“IL GIORNALE” AVVISA I SALVATORI DELLA PATRIA - GLI AVANZI DEL NUOVO MONTEPREZZEMOLO-PROFUMO-MARCEGAGLIA CHE TANTO SCALPITANO PER SCENDERE IN PISTA, CON I GUAI CHE HANNO SUL GROPPONE, E’ MEJO CHE RESTINO IN PANCHINA - DALLA FRODE FISCALE AI CASINI DI FAMIGLIA PASSANDO PER LE VIOLAZIONI URBANISTICHE, NULLA VIENE PERDONATO AI RISERVISTI DI PRONTO INTERVENTO…

Stefano Filippi per "il Giornale"

Silvio Berlusconi l'ha detto prima di incassare l'ultima fiducia: non ci sono alternative a questo governo. Non è una grande consolazione, ma la cronaca ne dà conferma tutti i giorni. Non c'è un'alternativa tra le attuali forze di opposizione. E non emerge nemmeno tra le cosiddette «riserve della Repubblica», quelle figure estranee - almeno per il momento- all'agone politico ma pronte a tuffarvisi qualora lo Stivale s'inginocchiasse a implorarne l'impegno.

Il tema è quello della classe dirigente. L'Italia fatica a sfornare nuovi leader. Ci si lamenta che stiamo diventando un Paese di vecchi e per vecchi, ma il nuovo che avanza lascia uno strascico di pesanti interrogativi. Ai politici attuali si rimprovera la distanza dalla gente, la difficoltà a promuovere le riforme e soprattutto gli scheletri che ingombrano tanti armadi importanti. Ma i fardelli imbarazzanti si trovano dappertutto, anche in chi si presenta come salvatore della Patria.

L'ultimo caso è quello di Alessandro Profumo, il banchiere che si sta autocandidando alla guida del centrosinistra sotto lo sguardo benevolo di tanti papaveri di un Pd in gravissima crisi di leadership. Dall'altro giorno Profumo è indagato per frode fiscale. La banca di cui era il numero uno operativo, Unicredit,avrebbe eluso l'erario sfruttando un regime tributario di favore per 245 milioni di euro ora sequestrati.

L'ipotesi di reato (la dichiarazione fiscale fraudolenta è punibile con una pena fino a 6 anni) è tutta da dimostrare. Ma non è un bel viatico per il nuovo eroe dei radical chic, il finanziere multimilionario che ha tirato la volata a Prodi e Pisapia e che, al primo posto del suo futuribile programma politico, propone proprio un intervento fiscale: una tassa patrimoniale da 400 miliardi di euro.

Prima di lui era toccato a Luca di Montezemolo. Il presidente della Ferrari freme da tempo ai box della politica. Scalpita come i cavalli delle sue monoposto. Nella galleria del vanto mette a punto la sua scattante idea di Italia Futura. Eppure anch'egli ha qualche problemuccio, e si tratta di controverse faccende immobiliari: un destino condiviso con Gianfranco Fini e Claudio Scajola.

L'ex numero uno di Confindustria, infatti, è sotto processo al tribunale di Napoli per interventi abusivi nella residenza di Anacapri dove passa le vacanze in affitto. Villa Adinolfi (così si chiamava l'ingegnere che la progettò negli anni '50) ribattezzata Villa Caprile - ma da tutti conosciuta come Villa Montezemolo- è una prestigiosa magione a metà strada tra il faro di Punta Carena e la Grotta Azzurra. Al suo interno sono stati realizzati lavori che hanno suscitato l'interesse della procura campana: le accuse sono di violazione urbanistica, deturpamento di bellezze naturali e falso.

Da Confindustria scalda i motori anche Emma Marcegaglia, che di Montezemolo ha preso il posto. Avvicinandosi la scadenza del mandato, la signora si sente le mani più libere e ha preso a randellare senza remissione il governo. Al punto che più di qualcuno ha avanzato il sospetto che dietro questo imprevisto interventismo si nasconda la malcelata voglia di scendere a sua volta in politica.

Ma nemmeno i suoi armadi sono del tutto sgombri da ossute presenze. Il fratello di Emma, Antonio, anch'egli provvisto di un ruolo al vertice del colosso siderurgico di famiglia, nel 2004 ha patteggiato una condanna a 11 mesi di reclusione e un risarcimento di sei milioni di euro. Dalle sue dichiarazioni gli inquirenti hanno ricostruito una serie di conti svizzeri riconducibili agli imprenditori mantovani sui quali sarebbero stati depositati fondi neri utilizzati per operazioni riservate.

E un'inchiesta per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi a Grosseto riguarda il capostipite e fondatore del gruppo, Steno Marcegaglia. Tutti e tre - Profumo, Montezemolo e Marcegaglia - garantiscono che hanno già chiarito tutto o lo faranno presto. Ne prendiamo atto. Fatto sta che le eterne riserve della Repubblica non sono mai pronte a entrare in campo per prendere il posto del centravanti titolare.

 

marcegaglia - montezemoloALESSANDRO PROFUMOROMANO PRODI GIULIANO PISAPIA STENO MARCEGAGLIA Montezemolo entra nella sua villa caprese alla festa dei suoi 60

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…