1. QUIZZONE! MA UN MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CHE PRIMA DICE AI LIGRESTO’S, “QUALSIASI COSA POSSO FARE… SONO A DISPOSIZIONE”, E ORA FA LA SCENA MADRE CON FRASI COME “SE SERVE, ME NE VADO” È UN SERVITORE DELLO STATO O UN MEMBRO DELLA SERVITÙ? 2. IN UNA QUALSIASI ALTRA DEMOCRAZIA, UN MINUTO DOPO LA PUBBLICAZIONE DI QUELLE TELEFONATE SERVILI CON UNA FAMIGLIA DI INDAGATI, IL MINISTRO SI SAREBBE DIMESSO SPONTANEAMENTE. IN ITALIA INVECE RE GIORGIO TACE, MA BENEDICE DA DIETRO LE QUINTE LA RESISTENZA DELLA SUA PROTETTA. LETTA SI ESPONE IL MENO POSSIBILE E SI ACCONTENTA DI AVER MOSTRATO I MUSCOLI CON QUELLA POVERETTA DELLA IDEM 3. IL CLAN DEI SICILIANI (MERLO, BUTTAFUOCO, MUGHINI) IN DIFESA DELLA MINISTRA PELUSA! QUALCUNO SPIEGHI A MERLO CHE LO SCOOP L’HA FATTO UNA GIORNALISTA VERA DEL SUO GIORNALE E CHE PER LA “MACCHINA DEL FANGO”, SE PROPRIO LO APPASSIONA IL GENERE, EVENTUALMENTE PUÒ CHIEDERE LUMI AL DIRETTORE EZIOLO MAURO

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - LE TARANTELLE DI NONNA PINA
Ma una che prima dice ai Ligrestos "Qualsiasi cosa posso fare...sono a disposizione" e ora fa la scena con frasi come "Se serve, me ne vado" è un servitore dello Stato o un membro della servitù?

In una qualsiasi altra democrazia occidentale, un minuto dopo la pubblicazione di quelle telefonate servili con una famiglia di indagati, il ministro si sarebbe dimesso immediatamente e spontaneamente. Poi, senza fare tante sceneggiate, avrebbe spiegato le proprie ragioni in una conferenza stampa e si sarebbe eclissata per un bel po'. In Italia invece il capo dello Stato tace, ma benedice da dietro le quinte la resistenza della sua protetta. Il premier si espone il meno possibile e si accontenta di aver mostrato i muscoli con quella poveretta della Idem.

La ministra letteralmente svergognata non prova vergogna ma, anzi, comincia a inondare di veline e interviste sedute giornali più o meno compiacenti. In modo da preparare il campo alle proprie dichiarazioni di oggi in Parlamento. Dichiarazioni a questo punto completamente svuotate di ogni solennità e rilevanza. Poi, forse, la settimana prossima si voterà sulla mozione di sfiducia presentata dai quei rompicoglioni dei grillini, ma a quel punto si sarà già passati a un altro polverone e anche questa storia della Cancellieri sarà venuta a noia. E passerà in cavalleria.

L'Italia dei poteri marci, quella in cui allo Stato servono quarant'anni per prendere le misure a uno come don Salvatore Ligresti, è esattamente quella che ci appare dalla vicenda Cancellieri. Un enorme leviatano di scarso cervello ma di enorme stomaco, capace di ingoiare e rielaborare nel suo ventre molle qualsiasi schifezza.

2 - E ANCHE JONELLA, NEL SUO PICCOLO...
Ok, facciamo finta che il pronto intervento in favore di Giulia Ligresti sia un semplice atto umanitario, come ci vuol far credere la Signora Ministra. Ma allora vogliamo parlare del resto della famiglia? Su Repubblica, Ottavia Giustetti e Paolo Griseri non mollano l'osso e rincarano la dose: "Dal trasferimento di Jonella al passaporto svizzero di Paolo. Quei favori ai figli di don Totò. Dal carcere di Torino a San Vittore.

L'avvocato: ‘Non ero stato informato nemmeno io'" (p. 3). La cavallerizza Jonella voleva andare più vicino a casa, fortuna che sognano tutti i detenuti per i loro parenti, e prontamente arriva l'ordine dal Dap di Roma, come ricorda il direttore del carcere delle Vallette. Chi ha dato materialmente l'ordine di trasferire la rampolla a Milano? Con chi hanno trattato i suoi avvocati? Quanto a Paolo Gioacchino, anch'egli colpito da mandato di cattura, ha preso il passaporto svizzero giusto 21 giorni prima degli arresti. Gli è apparso in sogno l'arcangelo Michele?

