IL MONDO “MAGA” HA CAPITO CHE GIORGIA MELONI E’ PIU’ VICINA A TRUMP CHE ALL’EUROPA E PROPONE DI PORTARE IN ITALIA LA PROSSIMA CONFERENZA DEL MOVIMENTO ALL’ESTERO – LO DICE CHIARAMENTE MATT SCHLAPP, PRESIDENTE DELLA "CONSERVATIVE POLITICAL ACTION CONFERENCE", LOBBY TRUMPIANA PIÙ POTENTE DEGLI STATI UNITI: “PORTEREMO IN ITALIA LA PROSSIMA CONFERENZA MA LA PRIMA CONDIZIONE, INDISPENSABILE, È IL SOSTEGNO DELLA PREMIER MELONI. OLTRE ALLA PARTECIPAZIONE FISICA ALL’EVENTO, AVREMMO BISOGNO ANCHE DEL SUO CONVINTO APPOGGIO POLITICO PER QUELLO CHE INTENDIAMO FARE SUL PALCO, PER L'AGENDA. LA SECONDA CONDIZIONE SONO I FINANZIAMENTI. LE NOSTRE CONFERENZE SONO COSTOSE…”
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
“La prossima conferenza all'estero vorremmo organizzarla in Italia, magari già l'anno prossimo. Per riuscirci però abbiamo bisogno di due cose: l'appoggio convinto della premier Giorgia Meloni, e i finanziamenti».
Matt Schlapp […] È il presidente della Conservative Political Action Conference, lobby conservatrice e trumpiana più potente degli Stati Uniti. Ogni anno organizza una grande conferenza dove il capo della Casa Bianca è sempre l'ospite d'onore, più tutti i leader del movimento Maga.
Nel 2026 la terrà a Dallas in marzo […] Giorgia Meloni ha partecipato a questo evento in varie occasioni, prima di diventare premier, quando si stava accreditando nel mondo conservatore americano […]
Cpac organizza le sue conferenze anche all'estero, per promuovere ovunque l'agenda sovranista, in linea con la nuova Strategia per la sicurezza nazionale appena pubblicata dall'amministrazione Trump, che attacca duramente l'Europa e lascia capire come l'obiettivo di fondo sia demolire l'Unione basata a Bruxelles. […] In Europa finora la sede preferita è stata Budapest, per ovvie affinità elettive col premier Viktor Orbán […]
Schlapp però sogna il nostro Paese perché rappresenterebbe un salto di qualità nella conquista del continente.
Volete andare in Italia subito, magari il prossimo anno?
«Certo, ci stiamo ragionando da tempo. Chi non vuole andare in Italia, qualunque sia il motivo? È un Paese meraviglioso, con una grande storia».
Quando?
«Appena possibile. Per farlo però si devono creare le condizioni giuste».
Quali sono?
«La prima, indispensabile, è il sostegno della premier Meloni. Ovviamente è casa sua e non possiamo presentarci senza il suo consenso. Oltre alla partecipazione fisica della presidente del Consiglio alla conferenza, però, avremmo bisogno anche del suo convinto appoggio politico per quello che intendiamo fare sul palco, per l'agenda. Questa è la prima condizione irrinunciabile, a cui stiamo lavorando da tempo».
E la seconda?
«I finanziamenti. Le nostre conferenze sono costose e abbiamo bisogno di aiuto. Negli Stati Uniti per le aziende private è abbastanza usuale sponsorizzare simili eventi, ma in Italia no, le compagnie tendono a restare fuori dalla politica».
Così però mette Meloni in imbarazzo, perché se dice no fa uno sgarbo a voi, ma se dice sì rischia di farlo a Bruxelles.
«Il suo sostegno politico è imprescindibile».



