1- TONTO DEI MONTI NON HA ANCORA PRESO POSSESSO DI PALAZZO CHIGI MA PER I POTERI FORTI INTERNAZIONALI È SUFFICIENTE IL SUO NOME PER FAR RIMBALZARE LA BORSA DI MILANO (+2%) MENTRE LO SPREAD BTP/BUND SCENDE INTORNO AI 450 PUNTI (AVEVA RAGGIUNTO IL RECORD DI 575 E IL TASSO AVEVA VARCATO IL PUNTO DI NON RITORNO DEL 7%) 2- DOMANI, PRIMO VERO TEST DELLA NUOVA ERA POST BANANA: ASTA BTP PER 3 MILIARDI 3- E FINALMENTE CI SI DIVERTE, DOPO ANNI DI SLURPISMI BERLUSCONOIDI, A LEGGERE “IL GIORNALE”. FELTRI: “CI SI DOMANDA COME POTRÀ LA NUOVA MAGGIORANZA DELLE LARGHE INTESE, A TOCCARE LE PENSIONI, A ELIMINARE LE PROVINCE E NON PARLIAMO DELL’ARTICOLO 18. È IMMAGINABILE CHE PER FAR CONTENTO MONTI, IL PD RINNEGHI LA PROPRIA POLITICA PRATICATA FINO ALL’ALTRO IERI? DEL PARI, NON SI CAPISCE PERCHÉ IL PDL, DOPO ESSERSI BATTUTO PER ANNI CONTRO LA PATRIMONIALE, DEBBA FARLA PASSARE” 4- “PER PRELEVARE EURO DAI CONTI CORRENTI DEGLI ITALIANI, E PER AUMENTARE LE TASSE SULLE CASE, SULLE BARCHE E GENERI DI LUSSO NON C’ERA BISOGNO DI MOBILITARE MEZZA UNIVERSITÀ BOCCONI, ESIMI PROFESSORI, TECNICI CELEBRATI E ALCUNI TROMBONI DI CONTORNO. SAREBBE BASTATO UN QUALUNQUE RAGIONIER ROSSI”

Immagine di apertura di Francesco Terzini - http://blog.francescoterzini.com/ 

1- E VAI CON MONTI!
Ansa.it

Avvio in rialzo per le Borse in Europa. Il cambio della leadership in Italia e in Grecia ha dato una spinta alla fiducia dei mercati sulla possibilità di contenere la crisi del debito. Milano si mette alla testa di questo rimbalzo con un rialzo del 2% mentre lo spread tra i titoli di stato italiani e tedeschi si raffredda e scende intorno ai 450 punti. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: - Londra +0,28% - Parigi +0,52% - Francoforte +0,64% - Madrid +0,39% - Milano +2,17% - Amsterdam +0,38% - Stoccolma +0,22% - Zurigo +0,39%

SPREAD BTP-BUND APRE A 452 PUNTI, RENDIMENTO AL 6,40% - Lo spread tra il Btp decennale e il Bund tedesco si mantiene nelle prime contrattazioni della giornata vicino ai 450 punti base, a quota 452, con un rendimento per i nostri titoli di Stato del 6,40%.
ROMA - Test decisivo per l'Italia dopo l'incarico affidato a Mario Monti per formare un nuovo governo.

Se Piazza Affari ha già premiato - con il balzo dei listini di venerdì - lo scenario di un esecutivo affidato a un 'tecnico' autorevole come l'ex Commissario Ue, il banco di prova sulla ritrovata credibilità dell'Italia sarà l'emissione di Buoni del Tesoro: in asta Btp quinquennali per un importo compreso fra 1,5 e 3 miliardi.

Resta infatti da vedere se, e soprattutto quanto, il cosiddetto effetto Monti avrà riverberi positivi sulla nuova emissione di titoli di Stato italiani che - dopo la violenta tempesta su tassi e spread che ha spinto il Paese a un passo dal baratro - rappresenta il primo vero test della nuova era post Berlusconi da parte del mercato.