Sul Corriere, con cautela, Fabrizio Massaro dà spazio ai veleni dei Ligrestos: "Le telefonate di Giulia Ligresti: ‘E' un complotto contro di noi'. Nelle conversazioni intercettate la figlia di Salvatore accusa stampa, authority e ‘una parte della Procura'. L'accerchiamento. Secondo la sua versione, la perdita di controllo di Fonsai fu provocata da un ‘sistema' avverso alla sua famiglia" (p. 9). Idem sulla Stampa: "Fonsai è in perdita e quelli di Unipol si danno dividendi'. Lo sfogo di Giulia Ligresti nelle intercettazioni del 3 aprile" (p. 2).

E un altro bel siluro arriva invece dal Cetriolo Quotidiano: "Fustelle false: quando in cella finì il marito dell'ex Prefetto. All'epoca la coppia era vicina di casa di Antonino Ligresti a Milano. Trent'anni fa. Medici compiacenti e farmacisti falsificarono le ricette per ottenere rimborsi gonfiati dal sistema sanitario" (p. 3).

3 - IL CLAN DEI SICILIANI IN DIFESA DELLA MINISTRA PELUSA
Ma al sangue e all'amicizia non si comanda, almeno qui in Bassa Europa, e allora oggi ecco lo strabiliante numero circense di Merlo Francesco, insigne catanese come Nuccio Peluso in Cancellieri. L'editorialista di Repubblica si lancia in un'appassionata difesa della "cara Annamaria", alla quale dà del tu e della quale fa un imbarazzante e untuosissimo panegirico, chiedendole di dimettersi "per non farsi sporcare dai difensori pelosi che, in questo caso, esibiscono più pelo delle scimmie quando ti assimilano a Berlusconi e al suo reato di concussione nella vicenda Ruby".

E raggiunge l'apice del contorsionismo quando scrive che contro di lei starebbe agendo "una sofisticata variante della macchina del fango". Qualcuno spieghi a Merlo che lo scoop l'ha fatto una giornalista vera del suo giornale e che per la "macchina del fango", se proprio lo appassiona il genere, eventualmente può chiedere lumi al direttore Eziolo Mauro.

Scatenato in favore della Cancellieri, ex commissario del teatro Bellini di Catania, anche il siculo Pietrangelo Buttafuoco, per cinque anni alla guida dello Stabile etneo. Buttafuoco l'ha difesa dalla richiesta di dimissioni alla trasmissione su Radio24 di Minoli. E su Libero un altro siciliano come il compagno Mughini chiede che si fermi "il tiro al bersaglio" contro la povera Annamaria, perché di "telefonate così, un ministro della Giustizia ne fa e ne ha fatte, e sarebbe inumano il contrario" (p. 1). Qui di "inumano" c'è solo questo malinteso vincolo di sangue della cosiddetta sicilianità.

4 - SPEGNI LE LUCI, GALLIANI SPEGNI LE LUCI!
In attesa che Adriano Galliani faccia un qualche bel numero da indemoniato, come quella notte allo stadio di Marsiglia, godiamoci lo scontro con la cazzutissima padroncina Barbara. "Papà decidi, al Milan io o Galliani'. Così Barbara apre il fronte anche in famiglia. Per adesso il Cavaliere ha dato corda alla figlia, dicendo no all'Ad che chiedeva una sua smentita sul siluramento. Per la terzogenita la squadra rossonera ‘spende tanto e male' e per questo ha invocato ‘un deciso cambio di rotta'.

La sfida su Milanello si inserisce nella complicata partita della divisione dell'impero di famiglia. Berlusconi sa che la figlia della Lario chiede spazio e nelle prossime settimane potrebbe avviare il rinnovamento". (Repubblica, p. 4). Per Papi Silvio, tenere una con il carattere e le ambizioni di Barbara lontana dalla stanza dei bottoni di Mondadori ha i suoi prezzi.

5 - TORNA LA NEIGE SUR LA REPUBLIQUE
E sempre a proposito di figliuole, ecco invece un preclaro esempio di familismo morale. Sulla Repubblica degli Illuminati tornano le foto della padroncina Neige De Benedetti, figlia di Rodolfo, per illustrare degnamente un reportaggio da Herat del leader di Lobby Continua, Adriano Sofri (p. 13). Nelle famiglie "nobili" dell'imprenditoria piemontese, un tempo, ai figli toccava un po' di gavetta in fabbrica, sotto falso nome. Alla povera Neige invece tocca andare in giro per carceri con quel simpaticone del Sofri.

