mario monti

GOVERNO MARE E MONTI - “PER LA MAGGIORANZA È ARRIVATO IL MOMENTO-TSIPRAS. SALVINI E DI MAIO INIZIANO A CAPIRE CHE LA REALTÀ È DIVERSA DA COME LA SI IMMAGINAVA. E CHE BISOGNA TENERNE CONTO” – L’EX PREMIER  HA INCASSATO GLI APPLAUSI DAL M5s, QUANDO HA ANNUNCIATO IL SUO VOTO A SOSTEGNO DELLA DICHIARAZIONE DI TRIA: "AI MIEI OCCHI SALVINI HA IN SÉ DUE VENE DI PERICOLOSITÀ CHE I 5 STELLE NON HANNO" - ECCO QUALI

Federico Fubini per www.corriere.it

 

 

monti

Mercoledì il senatore a vita Mario Monti ha suscitato mugugni dai banchi della Lega, ma applausi dai 5 Stelle, quando ha annunciato il suo voto a sostegno della dichiarazione di Giovanni Tria: il ministro dell’Economia, a parere dell’ex premier, aveva segnalato «un parziale riorientamento» della manovra.

 

Senatore, lei aveva votato contro la nota di aggiornamento sui conti pubblici. Ci ha ripensato?

«Se è per questo, alla fiducia sul governo il 5 giugno mi ero astenuto perché volevo aspettare i fatti. Adesso trovo che aver votato a favore della posizione espressa da Tria in Parlamento sia il modo di avere un atteggiamento senza accondiscendenza, ma di esigente disponibilità ad assecondare un ripensamento».

 

Che intende dire?

conte salvini di maioSALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

«Vede, credo che le forze che sostengono questo governo non avessero mai avuto veri momenti di confronto con la realtà oggettiva, con la realtà internazionale. Vivevano nell’equivalente politico di una bolla speculativa. Ora mi pare che l’impatto con la Commissione europea sia stata la prima vera occasione di scoperta della realtà, per politici che avevano in testa solo una propria versione di essa tutta costruita per demonizzare il passato».

 

monti

In Europa chiamano «Tsipras moment», dal nome del premier greco, la fase in cui un populista accetta di cambiare strada per salvare il proprio Paese. Sta accadendo in Italia?

«Credo di sì. L’impatto con la Commissione e forse la scoperta che fuori dall’Italia non si pensa affatto che dopo le Europee di maggio questa Europa sia morta, avranno contribuito. Certe idee facevano parte della bolla nella quale vivevano nostre forze di governo. Invece hanno visto che una Commissione efficace e la straordinaria unità di tutti gli Stati membri nel sostenerla, quindi hanno capito che bisogna fare qualcosa.

 

giuseppe conte alexis tsipras

Credo che stiamo arrivando allo “Tsipras moment”, ma il “Salvini-Di Maio moment” è più diluito nel tempo. Tsipras cambiò idea in pochi giorni, perché capiva che i greci non volevano uscire dall’euro. In Italia invece Di Maio e Salvini, specialmente il secondo, hanno cercato di eccitare gli animi in chiave antieuropea praticamente dal primo giorno, fino alla settimana scorsa. Ora stiamo arrivando al momento in cui si capisce che la realtà è diversa da come la si immaginava. E che bisogna tenerne conto».

 

Hanno contato eventi come la protesta delle «madamine» a Torino o la preoccupazione di tante associazioni di imprenditori del Nord?

«Credo proprio di sì. Nel mondo imprenditoriale c’è stata qualche contraddizione, ma l’inquietudine si è cristallizzata in modo esemplare nel discorso del presidente Carlo Bonomi all’assemblea di Assolombarda. Un intervento coraggioso, che ha fatto di lui un leader nel mondo imprenditoriale. Nel Nord Italia ha creato scontento l’incapacità della Lega di risolvere problemi creati dai 5 Stelle, per esempio sulle infrastrutture, e il mettersi contro l’Europa. Questo è stato molto sentito nel Nord».

