MESSICO E BUFALE – POVERINA, RUBY È TANTO “RAMMARICATA” DI NON POTER ESSERE IN TRIBUNALE, MA È IN MESSICO IN VACANZA FINO A GENNAIO, E TANTI SALUTI ALLA BOCCASSINI! - IL TRUCCO PER ALLONTANARE LA SENTENZA HA FUNZIONATO, MA RESTANO PER IL BANANA I PROCESSI UNIPOL (L’INTERCETTAZIONE “RUBATA” DI FASSINO), TARANTINI E LE SUE “RAGAZZE”, E L’APPELLO ALLA CONDANNA SUI DIRITTI MEDIASET…

1 - RUBY, IL SUO LEGALE AMMETTE: "IN MESSICO FINO A GENNAIO"...
Dal "Fatto quotidiano"

Mi si nota di più se arrivo in ritardo o se non vengo proprio? Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, non conosce Ecce Bombo, eppure sta recitando diligentemente la sua parte nella saga del bunga-bunga, arrivata al dunque. Cioè alla fase finale del processo in corso a Milano, con Silvio Berlusconi, detto Papi, imputato di concussione e prostituzione minorile. "Non vedo l'ora di andare in aula a testimoniare", diceva Ruby in un'intervista.

Poi però non si presenta in tribunale, inceppando i meccanismi del processo e allungando i tempi, protesta Ilda Boccassini. È in Messico, anticipa ieri il sito di Fabrizio Corona. Sì, è in Messico, conferma l'avvocato che l'assiste, Paola Boccardo: "Ho visto che il vostro sito, ilfatto  quotidiano.it  , citava la pagina Facebook di Karima. Effettivamente è una buona fonte", racconta il legale. La conferma, però, arriva solo dopo che l'avvocato ha avvisato la procura: "Sì, Karima è in Messico.

È partita a novembre con la figlia Sofia Aida e il compagno Luca Risso, e prevede di rientrare in Italia a gennaio. Ha un regolare passaporto italiano, ottenuto al compimento del suo diciottesimo anno. Mi ha detto di essere rammaricata per le polemiche suscitate dalla sua assenza al processo, che ha seguito sui siti italiani. Le ho chiesto di mandarmi copia dei biglietti, per giustificarla presso il tribunale". Da Solidaridad, dov'è in vacanza secondo Corona, si dice "dispiaciuta". Ma non torna. E la sentenza prevista per gennaio s'allontana.


2 - DA TARANTINI A UNIPOL: TUTTI GUAI DA CAIMANO...
Gianni Barbacetto per il "Fatto quotidiano"

Rewind. Il nastro si riavvolge e torniamo a un tempo che credevamo finito, all'era geologica in cui Silvio Berlusconi era il protagonista della politica italiana e combatteva contro i magistrati la sua guerra personale. Si difendeva dai processi, dentro le aule di giustizia e dentro le aule del Parlamento. Ora ritorna in pista e la storia si ripete.

A una sua nuova vittoria credono in pochi. Eppure un posto alla Camera, con annessa immunità parlamentare e manipolo di pretoriani e amazzoni pronti a tutto per difenderlo, diventa essenziale per affrontare la nuova stagione di processi che lo attende. L'aria che tira la si è annusata al processo Ruby, lunedì scorso. La teste Karima El Mahroug, attesa da mesi in aula, non si è presentata e Ilda Boccassini ha accusato la difesa Berlusconi di tirare in lungo, per evitare che la sentenza arrivi prima delle elezioni.

Messico e nuvole: la ragazza è in vacanza sulle spiagge messicane, lontana dalle tempeste politico-giudiziarie italiane. Ma il processo del bunga-bunga, con il rischio di una condanna per concussione e prostituzione minorile che sarebbe potuta arrivare a gennaio 2013, non è l'unico problema di Silvio reloaded. La campagna elettorale sarà costellata di appuntamenti giudiziari.

A Bari, processo Tarantini. A Milano, sentenza Unipol. Senza dimenticare l'appello Mediaset, che dovrà confermare o azzerare la prima clamorosa condanna di Berlusconi, subita a ottobre in primo grado: quattro anni per frode fiscale, avendo egli mostrato una "particolare capacità a delinquere", recita la sentenza, "nell'esecuzione del disegno criminoso".

La storia barese di Tarantini sembra invece un capitolo (sequel? più propriamente prequel, direbbero a Hollywood) della saga del bunga-bunga. Un imprenditore pugliese per ingraziarsi l'allora presidente del Consiglio gli procura escort che animano le feste del sultano a Roma e in Sardegna. Gianpaolo Tarantini per questo è imputato a Bari per induzione e favoreggiamento della prostituzione.

Berlusconi è indagato per aver indotto Tarantini a rendere falsa testimonianza: gli avrebbe fatto arrivare un mucchio di soldi, attraverso la mediazione di Valter Lavitola; il prezzo del silenzio , sostiene l'accusa, affinché Tarantini non abbia la tentazione di raccontare quel che sa. Per esempio, che Berlusconi sapeva che le ragazze fornite da Tarantini non gli cadevano ai piedi per la sua irresistibile simpatia, ma perché pagate dall'amico imprenditore.

Domani, giovedì, il difensore di Tarantini chiederà il giudizio abbreviato: così da evitare l'antiestetica sfilata di ragazze che si verificherebbe in caso di dibattimento pubblico. A Milano, tra qualche giorno, il pubblico ministero Maurizio Romanelli inizierà la sua requisitoria sulla storia dell'intercettazione segreta tra Gianni Consorte (nel 2005 presidente di Unipol) e Piero Fassino (allora segretario Ds): "Allora, abbiamo una banca?".

Il colloquio finisce sul Giornale e Silvio Berlusconi finisce imputato di rivelazione di segreto. Gli avevano portato il file come regalo di Natale, racconta l'imprenditore Fabrizio Favata. Una strenna utile a imbastire una campagna mediatica contro il centrosinistra, all'apertura della campagna elettorale, nel gennaio 2006. Sette anni dopo, la sentenza (prevista per gennaio 2013) potrebbe essere la nemesi storica in apertura di un'altra campagna elettorale. Diversa in tutto, tranne che per l'eterna propensione di Silvio a usare la politica per difendersi dalla legge, accusando i magistrati di usare la legge per fare politica.

 

 

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