: «Se vogliamo uscire da un revival di contrapposizioni che non fanno bene a nessuno» è necessario «rendersi conto che il problema dell’interferenza di alcune iniziative giudiziarie sull’attività politica riguarda tutti». In proposito, Mantovano cita il governo Prodi 2, le «attenzioni» nei confronti di Matteo Renzi, la Bicamerale guidata da D’Alema.

 

La prima nota di via Arenula riguarda l’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia Delmastro: il gup ha chiesto alla Procura, che aveva ne aveva già chiesto l’archiviazione, il rinvio a giudizio dell’indagato. Secondo Mantovano, il procedimento coatto è così poco comune che «dal punto di vista statistico non viene rilevato».

 

GIORGIA MELONI CARLO NORDIO

Nella seconda nota, le fonti del ministero della Giustizia manifestano «ancora una volta lo sconcerto e il disagio per l’ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato». Proprio dal caso Santanchè, Mantovano parte per proporre di superare le «contrapposizioni che non fanno bene».

(…)

 

IMPUTAZIONE COATTA E AVVISO, È SUBITO CORSA ALLE MODIFICHE (TRA ANNUNCI E CONTRADDIZIONI)

Estratti dell'articolo di Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera

Se Meloni chiama, Nordio risponde. Facendo salire le preoccupazioni della magistratura e presumibilmente anche i toni del conflitto con i suoi ex colleghi. Come per riflesso condizionato, al comunicato dell’altra sera di Palazzo Chigi contro le toghe che con le loro decisioni fanno opposizione al governo, segue quello di ieri mattina del ministero di via Arenula sulla «irragionevole imputazione coatta» di cui è rimasto vittima il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove.

 

(...)

 

GIORGIA MELONI CARLO NORDIO

Secondo Carlo Nordio, «nel processo che ne segue l’accusa non farà altro che insistere nella richiesta di proscioglimento in coerenza con la richiesta di archiviazione, e se al contrario chiederà una condanna non farà altro che contraddire sé stessa». Urge dunque una «riforma radicale», perché «nel processo accusatorio il pm è il monopolista dell’azione penale, e quindi razionalmente non può essere smentito da un giudice sulla base di elementi cui l’accusatore stesso non crede».

 

Ecco dunque l’annuncio di un’altra modifica al codice di procedura penale, sull’onda di un nuovo caso politico-giudiziario. Come ai tempi delle leggi ad personam , verrebbe da dire. Ma stavolta con un surplus di apparente contraddizione se solo si pensa che il cavallo di battaglia di governo e maggioranza resta la separazione delle carriere tra giudici e pm, osteggiata da tutti i magistrati ma pretesa e inseguita dal centrodestra per evitare ogni forma di colleganza e rischio di appiattimento tra chi accusa un imputato e chi ne decide le sorti. Al punto che il responsabile Giustizia di Azione Enrico Costa, tra i più pugnaci sostenitori della terzietà del giudice e abitualmente schierato su questi temi al fianco della maggioranza pur dai banchi dell’opposizione, stavolta non capisce e si smarca: «Protestare se un giudice smentisce un pm contraddice i principi del giusto processo che Nordio richiama ogni giorno».

CARLO NORDIO GIORGIA MELONI - FOTOMONTAGGIO IL FATTO QUOTIDIANO

 

Le stesse «fonti ministeriali» si sono fatte sentire di prima mattina (probabilmente a causa della differenza di fuso orario con Tokyo, dove Nordio si trova per incontrare i colleghi del G7) anche sul caso Santanchè, rimarcando «lo sconcerto e il disagio per l’ennesima comunicazione a mezzo stampa di un atto che dovrebbe rimanere riservato». Cioè l’informazione di garanzia alla ministra del Turismo indagata per falso in bilancio. E il Guardasigilli ribadisce che il suo progetto di riforma appena approvato dal governo «mira ad eliminare questa anomalia, tutelando l’onore di ogni cittadino presunto innocente sino a condanna definitiva».

 

Ma anche in questo caso c’è un problema. Fino a ieri, per quanto comunicato dall’interessata, Santanchè non ha ricevuto avvisi, e dunque le modifiche introdotte da Nordio (descrizione sommaria del fatto contestato, notifica a mezzo della polizia giudiziaria solo in casi di urgenza, divieto di pubblicazione fino al termine delle indagini preliminari) non avrebbero avuto alcuna incidenza sulla sua vicenda. I mezzi d’informazione hanno scoperto nel novembre scorso l’iscrizione sul registro degli indagati attraverso il deposito di altri atti non più segreti, e se la ministra avesse voluto avrebbe potuto sapere anche lei ufficialmente di essere inquisita, almeno dal febbraio scorso.

nordio meloni

(...)

DELMASTRO LINDO - MEME BY CARLI LA SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DI FRATELLI DITALIA - VIGNETTA ELLEKAPPA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO