mes esm fondo salva stati giorgia meloni giancarlo giorgetti

MES ALLE STRETTE – LA STRATEGIA DI GIORGIA MELONI SULLA RATIFICA DEL FONDO SALVA STATI: RINVIARE IL PIÙ POSSIBILE IL PASSAGGIO IN PARLAMENTO PER USARLO COME ARMA NEGOZIALE CON L’UE SU PNRR E PATTO DI STABILITÀ. NON AVEVA FATTO I CONTI CON LA LEGA, IN FORTE PRESSING PER AFFOSSARE L’APPROVAZIONE DEL MES. L’ALTERNATIVA È APPROVARLO ADDOSSANDO LA RESPONSABILITÀ ALLE OPPOSIZIONI – LA LETTERA DEL MEF E LE PRESSIONI CHE RICEVE GIORGETTI ALL’ESTERO: IL MES ANDRÀ APPROVATO, SI TRATTA SOLO DI CAPIRE COME…

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Ieri poteva finire come tutti i populisti e i sovranisti italiani sognavano da tempo, compresa Giorgia Meloni. Con la riforma del Mes affossata in Parlamento e l’addio alla ratifica. D’altronde era l’epilogo che la presidente del Consiglio ha sempre auspicato, da quando era all’opposizione.

 

Sarebbe bastato votare come aveva chiesto la Lega, alla Camera, in commissione Esteri, contro la proposta delle opposizioni, Terzo Polo e Pd, che chiede l’immediato via libera al nuovo trattato sul Meccanismo europeo di stabilità.

 

Con il centrodestra compatto il testo non sarebbe passato. Fratelli d’Italia invece ha preso ancora tempo e ha sfruttato la sponda che gli ha offerto il renziano Ettore Rosato per raffreddare le pulsioni anti-Mes degli alleati. Ha preso 24 ore in più, per trattare.

 

PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI

Da una parte con la Lega, e lo sta facendo il capogruppo Tommaso Foti con il leghista Riccardo Molinari, con l’obiettivo di trovare un’exit strategy. Magari oggi, di fronte al voto richiesto e congelato da ieri, FdI uscirà, si asterrà, con la scusa di non voler bocciare un testo delle opposizioni. Dall’altra, i meloniani provano a negoziare con Pd, Terzo Polo e M5S un nuovo rinvio, per evitare la data del 30 giugno, quando la proposta di ratifica del Mes andrà in Aula.

 

giorgia meloni ursula von der leyen

[…] a Palazzo Chigi sono in ansia su come gestire quello che è accaduto a Montecitorio, dopo la lettera contenente il parere tecnico del ministero dell’Economia che certifica l’utilità del Mes. Esattamente il contrario di quello che sostengono Meloni e Matteo Salvini.

 

Stando a fonti di FdI, la premier sarebbe stata messa al corrente di quali potrebbero essere le conseguenze in Europa e sui mercati se decidesse di bocciare il Mes, tanto più in un giorno in cui il Tesoro scrive che tenere in vita questo strumento di soccorso finanziario avrebbe effetti benefici sullo spread. E poi il governo è ancora alle prese con le trattative su Pnrr, Patto di Stabilità e migranti.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

La strategia di Meloni prevede di rinviare il più possibile l’ok italiano e usare questo come arma negoziale per gli altri tavoli aperti a Bruxelles. Le sorprese di ieri e la foga leghista hanno messo a dura prova le mosse della leader di FdI, spaventata dalla prospettiva di lasciare da sola la Lega a difendere una battaglia storica della destra. […]

 

Meloni continua a dire di non aver cambiato idea, «fosse per me – sostiene - il Mes mai». E allora perché non osare? Nelle interlocuzioni tra Parlamento e Palazzo Chigi si svelano le ragioni di questa frenata, proprio mentre veniva resa nota la lettera sul Mes che porta la firma del capo di gabinetto di Giancarlo Giorgetti.

 

PASCHAL DONOHOE - GIANCARLO GIORGETTI - PAOLO GENTILONI

Quando va all’estero, e i colleghi lo avvicinano durante i vertici, il ministro dell’Economia italiano deve soffocare tutta la sua nota schiettezza per nascondere la verità che chiunque sieda al governo conosce: il Mes andrà approvato. Si tratta solo di capire come costruire un percorso che possa minimizzare la giravolta di Meloni e del centrodestra.

 

La premier ha lasciato qualche traccia nelle risposte date in questi mesi, quando ha più volte ha detto di voler rimettere la decisione al Parlamento. Un’occasione poteva essere proprio il parere del Mef.

 

luca ciriani giorgia meloni

E qui c’è una storia nella storia. Già a gennaio questo giornale aveva scritto che al Tesoro era in lavorazione un documento, concordato con Palazzo Chigi, che di fatto avrebbe segnato una svolta e portato al via libera del fondo salva-Stati.

 

Per settimane non se n’è saputo più nulla, finché FdI, con l’obiettivo di dilatare ancora i tempi, ha chiesto un’opinione tecnica a via XX Settembre. La lettera è datata 9 giugno. Offre una via d’uscita, perché in teoria smonta gli argomenti di chi (Meloni in testa) pensa che gli effetti siano più negativi che positivi.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Su questa base, fare in modo che il Mes passi addossando la responsabilità alle opposizioni, è uno scenario che la premier non disdegnerebbe. È già pronta la scusa: «Lo ha votato il Parlamento. E il Parlamento è sovrano». Ma Meloni non aveva ben calcolato le reazioni della Lega.

 

Come non poteva pensare che Forza Italia potesse far mancare il sostegno a un decreto in riconversione. Luca Ciriani, ministro dei Rapporti con il Parlamento, ha provata a rassicurarla su quello che è sembrato poco più che un incidente dovuto ai contrasti tra il senatore Claudio Lotito e il nuovo presidente degli azzurri Antonio Tajani. Ma potrebbe essere solo il primo episodio.

 

Dentro FI covano risentimenti e i personalismi possono trasformarsi facilmente in dissenso politico, attraverso emendamenti e assenze a orologeria. Ci sono sei decreti da riconvertire in Parlamento, da qui alla pausa estiva, e Meloni è preoccupata dai numeri del Senato e dai capricci di FI. Ecco perché a Tajani ha chiesto solo una cosa: «Devi tenere a bada i tuoi».

meloni giorgettipaolo gentiloni giancarlo giorgettigiancarlo giorgetti giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO