N-EURODELIRI - IL MINISTRO GRECO MINACCIA: "SE NON CI FINANZIATE, NOI APRIAMO LE FRONTIERE AI CLANDESTINI, E AI MILITANTI DI ISIS" - BERLINO: "E NOI VI CACCIAMO DALL'AREA SCHENGEN"

Da “la Stampa

 

PANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRASPANOS KAMMENOS ALEXIS TSIPRAS

Per una volta, non sono stati il premier Tsipras o la “superstar” Varoufakis a suscitare le ire dei tedeschi, ma il ministro della Difesa, Panos Kammenos, capo degli ultranazionalisti di Anel. Domenica, parlando ai militanti del suo partito, l’ex esponente di Nea Demokratia ha sostenuto che se i partner europei continueranno a «maltrattare» la Grecia, devono essere consapevoli «che potremmo disdettare domani mattina gli accordi di Dublino e fornire agli immigrati clandestini documenti per andare a Berlino». Tra i rifugiati che arrivano in Germania, ha aggiunto Kammenos, «ci sono militanti di Isis» e dunque l’Europa «se ne accolla la responsabilità, trattando male la Grecia».

Panos KammenosPanos Kammenos


Nel giorno nell’ennesimo, difficile Eurogruppo a Bruxelles sull’emergenza greca, le reazioni dei tedeschi sono state immediate. E, in parte, durissime. Il cristianodemocratico Roderich Kiesewetter, della Commissione Affari esteri del Bundestag, ha bollato come «totalmente inaccettabili» le dichiarazioni di Kammenos, che «strumentalizzano il destino dei rifugiati per imporre la propria agenda economica». Secondo l’esponente del partito di Angela Merkel, bisognerebbe contro-minacciare di buttare Atene fuori dall’area Schengen.

alternative deutschland afd bernd lucke alternative deutschland afd bernd lucke

 

Il capo del partito anti-euro Afd, Bernd Lucke, ritiene le dichiarazioni di Kammenos addirittura «infami» e ha chiesto «un immediato e definitivo» blocco degli aiuti finanziari alla Grecia. Ma intanto Berlino ha smentito che ci siano terroristi tra i rifugiati arrivati in Germania, come sostiene il leader di Anel: «finora non ci sono indizi di questo tipo» ha detto una portavoce del governo.


Intanto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, già al suo arrivo a Bruxelles per l’incontro con gli omologhi europei, ha fatto capire chiaramente l’obiettivo primario di Berlino: «i greci devono realizzare tutto quello su cui si sono impegnati e devono evitare di prendere decisioni unilaterali che non siano concordate con la Troika».

varoufakis schaeublevaroufakis schaeuble

 

Pronunciando la parola proibita, Troika, ufficialmente abolita con l’ultimo Eurogruppo e sostituita con «le istituzioni», Schaeuble ha segnalato che la pazienza dei tedeschi è agli sgoccioli. E che il primario scopo della riunione, dalla quale non erano attese conclusioni decisive, era per i tedeschi reintrodurre un monitoraggio più stretto dei progressi fatti dalla Grecia, da parte degli emissari di Bce, Fmi e Ue.


Dopo l’ultimo Eurogruppo, del resto, anche la Grecia ha riesumato richieste che sembravano sepolte con l’allungamento dei negoziati di quattro mesi. In più occasioni sia Tsipras sia Varoufakis hanno rinnovato la richiesta di tagliare o ristrutturare il debito e hanno segnalato la volontà di andare avanti nella sfida all’austerità. Mai, tuttavia, hanno proposto un referendum sull’euro.

tsipras per mano con junckertsipras per mano con juncker


Non solo perché la scommessa politica di Tsipras è sempre stata quella di rimanere nell’euro, e su questa scommessa ha sempre battuto la minoranza interna nel suo partito. Basterebbe avere un po’ di memoria per ricordarsi che su quell’equivoco cadde il governo Papandreou; c’è una differenza abissale, inoltre, tra un referendum sulla moneta unica e uno sugli accordi con Bruxelles. Un “no” nell’ultimo caso costringerebbe il governo greco a trarne le conseguenze. Probabilmente a dimettersi, favorendo, ad esempio, il ritorno dei conservatori. Da qui all’uscita dall’euro, una differenza c’è, e non è neanche sottile.

 

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