AL GRAN BAZAR DELLA PRIVACY - IL “MIX” DI MILANO È UNO DEI SEI NODI MONDIALI DI “INTERCONNESSIONE” DEL TRAFFICO TELEFONICO E INTERNET - E I SERVIZI STRANIERI POSSONO FARE “SHOPPING” DI DATI SENSIBILI

Carlo Bonini per "la Repubblica"

C'è un non detto nel "datagate" italiano, che tra gli addetti ai lavori è il segreto di Pulcinella. E Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Telecom e del Gruppo Pirelli, lo illumina con brutale franchezza. Non fosse altro perché sa di cosa parla. «Cosa vuol dire che le conversazioni degli italiani non sono state ascoltate? O che le comunicazioni generate nel nostro Paese sono state risparmiate dalla pesca a strascico di americani e inglesi? Forse non è chiaro che, oggi, ogni comunicazione che passa attraverso le reti telefoniche è digitalizzata.

Anche le conversazioni in voce. Non c'è qualcuno che ti ascolta. Semplicemente, tutto quel che dici, esattamente come ogni operazione in rete, diventa un pacchetto di byte che viene registrato e poi, se ritenuto utile, analizzato o ascoltato da software di riconoscimento vocale o semantico. Poi. Non prima. Tutti spazzolano i metadati. Tutti. Da almeno 10 anni. Sicuramente da quando ero in Telecom. E i metadati viaggiano in strutture che hanno dei punti fragili. Dove quei dati possono essere o "hackerati" o semplicemente "scambiati".

Quando il direttore della Nsa dice che i metadati sull'Europa sono forniti dai Servizi alleati dice semplicemente che quella merce viene dal mercato dei metadati difeso dal segreto di Stato, dagli accordi tra governi. Tecnicamente questo consente ai Paesi europei di escludere di aver spiato i propri cittadini per conto terzi. Ma, di fatto, mettere a disposizione della Nsa i propri metadati è come dare libero accesso in pasticceria a un diabetico. Salvo dire, "non aveva il permesso di mangiare dolci"».

Il mercato italiano dei metadati ha un indirizzo. Il "Mix" di via Caldera, a Milano. Insieme a Londra, Francoforte, New York, Hong Kong, Parigi, è uno dei sei nodi mondiali di "interconnessione" del traffico telefonico e internet dell'intero pianeta.

Un "punto di interconnessione multipla", dove il traffico dati italiano, come pure quello proveniente dall'estero (dal Mediterraneo, piuttosto che da Medio Oriente o Asia) attraverso cavi sottomarini e obbligato ad attraversare l'Italia, si connette con le reti degli operatori telefonici e gli internet provider su cui le reti elettroniche a strascico dell'americana Nsa e dell'inglese Gchq hanno o possono avere accesso.

Qui, insomma, arrivano i cavi di "Telecom Sparkle" con il traffico generato nel nostro Paese destinato, appunto, a interconnettersi con i giganti della Rete. Tra i 132 operatori connessi al "Mix", tanto per dire, ci sono infatti gli americani At&T, Amazon, Facebook, Google, Microsoft, Verizon.

Spiega una fonte qualificata che, per anni, ha lavorato in "Telecom Sparkle", società nata nel 2003, controllata da Telecom e proprietaria in consorzio con operatori esteri di parte della rete fisica dei cavi in fibra ottica per il traffico dati: «Per quanto riguarda i metadati "italiani" la società non fa altro che portare il nostro traffico domestico nei punti di interconnessione e qui scaricarlo nei server dei provider esteri. Immagini un'immensa stanza con enormi armadi collegati tra loro, illuminati da led lampeggianti, che scambiano miliardi di byte al secondo».

Ebbene, chi controlla cosa viene scambiato? «Nessuno. Telecom Sparkle, per quanto a mia conoscenza, - prosegue la fonte - fa contratti di servizio con gli operatori privati che si interconnettono. Non con governi. Diverso è il discorso di Telecom e cioè di chi consegna il traffico a "Sparkle". Telecom può eventualmente stringere accordi con i suoi partner, provider o carrier esteri, sul tipo di metadati da mettere a disposizione ».

Siano dunque conversazioni, mail, record bancari, banche dati. Secondo quanto riferito nei giorni scorsi dal Sole 24 ore, tra il 1999 e il 2001, «stando a una fonte legata al mondo della telecomunicazione e dei Servizi, l'Intelligence Usa, con il via libera del Governo Italiano, avrebbe avuto accesso ai metadati generati dalla rete Telecom. Una circostanza di cui non esistono, allo stato, conferme documentali.

Ma che, in qualche modo, oggi, sarebbe accreditata a valle da uno dei file di Snowden pubblicati dal quotidiano spagnolo El Mundo. Un rapporto della National Security Agency sulla cooperazione con i Servizi Segreti esteri classifica infatti i Paesi con cui sarebbero attivi accordi di «cooperazione» e scambio di dati in diverse categorie.

Nella prima, definita di "cooperazione estesa", i 4 Paesi appartenenti ai "Five eyes", (Australia, Canada, Nuova Zelanda e Gran Bretagna). Quindi, l'Italia e altri 18 paesi, tutti europei oltre a Giappone e Corea del sud, il secondo livello. Quello della «cooperazione concentrata». Del resto, la Francia - primo Paese a battere il pugno sul tavolo del "datagate" - si scopre ora firmataria di un accordo con cui, tra il 2011 e il 2012, mise a disposizione i propri metadati alla Nsa. «Un baratto - lo ha definito con Le Monde un alto funzionario dell'intelligence francese -Noi diamo agli americani traffico dati tra estero e Francia e loro ci danno traffico dati in zone del mondo in cui siamo assenti».

 

spia SPIONAGGIO STATI UNITI STAZIONE DI SPIONAGGIO intercettazioni

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)