giorgia meloni stefano bonaccini alluvione maltempo emilia romagna

NON CHIEDETE IL COMMISSARIO, NON CI SONO I SOLDI - MELONI VUOLE ACCENTRARE A PALAZZO CHIGI LA RICOSTRUZIONE POST-ALLUVIONE EVITANDO DI NOMINARE UN COMMISSARIO - IL GOVERNO PRENDE TEMPO SULL'EROGAZIONE DELLE RISORSE PERCHE' I SOLDI SCARSEGGIANO E NON SONO QUELLI PROMESSI - A DISPOSIZIONE C'E' MENO DI 1 MILIARDO: MENO DELLA META' DEI 2,2 MILIARDI PROMESSI NEL DECRETO PER LA RICOSTRUZIONE - LA PUNZECCHIATURA DELLA DUCETTA AI SINDACI: "L'OBIETTIVO E' RISARCIMENTI AL 100%, MA NON POSSIAMO FAR RIENTRARE DANNI PREGRESSI CHE NULLA C'ENTRANO CON L'ALLUVIONE..."

Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

giorgia meloni stefano bonaccini

Una cosa sola hanno capito, sindaci e governatori, quando la larga riunione di Palazzo Chigi è finita: che per il post-alluvione Giorgia Meloni vuole procedere in splendida solitudine. Le decisioni verranno accentrate a Palazzo Chigi, tagliando fuori tutti, alleati e non, ministri e possibili commissari straordinari.

 

La premier è stata accorta. I suoi toni, collaborativi e istituzionali. Ma il senso del discorso è chiaro. Annunciando l'istituzione a Roma di un Tavolo di consultazione permanente sotto la guida del ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, che farà da «collettore» alle istanze degli enti locali, in pratica la ricostruzione resta in mano a lei.

 

alfredo mantovano giorgia meloni

E infatti non solo mugugnano i sindaci delle città alluvionate, che da quelle parti sono quasi tutti del Pd, ma anche la Lega, presa in contropiede. A Matteo Salvini non resta che fare buon viso. Pensare che la sera prima, come rivelato dal sito Dagospia, il vicepremier leghista era a cena a Trastevere con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Ma mica lo avevano informato del colpo di scena.

 

sergio mattarella visita le zone colpite dall alluvione in emilia romagna con stefano bonaccini

La […] Meloni […] vuole fare a meno (per ora) di un commissario alla ricostruzione, evitare un infinito dibattito sul ruolo di Bonaccini, centralizzare a Palazzo Chigi il coordinamento sulle risorse e la pianificazione degli interventi, prendere tempo sull'erogazione delle risorse perché i soldi […] non sono abbastanza e non sono quelli inizialmente promessi.

 

Meloni, infatti, è pronta a dare battaglia contro tutti, circondata dai suoi fedelissimi.

I sindaci capiscono subito che il nodo principale, su chi sarà il commissario alla ricostruzione, in quali tempi sarà scelto, e con quali risorse, non verrà minimamente affrontato. È palpabile il fastidio della premier ogni volta che qualcuno tenterà di introdurre il tema. […] C'è l'impressione che il governo sia tentato di non nominare alcun commissario.

meloni mantovano

 

[…] I sindaci, specie quelli romagnoli, […] hanno un sospetto: che Meloni voglia prendere tempo, allungare il più possibile l'attesa, perché l'amara realtà del bilancio fa emergere che le risorse sono pochissime. Secondo l'analisi degli amministratori, a disposizione dell'esecutivo c'è meno di 1 miliardo, e cioè meno della metà dei 2,2 miliardi promessi nel decreto per la ricostruzione.

 

sergio mattarella visita le zone colpite dall alluvione in emilia romagna

Meloni e i sindaci si punzecchiano. La premier spiega come intende muoversi: «Non possiamo mettere risorse senza prima avere una chiara determinazione dei danni». Poi insinua, con una punta di sfiducia verso gli amministratori: «Ci siamo detti che l'obiettivo sono i risarcimenti al 100%, ma più si allarga la platea più è difficile raggiungerlo. Non possiamo far rientrare danni pregressi che nulla c'entrano con l'alluvione».

 

sergio mattarella stefano bonaccini in emilia romagna

È una precisazione che non piace ai sindaci. […] Il punto però è quando e quanti soldi arriveranno. […] Si parla di strade da ricostruire, argini da tirare su, manutenzione idraulica da fare. «Non possiamo andare avanti con la "somma urgenza". E se ci affidiamo alle procedure ordinarie, ci vorranno anni», incalza il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale.

 

La stima definitiva su cui punta Meloni rischia di trascinare il problema per mesi, e intanto agli sfollati andrà comunque garantita una casa e servizi adeguati, a spese dello Stato. La dotazione prevista dal governo è già meno del previsto. Qualche giorno fa era stato il sito Pagella Politica a svelare che la realtà dei numeri era diversa da quella annunciata da Meloni a fine maggio.

RIFIUTI ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA

 

[…] sommando le voci, l'importo si ferma a 1,6 miliardi. Di questi, 423 milioni sono finalizzazioni di fondi già esistenti e altri 300 sono «contributi per imprese esportatrici», in carico al ministero degli Esteri. In tutto sono 723 milioni da sottrarre a 1,6 miliardi, anche perché come gli amministratori hanno spiegato all'altro vicepremier, Antonio Tajani […] le imprese esportatrici sono meno del previsto e comunque quei soldi andrebbero destinati alla ricostruzione.

 

Di fatto, sottolineano i sindaci, c'è un sovraccarico di risorse su ammortizzatori sociali, export e altre voci, che fa scendere a circa 500 milioni le risorse realmente destinate all'emergenza (di cui 200 milioni per il fondo emergenze, e altri 45 milioni di incremento). Una cifra che è molto vicina a quei 300 milioni che il governo aveva annunciato all'indomani della tragedia in Romagna, prima di rendersi conto che appariva troppo bassa.

RIFIUTI ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA RIFIUTI ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO