sergio mattarella giorgia meloni

“MODIFICHE ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA? NON CREDO” – GIORGIA MELONI DECIDE DI IGNORARE I DUBBI DI MATTARELLA E TIENE IL PUNTO SULL’ABOLIZIONE DELL’ABUSO D’UFFICIO (SU CUI FORZA ITALIA E’ PRONTA A ALZARE LE BARRICATE) - SUL PIANO POLITICO LA PARTITA PER LA PREMIER È TRIPLA: I RAPPORTI CON MATTARELLA, CON BRUXELLES E CON I MAGISTRATI CHE RESTANO SUL PIEDE DI GUERRA. MA L’IMPRESSIONE, IN AMBIENTI PARLAMENTARI, È CHE IL CONFRONTO CON L’ANM SULL’ABUSO D’UFFICIO POSSA DIVENIRE MENO ASPRO CON UN…

Estratto dell'articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”

 

sergio mattarella giorgia meloni centenario aeronautica militare

La scelta è quella di non mostrare cedimenti, almeno per ora. Giorgia Meloni ha ascoltato, venerdì scorso, le preoccupazioni consegnatele dal capo dello Stato Sergio Mattarella. Ha garantito che rifletterà sui punti controversi della riforma della giustizia. Ma la premier decide di tenere il punto sull’abolizione dell’abuso d’ufficio: «Modifiche? Non credo», fa sapere.

 

Il governo, si apprende, non promuoverà alcun emendamento a questa parte della riforma. «Mica stiamo giocando: abbiamo presentato una proposta che va incontro alle richieste della quasi totalità dei sindaci e non cambiamo idea dopo un minuto», dice un esponente dell’esecutivo. Meloni deve tener conto delle pressioni per l’abolizione del reato che arrivano dalla sua maggioranza, in particolare da Forza Italia

 

(..)

giorgia meloni sergio mattarella

Ce n’è abbastanza per consentire a Meloni di segnare una linea rigida, di forzare la mano malgrado i dubbi del Quirinale. Con il messaggio chiaro lanciato da Giovanni Donzelli, uno dei fedelissimi della presidenza del Consiglio: «Abbiamo la legge anticorruzione più all’avanguardia d’Europa, anche togliendo l’abuso d’ufficio restano altri strumenti normativi a tutela della pubblica amministrazione».

 

giorgia meloni sergio mattarella

Un messaggio che, più concretamente, è arrivato ieri anche attraverso il no della maggioranza, a Montecitorio, alla proposta di direttiva europea che prevede l’abuso d’ufficio, anche nel privato. Il voto della commissione Politiche Ue è motivato da un parere che fa riferimento alla convenzione di Merida, che stabilisce l’autonomia dei singoli Stati in questa materia. Come dire: anche in Italia il governo ha il diritto di agire in autonomia. Un modo con cui Palazzo Chigi sgombra pubblicamente il campo dagli equivoci.

 

Dall’altro lato, il governo non si preclude la strada di interventi correttivi, anche parziali. L’iter in Parlamento non sarà breve, c’è chi pensa che la riforma possa arrivare alla fase decisiva non prima dell’anno prossimo. Ci sarà margine per verificare cosa accadrà anche in Europa, che volto assumerà la proposta di direttiva anti-corruzione, che in questo momento è affidata alla valutazione dei parlamenti degli Stati membri. Nessuno può escludere un nuovo confronto con il Quirinale, e un cambio di rotta dell’esecutivo di fronte alla moral suasion, già cominciata, del Colle.

 

 

Che non è intervenuto formalmente adesso ma ha sempre lo strumento del rinvio del testo alle Camere, qualora questo fosse approvato con profili di incostuzionalità.

GIORGIA MELONI SERGIO MATTARELLA

 

Sul piano politico la partita è tripla. I rapporti con Mattarella, quelli con Bruxelles, il confronto interno. Con l’opposizione e con i magistrati sul piede di guerra. Ma l’impressione, in ambienti parlamentari, è che il confronto con l’Anm sull’abuso d’ufficio possa divenire meno aspro con un ammorbidimento di altre norme della riforma Nordio, dalla separazione delle carriere alle intercettazioni.

 

Uno dei passaggi più importanti del percorso del governo Meloni è appena agli inizi. Ma eventuali modifiche all’abolizione dell’abuso d’ufficio, per ora difeso dai colonnelli della premier, arriverebbero contro la volontà di Nordio, e darebbero un segno profondo nei rapporti con il ministro, che vivono una fase non proprio esaltante, dopo le ultime pubbliche bacchettate della prima ministra contro le esternazioni del Guardasigilli sul concorso esterno in associazione mafiosa. A quel punto, a tutti gli effetti, si profilerebbe un commissariamento. Che l’ex magistrato non digerirebbe.

sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione 1sergio mattarella giorgia meloni sergio mattarella giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...