I titoli in asta avranno decorrenza 15 settembre 2011 con scadenza 15 settembre 2016 e se gli operatori non vedono problemi per il raggiungimento del target, c'é comunque incertezza su quanto il Tesoro dovrà offrire in termini di rendimento. Il tasso del Btp cinque anni è schizzato fino al 7,83% mercoledì scorso, quando lo spread tra il Btp a 10 anni e il Bund ha raggiunto il record di 575 punti e il tasso aveva varcato il punto di non ritorno del 7% (la soglia che ha fatto scattare il salvataggio per Grecia Irlanda e Portogallo).

La Bce ha dovuto lanciarsi in massicci acquisti di titoli italiani concentrandosi anche sulle scadenze più brevi in una settimana che si era aperta, peraltro, con l'inversione della curva dei rendimenti - il tasso del due anni maggiore di quello a 10 anni - ossia il segnale di un rischio crescente di default.

Ma tra il deciso interventismo Bce e la svolta verso un governo a guida Monti, i rendimenti dei bond italiani sono calati con il tasso quinquennale sceso al 6,46%, sui valori del decennale. L'ultimo collocamento di Btp a 5 anni risale a settembre (3,87 miliardi) e il Tesoro ha dovuto offrire un rendimento record del 5,6% dal 4,93% dell' asta precedente.

Un livello mai visto nei 12 anni di vita dell'euro e ora,in attesa dell'asta di domani, ci si chiede di quanti punti verrà superato. Il Wall Street Journal dà per scontato che l'Italia troverà qualcuno che acquisterà i suoi Btp anche se dovrà riconoscere rendimenti alti, ma vede poco probabile una adesione in massa di banche e investitori internazionali.

Un clima difficile per un Paese che - prevede il centro studi di Intesa Sanpaolo - vedrà salire a 440 miliardi l'importo delle emissioni del Tesoro nel 2012, dai 416 stimati per quest'anno, a fronte di titoli in scadenza per 409 miliardi. Più in dettaglio, si prevede un incremento di 10 miliardi nel comparto Btp e Cct per un totale di 189 miliardi di euro.

Per ora preoccupa meno il capitolo scadenze nel breve periodo: l'Italia "può respirare" per i prossimi tre mesi", dice l'analista di Ing Alessandro Giansanti,"non ci sono rimborsi di importante entità" visto che fino a febbraio l'ammontare si aggira sui 50 miliardi.

UE: INCARICO MONTI E' SEGNALE INCORAGGIA - L'incarico di formare un nuovo governo al senatore Mario Monti ''e' in nuovo segnale incoraggiante'' che arriva dall'Italia. E' quanto dichiarano il presidente Ue Herman van Rompuy e il presidente della Commissione Ue Jose' Manuel Barroso

RICEVUTE LE 39 RISPOSTE ITALIA, ORA ANALISI - La Commissione Ue ha ricevuto la lettera dell'Italia che contiene le 39 risposte ai quesiti di chiarimenti sottoposti da Bruxelles al governo italiano. "La lettera è stata ricevuta ed ora sarà studiata attentamente alla luce dei risultati della missione dei nostri ispettori a Roma", riferiscono all'ANSA fonti comunitarie. L'invio del documento a Bruxelles è stato l'ultimo atto firmato da Giulio Tremonti come ministro dell'Economia. Insieme alle risposte al questionario, la lettera è accompagnata da alcuni allegati di dettaglio, in particolare sulle nuove misure introdotte con la Legge di Stabilità, approvata ieri. Dettagli che sono stati già forniti agli ispettori della Commissione e della Bce.

Le 39 domande al governo si basano sull'assunto di Bruxelles, secondo il quale "nell'attuale contesto economico la strategia fiscale programmata non garantisca il raggiungimento di un pareggio di bilancio entro il 2013". Pertanto il questionario chiede quali nuove misure l'Italia intenda adottare per raggiungere questo obiettivo. Il focus non è però solo sui tagli, ma anche sulle misure per fare ripartire la crescita, ritenuta il punto più debole dell'Italia.

TREMONTI A UE, DA RITORNO ICI PRIMA CASA 3,5 MLD - L'eventuale reintroduzione dell'Ici sulla prima casa porterebbe nelle casse dello Stato un gettito di circa 3,5 mld di euro. E' quanto si legge nelle risposte alle 39 domande dell'Ue inviate dal ministro Giulio Tremonti. La reintroduzione sarebbe possibile grazie al decreto legislativo sul federalismo approvato dal cdm il 24 ottobre

CRESCITA, FISCO, PENSIONI: L'AGENDA DEL NUOVO GOVERNO - La crescita da una parte, le riforme e i tagli dei privilegi dall'altra. Saranno queste le stelle polari del futuro governo, chiamato a rispettare gli impegni presi dal dimissionario esecutivo Berlusconi in sede europea e a rispondere le sollecitazioni arrivate la scorsa estate dalla Bce. Il programma sara' fitto e difficile, ma non potra' prescindere da alcune voci che costituiscono il percorso obbligato per riportare l'Italia in carreggiata. Voci sulle quali, pero', i partiti che sosterranno l'esecutivo hanno da tempo espresso opinioni divergenti, anche al loro interno, e difficili da conciliare.

LA CRESCITA. Nella lettera arrivata da Francoforte lo scorso agosto l'Eurotower parlava in primo luogo dell'esigenza ''di misure significative per accrescere il potenziale di crescita''. Si tratta di un punto centrale, anche alla luce delle nuove stime della Commissione Ue, che vedono un Pil in crescita dello 0,5% nel 2011 e appena dello 0,1% nel 2012. Sul tema sono ovviamente tutti d'accordo, anche se ognuno ha la propria 'ricetta'.

LE PENSIONI. La pratica 'vecchiaia' e' gia' stata affrontata dalla Legge di stabilita' appena varata: dal 2026 si andra' in pensione a 67 anni e dal 2050 a 70 anni. Ma il nuovo governo potrebbe concentrarsi anche sull'altro grande pilastro, quello degli assegni di anzianita', finora protetti con particolare vigore dalla Lega: il commissario Olli Rehn ha chiarito infatti che su questo l'Italia deve fare di piu'. Se Pdl e Terzo polo sono favorevoli a una stretta sugli assegni di anzianita', meno omogenea e' la posizione del Pd, mentre l'Idv appare contrario.

LICENZIAMENTI E LAVORO. La Legge di stabilita' contiene alcune agevolazioni per donne e giovani, ma le richieste della Bce erano ben altre: in particolare, si chiedeva di adottare ''una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti''. Nella lettera all'Unione europea, del resto, il governo Berlusconi si era impegnato a rendere piu' flessibile il mercato anche rendendo possibili i licenziamenti ''per motivi economici'' e il commissario Rehn chiede su questo delucidazioni. Pdl e Terzo polo sono favorevoli a una maggiore flessibilita', il Pd punta all'intesa tra le parti sociali del 28 giugno e l'Idv e' contrario.

FISCO. La riforma fiscale-assistenziale e' solo un tassello, ma l'Unione europea chiede altro: in particolare, sul tavolo figurano lo spostamento della tassazione dal lavoro ai consumi e alla proprieta' immobiliare. Da questo punto di vista, un'ipotesi che potrebbe essere presa in considerazione, come auspicato dalla Banca d'Italia, e' la reintroduzione dell'Ici. La patrimoniale appare uno dei temi che uniscono, piu' che dividere: sebbene con diverse gradazioni e modalita', non c'e' un'opposizione pregiudiziale da parte di nessuno, anche se le maggiori resistente sono all'interno del Pdl.

LIBERALIZZAZIONI. E' uno dei punti centrali per riavviare un percorso di crescita. Insieme alle privatizzazioni, vengono citate sia nella lettera della Bce, sia in quella inviata a Bruxelles dal precedente governo. La legge di stabilita' assegna al Governo la possibilita' di esercitare un potere sostitutivo rispetto a quegli enti locali che non dovessero procedere all'apertura del mercato e annulla le tariffe minime dei professionisti. Sul tema, tuttavia, il nuovo governo avra' molto da fare, per mettere in pratica le intenzioni. Anche sul fronte liberalizzazioni le posizioni sono diversificate, ma nessuna formazione politica dice no.
TAGLIO AI COSTI DELLA POLITICA. Uno dei capitoli piu' spinosi ma piu' urgenti, che e' pero' tutto da scrivere. Dall'abolizione delle province alla riduzione del numero di parlamentari.
MODERNIZZAZIONE P.A. L'Unione europea spinge molto su questo settore, sia dal punto di vista della mobilita' del personale che dell'implementazione della riforma Brunetta

