FRATELLI (COLTELLI) D’ITALICUM - LA MINORANZA INTERNA SPIAZZATA DALLA (FINTA) APERTURA DI RENZI SULLA LEGGE ELETTORALE: SUL PD SOFFIANO (COME SEMPRE) VENTI DI SCISSIONE. CUPERLO ATTACCA: SE LA DISCUSSIONE NON AVVIENE IN TEMPI BREVI IL 4 DICEMBRE VOTERA’ NO E SI DIMETTERA’ DA DEPUTATO

Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

 

RENZI E BERSANIRENZI E BERSANI

Allora: com' è finita la direzione del Pd? Non c' è tregua, non c' è accordo. La notizia è questa. Quelli della minoranza escono dall' ex Collegio Nazareno e spariscono nei vicoli con facce livide e rassegnate al peggio (Pier Luigi Bersani: «Ma cosa vuoi che ti dica, eh?». Accigliato, scuote la testa. Dietro, nella luce gialla dei lampioni, Guglielmo Epifani, un altro ex segretario del partito, che pure il 4 dicembre voterà No. E non c' è Massimo D' Alema, che non viene mai e non è venuto anche stavolta: ma gli hanno spedito un mucchio di sms, lo tenevano informato come deve essere informato un lider maximo). Però va raccontata dall' inizio.

 

Da quando tutti abbiamo pensato: curioso, Matteo Renzi si tiene la giacca. Rinuncia a stare in camicia e al microfono non mette le mani in tasca; in trentadue minuti di intervento non evoca gufi, fa una sola battuta - su Susanna Camusso: «Dopo aver chiuso l' accordo sulle pensioni, ho dovuto prendere l' antibiotico per una settimana» - e almeno un paio, letteralmente, se le ingoia.

ROBERTO SPERANZA DIREZIONE PDROBERTO SPERANZA DIREZIONE PD

 

Teso, concentrato, non spreca parole: deve solo fare la sua proposta alla minoranza.

Deve aprire. Deve dimostrare di voler cercare un dialogo. Guarda diritto dove c' è Bersani. E parte: «Se qualcuno immagina di poter utilizzare la legge elettorale contro il referendum, sappia che noi vogliamo smontarli certi alibi…». Quindi propone di affidare a una delegazione - composta dal vicesegretario Lorenzo Guerini, dal presidente del partito Matteo Orfini, dai capigruppo di Senato e Camera, Luigi Zanda e Ettore Rosato, e da un rappresentante della minoranza - il compito di ragionare ancora, anche con il M5S, sul cosiddetto Italicum. Che però - attenzione, il punto politico è questo - andrebbe rielaborato soltanto dopo il voto del referendum.

 

RENZI DIREZIONE PD 3RENZI DIREZIONE PD 3

Maria Elena Boschi, in maglia arancia vivace, siede in prima fila e annuisce convinta, mettendo su l' aria di una che pensa: che possono volere, adesso, di più?

Accanto a lei: Dario Franceschini, immobile. Giuseppe Fioroni: immobile e sudato.

L' Huffington Post , in diretta, titola: «Apertura con bluff». Matteo Orfini, che presiede la direzione, dice con voce mogia che dopo Renzi c' è un solo iscritto a parlare. Lo annuncia mangiandosi il cognome. Dovrebbe essere un certo Punzo, o Ponzo. Poco importa.

Tutti osservano Bersani, Speranza e Cuperlo, che discutono a bassissima voce. Probabile che la proposta di Renzi li abbia spiazzati. E che non siano d' accordo sulla linea politica da adottare adesso, in corsa. È così.

 

FRANCESCHINI DIREZIONE PDFRANCESCHINI DIREZIONE PD

Gianni Cuperlo vorrebbe metterla giù dura. Subito. Senza indugi. E così alza la mano, si prenota, e poi va, va al microfono con quel suo volto da ufficiale prussiano, da ex comunista severo, colto, appassionato. La prende larga, da Trump, dai problemi dell' immigrazione, molla una randellata a Orfini per le vicende del Campidoglio, poi stringe e fa stringere lo stomaco a molti: dice che nel discorso di Renzi vede un segnale, ma la discussione sull' Italicum la vuole in tempi brevi; se non sarà così, il 4 dicembre voterà No e comunicherà al presidente della Camera le dimissioni da deputato. Davide Zoggia e Nico Stumpo, due duri e puri della minoranza, sono pallidi. Stumpo si morde il labbro. Perché Cuperlo sta aggiungendo: «Ora dobbiamo restare uniti. Dopo, se necessario, ci divideremo».

 

cuperlo alla direzione pd cuperlo alla direzione pd

Ecco: la scissione è evocata e, in qualche modo, quasi annunciata. Allora decidono di prendere la parola Anna Ascani (stranamente non in bilico sui trampoli, ma con un paio di finte Church' s), Sandra Zampa (addolorata), Andrea Orlando (solido) e Francesco Boccia (convincente, finché non si mette a parlare di nuove tecnologie): e tutti cercano di smussare, invitano all' unità e al dialogo.

 

Sì, va bene: ma questi della minoranza restano zitti? Bersani e Speranza sono rimasti a dirsi cose uno nell' orecchio dell' altro. Finché Speranza fa segno di sì con la testa, okay, d' accordo. Poi alza la mano: Orfini, ci sarei anche io, eh. Va su e parla direttamente a Renzi: «Guarda, segretario: io, fino all' ultimo, non mi voglio sottrarre a nessun tentativo: si vuole fare un comitato? Bene. Ma se davvero vogliamo cambiare l' Italicum, la proposta deve partire da qui, dal Pd. Per questo, purtroppo, penso che la proposta fatta da te non sia sufficiente».

 

Nel salone - magnifico, con travi del Seicento al soffitto - applaudono in quattro, cinque (Stumpo: «Noi della minoranza ci sediamo un po' sparpagliati anche per non dare troppo nell' occhio». I franceschiniani, invece, in gruppone strategico: Garofani, Sassoli, Losacco, Bressa, Astorre e Martino). Un altro paio di interventi (rovente quello di Giachetti).

Gianni Cuperloe bersani article Gianni Cuperloe bersani article

Poi, la replica di Renzi. E voto finale: nessun contrario, nessun astenuto. Renzi si volta verso Orfini: «Cioè?». E Orfini: «Boh. La minoranza non avrà votato».

 

La minoranza è già fuori con le facce e l' umore che sapete. Inutile la presenza degli agenti in tenuta anti-sommossa: il pensionato che aveva insultato Speranza è tornato a casa. Sta per tornarci anche Emanuele Fiano, monaco del renzismo, che però davanti ai cronisti, come al solito, non resiste: «Mi sembra ci sia un' apertura di Cuperlo e Speranza, no?». No.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…