6 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Come accade da almeno vent'anni, per far tornare i numeri delle Manovre i governi sono un po' ottimisti sul Pil. E il duo Aspenio Letta-Saccomanno Saccomanni non sembra fare eccezione. "L'Istat taglia le stime di crescita. Saccomanni non ci sta: rifaccia i conti. Previsioni ridotte dall'1,1% allo 0,7%. ‘Sottovalutate le riforme'. Missione del ministro a Londra: ‘L'euro forte minaccia la ripresa'" (Corriere, p. 2).

Non è vero. Non è l'euro forte a minacciare la ripresa, ma la politica debole. La Stampa spiega bene la faccenda: "Previsioni in bilico. Il governo non ha ancora i fondi per la rata Imu. Il Tesoro nella tenaglia fra austerità e richieste della politica. Nella maggioranza si ipotizza persino un anticipo della Service Tax" (p. 6). Il Cetriolo Quotidiano non la prende bene e riassume in modo un po' rozzo ma efficace: "L'Italia invia a Bruxelles dati taroccati sul deficit. L'Istat comunica che il disavanzo non è il 3,1% del Pil , ma soltanto il 3" (p. 1).

Comunque questo dibattito sulle stime del Pil sembra quello dei moviolisti calcistici ("Guarda che era rigore", "Ma no, era fuori di mezzo metro"). Impreziosito dal monito sublime di Re Giorgio, capace di dire: "Risorse scarse, la coperta resterà corta" (Corriere, p. 11). Nei prossimi giorni atteso anche un "Rosso di sera, bel tempo si spera".
Intanto fa piacere leggere questa bella notizia: "La norma d'oro dei grand commis. Così Catricalà e Patroni Griffi guadagnano più dei ministri. Superpremi, 100 funzionari sfiorano i 200 mila euro. Il decreto equipara-stipendi permette a loro due di essere retribuiti dal Consiglio di Stato. Maxi-retribuzioni per i dirigenti di prima fascia della Presidenza del Consiglio" (Repubblica, p. 11).

Un po' autistica, ma ampiamente spiegabile con le esigenze di Calta-riccone, l'apertura di prima pagina del Messaggero: "Più tasse sui guadagni di Borsa. Manovra, ritorna l'ipotesi dell'aumento fino al 23% dell'imposta sulle rendite finanziarie".

7 - MA FACCE RIDE!
"La nuova vita di Bush tra quadri e pennelli. ‘Dipingerò i leader'" (Corriere, p. 15). Attesa per la drammatica tela intitolata "Presidente che mangia salatini".

8 - IL COSTO DELL'AMICIZIA CON ZALESKI
Nascosta a pagina 24 della Stampa, in un "grigietto" da poche righe, ecco la notizia che aspettavamo da tempo. "Intesa Sanpaolo ha accantonato 430 milioni di euro sulla propria esposizione verso la Carlo Tassara di Romain Zaleski". La banca ha dovuto precisarlo su richiesta della Consob. Un'altra medaglia sul petto di Abramo Bazoli e del suo capitalismo tutto intriso di senso etico e lungimiranza.

9 - TELECOM-MEDIA
Appassionante come una telenovela brasiliana, ecco la nuova puntata di quell'altro dramma bancario chiamato Telco. Repubblica: "Telecom, ecco il piano Patuano-Telefonica. Vendita i torri, immobili, Argentina. Dividendi azzerati e ricapitalizzazione da 1,5 miliardi. Fossati convoca per domani analisti e investitori della City per esporre le proprie strategie" (p. 20).

10 - FREE MARCHETT FROCIARELLA
In alto le penne! L'ufficio marketing della Barilla comunica: "La svolta di Barilla, spot per l'"inclusione". Concorsi e testimonial d'eccezione: Alex Zanardi e David Mixner, attivista e leader delle comunità Lgbt. Diritti e responsabilità sociale nel nuovo progetto mondiale dopo la gaffe sugli omosessuali" (Corriere, p. 21). "La svolta di Barilla: in azienda il gay più potente d'America. Un'esperta di ‘gender balance' si occuperà della parità fra i sessi" (Stampa, p. 21).

Il vero titolo di questa stucchevole storiella di buonismo planetario dovrebbe essere "Barilla, il mio culo per una manciata di dividendi in più".

colinward@autistici.org

 

ANNAMARIA CANCELLIERI resize ANNAMARIA CANCELLIERI resize cancellieri tn ELLEKAPPA SULLA CANCELLIERI NAPOLITANO E CANCELLIERI LIGRESTI CON LE FIGLIEGiulia Ligresti ANTONINO LIGRESTINuccio Peluso AnnaMaria Cancellieri PIETRANGELO BUTTAFUOCOfrancesco merlo FOTO GALLIANI BARBARA BERLUSCONIDeBenedetti Geronzi cancellieri saccomanni letta

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....