2- MACCHÉ ECONOMISTA BASTAVA UN RAGIONIERE
Vittorio Feltri per "il Giornale"

Ufficialmente non si conoscono i contenuti del programma di Mario Monti, quindi sarebbe prematuro discuterne. Però qualche indiscrezione è uscita e i giornali l'hanno pubblicata, per cui un ragionamento a grandi linee si può fare. Si dice che il governo tecnico intenda abolire le pensioni di anzianità, da anni il pomo della discordia non solo fra destra e sinistra, ma anche tra partiti affini o almeno alleati: il Pdl e la Lega.

Inoltre si dice che riformerà la legislazione sul lavoro (il famoso o famigerato Statuto di Giacomo Brodolini), poi reintrodurrà l'Ici, sopprimerà le Province e, dulcis in fundo (sed in cauda venenum ), darà corso a una salata patrimoniale destinata a colpire perfino il denaro depositato in banca dai clienti.

Se questo è quanto desidera fare Monti in fretta e furia, allo scopo di sistemare i conti, ci si domanda come potrà la nuova maggioranza delle larghe intese, o di unità nazionale, approvarlo senza battere ciglio. Infatti la sinistra si è sempre dichiarata ostile a toccare le pensioni, a eliminare le Province e non parliamo dell'articolo 18.

È immaginabile che per far contento il premier, consentendogli di governare secondo criteri di rigore, il Pd rinneghi la propria politica praticata fino all'altro ieri?Sembra altamente improbabile, anche perché, cambiando così radicalmente idea su punti importanti, rischierebbe di perdere il consenso dei propri elettori tradizionali. Del pari, non si capisce perché il Pdl, dopo essersi battuto per anni contro la patrimoniale, debba farla passare. Quale giu­stificazione darebbe al popolo berlusconiano?

Non sono problemi da poco. E, fra l'altro, questo Parlamento non è mai riuscito a risolverli a causa di profonde divisioni al proprio interno. È pensabile che faccia domani, solo perché è disceso dal cielo Monti, ciò che non ha fatto in tre anni e mezzo di legislatura? Se fosse semplice costringere alla concordia 630 deputati e 315 senatori di varia estrazione politico­culturale, non si comprenderebbe perché la pace non sia scoppiata prima dell'avvento di Supermario (e non ci riferiamo al videogioco).

Per prelevare euro dai conti correnti degli italiani, e per aumentare le tasse sulle case, sulle barche e roba del genere (ovviamente di lusso) non c'era bisogno di mobilitare mezza università Bocconi, esimi professori, tecnici celebrati e alcuni tromboni di contorno. Sarebbe bastato un qualunque ragionier Rossi. Alla fine, la contabilità dello Stato non è diversa da quella cosiddetta della serva. Se il Paese spende più di quanto incassa è obbligato a contrarre debiti attraverso la sottoscrizione di Bot e similari.

E, volendo recuperare denaro per persuadere i mercati di essere solvibile (cioè in grado di restituire i soldi presi a prestito), ha due sole strade: ridurre le uscite (le spese correnti) o aumentare i cespiti fiscali. Tutto ciò è noto anche ai partiti. Se quindi prendessero atto che non esiste una terza via, potrebbero fare a meno di essere guidati come studentelli dal professor Monti.

Sarebbe sufficiente che si rivolgessero ai cittadini dicendo: o tagliamo la spesa o ci tagliamo la gola. Niente. Emergenza o no, i politici litigano e la nave affonda. Poi si spaventano e invocano il soccorso di Mario Monti. E, nell'illusione che sia lui la salvezza, lo lusingano col seggio di senatore a vita e lo beatificano in anticipo sui miracoli che dovrebbe fare e che non farà.

Meglio assumere subito il ragionier Rossi e restituire alla politica il suo ruolo, ricordando che la sovranità è del popolo. Il quale la esercita col voto e non facendosi imporre un governo dal Quirinale.

 

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