marcello de vito

MEZZACAPO, MEZZA ''STECCA'' - BONIFICI E INCONTRI DI NASCOSTO, COSÌ IL GRILLINO DE VITO INCASSAVA DA PARNASI ATTRAVERSO IL SUO EX SOCIO. E SECONDO I PM DISTRIBUIVA SOLDI AD ALTRI SOGGETTI PER OLIARE LA MACCHINA DEL COMUNE SECONDO IL VOLERE DEL COSTRUTTORE. CI SARANNO ALTRE SORPRESE? - DE VITO AVREBBE AVUTO FINO A 400MILA EURO PER FAR APPROVARE LE DELIBERE GIUSTE FACENDO PRESSIONI SUL RESTO DEL M5S

 

 

 

 

 

Ilaria Sacchettoni e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera

 

Quali fossero i rapporti tra il presidente del consiglio comunale di Roma e gli imprenditori ben si comprende ascoltando le parole del costruttore Luca Parnasi, che a un amico rivela: «Ho ritenuto di affidare un incarico allo studio Mezzacapo per non scontentare Marcello De Vito». Eccola la «messa a disposizione della funzione pubblica» che ha convinto il giudice a ordinare l' arresto del politico pentastellato.

 

MARCELLO DE VITO

Il resto lo fanno i soldi che De Vito e il suo socio Camillo Mezzacapo (con l' aiuto della «sua persona di fiducia» Virginia Vecchiarelli) avrebbero fatto arrivare su conti della Mdl srl, che condividevano e gestivano, trovati grazie alle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo. Ma anche quelle conversazioni durante le quali pensano al futuro: «Allora voglio dire, mettiamoci il cappelletto da pesca, io conosco un paio di fiumetti qua ci mettiamo là... ci mettiamo tranquilli con una sigarettella, un sigarozzo, con la canna e ci raccontiamo le storie e ci facciamo un prepensionamento dignitoso...».

 

De Vito e Mezzacapo erano soci di studio e da quando il primo è entrato in politica, l' altro sembra essersi ritagliato un ruolo di mediatore tra lui e gli imprenditori. E così, quando emergono problemi, Mezzacapo rassicura Parnasi «che per superare le difficoltà abbiamo chiamato il nostro amico per farlo intervenire con forza» ed è stato lo stesso costruttore «nel corso dell' interrogatorio del 3 ottobre 2018 a confermare che si trattasse proprio di De Vito», più volte in altri colloqui definito «l' amico potente».

 

MARCELLO DE VITO VIRGINIA RAGGI

Lo schema messo in piedi era semplice. E avrebbe consentito a De Vito di ottenere 260 mila euro, più una promessa per altri 140 mila. Scrive il giudice: «Dall' esame dei conti bancari intestati agli avvocati Vecchiarelli e Mezzacapo sono emersi i pagamenti ricevuti per la consulenza (a Parnasi, ndr ) e la destinazione finale di tale provvista.

 

Sul conto intestato a Vecchiarelli è stato individuato un primo bonifico in ingresso in data 10 agosto 2017 da Capital Holding spa di 24.582 euro con causale Saldo preavviso parcella. La relativa provvista risulta essere stata impiegata il 14 agosto 2017 in un bonifico da 19.665 euro in favore di Mezzacapo. Altri due bonifici da 35.270 euro ciascuno arrivano a Vecchiarelli il 13 e il 16 aprile 2018. Il giorno dopo vengono ordinati due bonifici in favore di Mezzacapo: uno da 21.376 euro, uno da 18.300 euro».

MARCELLO DE VITO

 

De Vito, questo dice il giudice, è il terminale di una parte del denaro. Su un suo conto personale Mezzacapo accredita 8.550 euro il 6 settembre 2017 e 4.275 il 12 marzo 2018. Non è finita. Perché, questa è una delle accuse «sul conto corrente intestato a De Vito si registrano alcuni picchi di prelevamento contanti riferibili ai mesi di giugno 2017 per 1.700 euro, di settembre 2017 per 3.500 euro e ad ottobre per 1.500 euro».

 

PARNASI

Per far approvare le delibere, De Vito evidentemente sa che non può contare solo su sé stesso. Il giudice lo dice in maniera chiara lasciando intendere che le indagini non sono affatto concluse e potrebbero presto portare ad altri clamorosi sviluppi: «La funzione pubblica esercitata da De Vito è oggetto di mercimonio, stabilmente asservita agli interessi dei privati... Nel promettere per il tramite di Mezzacapo il suo intervento lo modula a seconda delle necessità.

 

Quando non può farlo direttamente si rivolge agli assessori competenti per materia, ovvero ai consiglieri comunali, ovvero ancora si avvale di tutta la sua rete di relazioni in modo da poter comunque sollecitare l' intervento di altri pubblici ufficiali che operano all' interno dell' amministrazione capitolina».

 

Il 31 maggio De Vito parla al telefono con Parnasi «sulla possibilità di influenzare le scelte di consiglieri e altre cariche capitoline».

Parnasi : «Gli dico, parlo con Daniele (Frongia ndr)».

luca parnasi

De Vito : «rinvialo questo passaggio senza...no? Dell' Eurobasket».

Parnasi :«Glielo sfumo, glielo sfumo! Siccome Daniele è uno che è una volpe, ha una velocità in testa che...! Io con Daniele ho un buon rapporto lui onestamente è un po' è un po' come si dice a Roma "rintorcinato" termine giusto, mi sbaglio?».

 

De Vito : «Ha la modalità del giocatore di scacchi russo».

La giudice sottolinea come De Vito e Mezzacapo «sono sempre a caccia di un modo per ampliare il loro "portafoglio clienti"». E tra le conversazioni che lo dimostrano ne cita una del 31 maggio scorso, quando si affronta il problema dello stadio. De Vito appare preoccupato, vuole sapere «noi come ci entriamo?». E Parnasi non si scompone: «Usiamo il solito schema».

raggi frongia

 

Vale a dire «fatture emesse da Vecchiarelli con una duplice finalità: giustificare formalmente la percezione del prezzo della corruzione e consentire alle società del gruppo Parnasi l' evasione delle imposte».

 

De Vito e Mezzacapo cercano di eludere i controlli e la loro cautela aumenta dopo l' arresto di Luca Parnasi a giugno 2018. In una circostanza escogitano, telefonicamente, un appuntamento da un concessionario di Jaguar per simulare la scelta di una Range Rover. Gli investigatori «osservavano nel parcheggio dell' autosalone le auto di Mezzacapo e De Vito e dopo circa un' ora li vedevano uscire dalla concessionaria insieme a una terza persona e allontanarsi».

 

In qualche caso si pongono il problema di non essere visti assieme, il politico si preoccupa. Così De Vito obietta la scelta di un pranzo al Matriciano di via dei Gracchi perché è molto frequentato e c' è la possibilità che qualcuno li avvisti ma Mezzacapo lo rassicura: «Entriamo dal coso, c' è l' ascensoretto che ti porta su adesso lo vedi c' è la saletta, non ti vede nessuno siamo noi quattro, noi quattro e il cameriere....».

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