 

mario monti

Dunque la Lega e Salvini, con elettori del genere alle spalle, saranno più disposti dei 5 Stelle al compromesso in Europa?

«A ogni video di Salvini su Facebook, io mi convinco che non sono neanche i contenuti che contano. Lui riesce a dare questa impressione di concretezza e in effetti alcune cose le ha fatte, o fatte fare. Però se sta acquisendo consensi, secondo me, è perché sta determinando una ri-identificazione dell’italiano normale.

 

L’abolizione di ogni forma di correttezza politica lo fa salire nei sondaggi più delle misure concrete: la gente si sente sdoganata nel dire quel che ha sempre pensato, ma prima non si poteva dire. Come italiano del Nord, sensibile ai temi dell’economia, mi sono chiesto più volte in queste settimane se dovessi essere contento dell’ascesa della Lega nei sondaggi e del calo di M5S; in fondo la prima capisce meglio i temi dell’economia e ha più capacità ed esperienza amministrativa. Ma ai miei occhi Salvini ha in sé due vene di pericolosità che i 5 Stelle non hanno: l’avversione all’Europa e una sorprendente capacità di impartire agli italiani un corso quotidiano di diseducazione civica. Non è poco».

TSIPRAS VAROUFAKIS

 

La Commissione Ue è troppo severa con l’Italia?

«Questa Commissione Ue nel far rispettare il Patto di stabilità si è auto-inflitta un problema, incaricando qualcuno che era stato ministro dell’Economia di Parigi in anni in cui la Francia è stato il Paese più pigro nelle politiche di risanamento. Ma il mio non è un giudizio su Pierre Moscovici come commissario, perché nei tentativi di coordinamento della fiscalità e nelle misure contro l’evasione e l’elusione sta facendo un ottimo lavoro. Però come guardiano del Patto di stabilità ha voluto interpretare politicamente il ruolo della Commissione anche dove bisognerebbe cercare di essere più asettici.

mario monti brinda

 

Nell’erogare grandissime dosi di flessibilità agli scorsi governi italiani, ha dichiarato che occorreva sostenerli perché poteva emergere un’alternativa populista contro l’Europa. Ciò detto, non credo si possa sostenere che la Commissione sia stata troppo severa nei confronti dell’Italia ora. Né sono convinto che la Commissione o gli Stati membri vedano di buon occhio un indebolimento del Paese. Ma se il governo propone di allargare l’irrealismo e l’irresponsabilità di bilancio, ciò giustifica che si cerchi di fermarlo».

 

MONTI SCALA

Siamo tornati in tensione finanziaria, come nel 2011. Vede dei punti di contatto tra allora e oggi?

«Vedo un collegamento fortissimo. Lega e M5S sono le sole forze politiche che all’epoca non parteciparono al costo politico di portare il Paese fuori dalla crisi finanziaria con le proprie forze, né alla relativa impopolarità. Anzi, a partire da quell’anno crearono e in seguito hanno affinato le loro false verità. Allora è iniziata la loro ascesa e, contemporaneamente, il loro distacco dalla realtà».

 

giuseppe conte alexis tsipras 2

Può dare esempi di quelle che trova fossero le loro falsificazioni?

«Dicevano che l’Italia applicava le ricette della Troika, che la Troika c’era già e che tutto era fatto per far comprare dall’estero le imprese italiane a buon mercato. Che non si era neppure tentato di salvaguardare l’equità, mentre noi avevamo messo l’imposta patrimoniale e tutelato le fasce deboli nella riforma pensioni.

 

Che era tutta una cospirazione del capitalismo internazionale e — ovvio — io ne ero l’agente. Non ammettono che gli italiani con le proprie forze hanno superato una crisi durissima. Ma questi partiti non potranno mai diventare un governo efficace se, una per una, non si modificheranno in loro queste convinzioni. Come dico, si sono imprigionati in una bolla che ha fatto perdere loro il contatto con la realtà».

mario monti

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?