donald trump muro messico

IL MESSICO VISTO DA TRUMP - IL MURO CHE IL PRESIDENTE HA ORDINATO DI COSTRUIRE COSTERÀ TRA I 12 E I 15 MILIARDI DI DOLLARI. LO HA DETTO LO SPEAKER DELLA CAMERA PAUL RYAN - QUINDI NON LO PAGA IL MESSICO? DONALD: ‘SE NON È DISPOSTO A PAGARE, ALLORA CANCELLO L’INCONTRO CON IL PRESIDENTE PENA NIETO’

Da www.ansa.it

donald trump oleodotto keystonedonald trump oleodotto keystone

 

Il muro che Donald Trump ha ordinato di costruire al confine col Messico costerà tra i 12 e i 15 miliardi di dollari: lo ha detto a Filadelfia lo speaker della Camera, Paul Ryan, prevedendo che il Congresso approvi i fondi per entro la fine dell'anno fiscale, a settembre.

 

"Se il Messico non è disposto a pagare per il muro di cui c'è disperato bisogno, allora sarebbe meglio cancellare l'incontro". Lo ha scritto in un tweet il presidente degli Stati Uniti Donald Trump con riferimento alla visita a Washington la prossima settimana del presidente messicano Enrique Pena Nieto

il giuramento di donald trump  4il giuramento di donald trump 4

 

Gran Bretagna e Stati Uniti possono ancora una volta "guidare il mondo". E' quello che secondo i media del Regno Unito la premier Theresa May vuole affermare nel corso della sua visita negli Usa per incontrare il presidente Donald Trump. La premier è in viaggio verso Filadelfia dove più tardi si rivolgerà ad una platea di leader repubblicani, incluso il capo di Stato, per affermare che i due Paesi "vecchi amici" devono rafforzare ancora di più i loro legami.

 

paul ryan donald trumppaul ryan donald trump

Il presidente messicano, Enrique Pena Nieto, non ha annullato il suo incontro con Donald Trump, previsto per martedì prossimo a Washington, dopo la decisione americana di costruire un muro tra i due paesi. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Luis Videgaray. "La riunione di lavoro fra i due presidenti a Washington è confermata. Voglio che sia chiaro: la riunione per ora è ancora in piedi", ha detto il capo della diplomazia messicana in un'intervista televisiva.

 

Stop all'ingresso dei rifugiati siriani negli Stati Uniti. E' quanto prevede una bozza di decreto a cui sta lavorando l'amministrazione Trump e di cui l'Associated Press e' venuta in possesso.

 

RIFUGIATI SIRIANI IN CANADARIFUGIATI SIRIANI IN CANADA

Il provvedimento prevede anche la sospensione per 120 giorni dell'intero programma per l'accoglienza dei rifugiati, nonchè la sospensione per almeno 30 giorni dei visti per chi arriva da sette PAesi a prevalenza musulmana: Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen. Il decreto dovrebbe essere firmato in settimana.

 

Le metropoli americane sfidano Donald Trump: da New York a Los Angeles, da Minneapolis a Boston e alla stessa Washington, i sindaci delle grandi città Usa fanno quadrato contro la minaccia del neo presidente di colpire, privandole dei fondi federali, le municipalità non in linea con le sue politiche anti-immigrazione. "Difendiamo il sogno americano", ha detto a New York il sindaco Bill de Blasio, mentre la sua collega di Minneapolis, Betsy Hodges, ha contestato la volontà di Trump di accentrare su di sé più autorità possibile: "E' pericoloso per la democrazia".

RIFUGIATI SIRIANIRIFUGIATI SIRIANI

 

I sindaci contestano la richiesta di Trump alle loro forze di polizia di collaborare nell'espulsione di immigrati sostenendo che misure del genere aumenterebbero il gap di sfiducia tra la popolazione. A Providence, Jorge Elorza, lui stesso figlio di immigrati, promette azioni legali a raffica come forma di resistenza mentre nella vicina Boston il suo collega Marty Walsh si è impegnato ad aprire City Hall agli immigrati se dovesse essere necessario a tenerli al sicuro

 

"La Gran Bretagna non giustifica la tortura in nessuna circostanza". Lo ha detto David Davis, ministro per la Brexit, intervenendo alla Camera dei Comuni nel giorno in cui la premier Theresa May arriva negli Usa per incontrare il presidente Donald Trump, criticato per le sue dichiarazioni in favore della tortura, in particolare del waterboarding. Alcuni deputati avevano chiesto al governo di dare un "forte messaggio morale" al capo di Stato americano

THERESA MAYTHERESA MAY

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?