
BAMBOLE, NON C’E’ UNA LIRA! – IL MINISTRO GIORGETTI FA CAPIRE CHE LA MANOVRA FINANZIARIA SARA’ AMARISSIMA: NON CI SONO I SOLDI PER ACCONTENTARE LE RICHIESTE DI FRATELLI D’ITALIA, LEGA E FORZA ITALIA (PRETESE CHE IMPORREBBERO SPESE PER OLTRE 30 MILIARDI DI EURO) – GIORGETTI FRENA SUL TAGLIO DELL’IRPEF E SULLA ROTTAMAZIONE FISCALE CHE CHIEDE SALVINI: “QUELLA CHE CHIAMA LA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE E LA RIDUZIONE DELLE ALIQUOTE FISCALI AL CETO MEDIO COSTITUISCONO UN QUADRO SU CUI C'ERA UNA SICUREZZA E CHE, LO DICO CON GRANDE FRANCHEZZA, SI È COMPLICATO UN PO' CON TUTTE LE VICENDE CHE A LIVELLO INTERNAZIONALE SONO DIVAMPATE…”
Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “la Stampa”
matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse
Che la situazione si stesse complicando lo aveva già fatto capire l'altro giorno il viceministro Leo, ieri è stato il titolare del Mef ha gelare le aspettative delle forze di maggioranza, compreso il suo partito, ovvero la Lega, circa i margini di manovra in vista della stesura della nuova legge di Bilancio.
Secondo alcune stime la somma delle proposte e delle richieste avanzate da Fdi, Forza Italia e dal partito di Salvini ammonterebbero infatti a oltre 30 miliardi di euro. Soldi che al momento non si vede come si possano reperire.
Tutti sono d'accordo sul favorire il ceto medio, aiutare le famiglie, sostenere i redditi più bassi, aumentare i salari sgravando straordinari e festivi e tagliare di nuovo l'Irpef dal 35 al 33% per i redditi sino a 60 mila euro, ma poi in concreto tutto non si potrà fare.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
Il problema è che ogni giorno la lista si allunga: ieri ad esempio il ministro delle Imprese Urso ha sostenuto che vanno reintegrati i fondi tolti alle tv locali; il vicepremier Antonio Tajani (Fi) ha invece rilanciato l'idea di alleggerire i contributi sugli stipendi più bassi. E sempre ieri, poi, qualcuno si è ricordato che nel 2026 andrà rifinanziata la social card «Dedicato a te» che quest'anno ha assorbito ben 500 milioni di euro. Inevitabile dunque che dal Mef arrivasse un altolà.
«Quella che Salvini chiama la rottamazione delle cartelle e la riduzione delle aliquote fiscali al ceto medio costituiscono un quadro su cui c'era una sicurezza e che, lo dico con grande franchezza, si è complicato un po' con tutte le vicende che a livello internazionale sono divampate e che non dipendono dal governo» ha ammesso ieri Giorgetti intervenendo ad Aosta a un incontro della Lega in vista delle regionali di fine mese.
giancarlo giorgetti e matteo salvini ancona
A pesare è soprattutto la guerra in Ucraina, che crea conseguenze «dirette e indirette». «Indirettamente […] tutta l'ondata di inflazione che noi abbiamo avuto in questi anni in realtà è inflazione da prezzi di energia e quindi in diretta correlazione per quello che è accaduto in Ucraina: recuperare gas o altre fonti energetiche avrà un prezzo molto più alto. O direttamente, perché a questo punto per l'Ucraina nella coalizione internazionale c'è addirittura chi vuole mandare soldati sul campo. Non è il nostro caso, però l'aiuto finanziario è un aiuto finanziario che ciascun paese in qualche modo dovrà sostenere. Quindi inevitabilmente anche questo graverà».
Il riferimento è all'impegno preso anche dal nostro Paese in ambito Nato di aumentare progressivamente entro il 2035 la nostra spesa militare dall'attuale 2% scarso al 5%, in pratica dovremmo passare da 45 a 145 miliardi di spesa, 100 miliardi in più da reperire nell'arco di 10 anni, uno sforzo enorme visto che solo questo comporta un investimento di 9-10 miliardi all'anno.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
È chiaro che in questa fase Giorgetti non si voglia sbilanciare sull'entità della prossima manovra[…] Interrogato sul declassamento del rating francese (da AA- ad A+) deciso dall'agenzia Fitch il ministro ha risposto secco: «A me che gli altri vadano male non fa piacere. Io voglio che vada bene l'Italia e sono fiducioso che il lavoro che abbiamo impostato possa produrre esattamente questi risultati. Non c'è da godere per le disgrazie altrui. Dobbiamo essere contenti del fatto che il nostro rating è già stato consolidato e migliorato nel recente passato, vogliamo migliorarlo ancora». […]
matteo salvini giancarlo giorgetti