MONTI SUL PREDELLINO: “MENO TASSE PER TUTTI!” - COME SE VENISSE DA MARTE, IL BOCCONIANO PROMETTE DI TAGLIARE IMU, IRPEF, IRAP E BALZELLI VARI PER 32 MILIARDI DI EURO - PER SFORBICIARE LE TASSE (MESSE DA LUI) IL PROF PROMETTE DI RIDURRE LA SPESA PUBBLICA - UNA MANOVRA CORRETTIVA? SOLO SE AL GOVERNO CI VA BERSANI! - PROMESSE A GO-GO: “COMPLETEREMO LA ORTE-CIVITAVECCHIA!” - E CULATELLO CONSIGLIA UN PO’ DI MODESTIA…

Marco Palombi per il "Fatto quotidiano"

E venne il giorno in cui il Professore divenne Cavaliere. Mario Monti, inchiodato da settimane al suo 13-15% nei sondaggi, ieri s'è recato di buon mattino negli studi de La7 e s'è fatto Berlusconi: non tanto o non solo perché gli ha rubato il cavallo di battaglia della (fenomenale) riduzione delle imposte, ma pure per via d'una certa egomania che finora il premier aveva tenuto accuratamente sotto controllo. Qualcuno dubita che si possano abbassare le tasse? Fa molto male, perché "se esiste una cosa chiamata credibilità, ne abbiamo acquisita un pochino e la mettiamo in campo".

Servirà l'ennesima manovra per inseguire il pareggio di bilancio? "Anche se nel 2013 il Pil andasse peggio del previsto, questo non porterebbe di per sé la necessità di una manovra, perché l'obiettivo è in termini strutturali, non per ciclo. Quindi io escludo la manovra, ma non escludo niente in certi casi di esiti del voto". Insomma, se non votate me, poi non venite a lamentarvi.

Senza di lui, berlusconianamente, il diluvio: "Non posso permettere che questi sacrifici fatti dagli italiani vengano dissipati in un ritorno di finanza allegra". Il candidato Monti s'è spinto così in là che persino il conciliante Pier Luigi Bersani s'è buttato sul sarcasmo: "Un po' di modestia sarebbe consigliabile".

Il clou dell'esibizione mattutina, però, non è l'autoglorificazione del professore, ma il suo piano fiscale: per i dettagli bisognerà aspettare un po', ma intanto l'ex preside della Bocconi ha buttato lì qualche numero da cui si desume che entro la prossima legislatura abbasserà le tasse per almeno 32,3 miliardi di euro.

Si parte già quest'anno addirittura con l'Imu, imposta che lo stesso premier nei suoi mesi a palazzo Chigi s'è rifiutato di rendere un po' meno regressiva, arrivando anzi a vaticinare - era solo un mese fa - che chi si fosse provato a toccarla avrebbe dovuto "rimetterla doppia". Non più, ora si può questo e altro, tanto che Renato Brunetta s'è inalberato: "Monti ci copia il piano fiscale". Dunque, ecco in breve le promesse fiscali del professore-cavaliere (con una piccola aggiunta finale).

COPERTURA
Come si fa a tagliare 30 miliardi di tasse? Semplice: tagliando 30 miliardi di spesa pubblica. "Fermeremo quella corrente per cinque anni ai livelli del 2012", il che produrrà a regime 4 punti in meno di uscite. Anche fosse facile come dirlo, c'è il problema che tenere la spesa ferma per più anni significa in sostanza tagliarla (per via dell'inflazione) e cioè diminuire l'acquisto di beni o la fornitura di servizi della P.A. Senza contare che il Fondo monetario sostiene che l'effetto moltiplicatore della spesa pubblica è più forte rispetto ad un taglio delle tasse (tradotto: brutta idea farlo in recessione). IMU Si taglia dal 2013 aumentando la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e quella per figli e anziani soli da 100 a 200 euro (con un tetto a 800). Il costo stimato da Monti è di 2,5 miliardi.

IRAP
Si punta, dal 2014 però, ad escludere il monte salari dalla base imponibile (con una priorità per le Pmi): questo dovrebbe comportare in 5 anni ad un dimezzamento del gettito attuale, con uno sgravio complessivo a regime da 11,5 miliardi l'anno.

IRPEF
Pure qui si parte nel 2014, ma con obiettivi ambiziosi: aumento delle detrazioni per i carichi familiari da un lato, riduzione delle prime aliquote dall'altro. Il conto fa 15,5 miliardi, dice il premier.

ALTRI SGRAVI
Tra le altre promesse fiscali di Monti c'è il finanziamento del salario di produttività anche per il 2015 e anni seguenti (1,5 miliardi) e il credito d'imposta per l'innovazione di prodotto o di progetto (1,3 miliardi).

MANOVRA 2013
Come detto, se c'è lui non bisogna farla, ma nel caso potrebbe valere circa un punto di Pil (15 miliardi): colpa di previsioni troppo ottimiste sulla crescita, di spese che il governo ha lasciato da finanziare come gli ammortizzatori sociali o le missioni militari, dell'andamento negativo del fabbisogno. Come si faccia in questo contesto a tagliare le tasse lo sa solo il candidato Monti.

CIVITAVECCHIA
Non ha a che fare col fisco, ma Monti ieri ha promesso pure che completerà la strada tra il porto laziale e Orte, infrastruttura "fondamentale per il centro Italia" di cui mai s'era occupato finché non è partita la campagna elettorale. "Sono allibita: palazzo Chigi è stato trasformato in un comitato elettorale", dice Donatella Ferranti del Pd.

 

 

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