NAPOLI FLAMBE’ - TANTO PER CAMBIARE: LA MANO DELLA CAMORRA DIETRO L’INCENDIO DI BAGNOLI - IN SOLI 40 MINUTI CITTA’ DELLA SCIENZA E’ STATA COMPLETAMENTE DISTRUTTA - UN “LAVORO” DA PROFESSIONISTI PER DIVERSI POSSIBILI MOVENTI - GLI APPALTI, UNO “SGARRO” PER UNA FORNITURA NON GARANTITA, LA POSSIBILITA’ DI COSTRUIRE UN PORTICCIOLO O UN’ASSUNZIONE PROMESSA - DUE SOLE TELEFONATE AI POMPIERI…

Guido Ruotolo per "la Stampa"

Esce un attimo in corridoio, il procuratore Giovanni Colangelo: «Procediamo, per il momento, sull'ipotesi che si sia trattato di un incendio doloso, per non trascurare alcun aspetto seguiamo tutte le piste».

E' ora di pranzo e il procuratore di Napoli, il suo aggiunto Gianni Melillo e il pubblico ministero anticamorra Michele Del Prete, sono riuniti con gli investigatori. Dietro al rogo che ha distrutto la «Città della Scienza» e mutilato Napoli ci sarebbe la camorra. Ne sono convinti gli investigatori e gli inquirenti. E anche se, naturalmente, non scartano alcuna ipotesi, è sui clan del territorio che concentrano la loro attenzione.

Partiamo dalla scena del crimine. Con il senno di poi hanno avuto ragione i pm napoletani che l'altro pomeriggio avevano chiesto un sacrificio agli uomini della Scientifica e ai Vigili del fuoco, invitandoli a fare presto, a lavorare tutta la notte per mettere al sicuro i campioni da inviare nei laboratori. Le previsioni meteo annunciavano pioggia, e così è stato.

Ciò che resta dei capannoni anneriti dal fumo e arsi dalle fiamme di «Città della Scienza» rappresenta l'unica traccia per capire l'origine delle fiamme. E, dunque, gli investigatori hanno lavorato tutta la notte per raccogliere campioni di ciò che restava dei capannoni per cercare di individuare i possibili focolai che sono stati attivati e il tipo di innesco utilizzato dai piromani criminali.

Gli inquirenti sottolineano alcune «anomalie» che portano a ipotizzare che la sera di lunedì, tra le 21 e le 21,40 quando è arrivata al centralino dei vigili del fuoco la prima telefonata d'allarme (un'anomalia, sostengono gli inquirenti, è che le telefonate d'allarme siano state soltanto due) - sia entrato in azione un gruppo criminale di più persone. Tra il momento della prima telefonata d'allarme al centralino dei pompieri e l'arrivo sulla scena del crimine dei vigili del fuoco passano in tutto sei minuti. Di certo alle 21 erano usciti gli ultimi partecipanti a un laboratorio di studio. Dunque gli incendiari hanno avuto quaranta minuti in tutto per entrare in azione. E lunedì sera non c'era vento.

Un particolare che depone a favore dell'evento doloso è che la centrale elettrica della «Città della Scienza» non è stata danneggiata, e il sistema antincendio era perfettamente funzionante. Un altro elemento che viene dato ormai per certo è che l'incendio è stato appiccato dal lato mare (il che non comporta necessariamente che i piromani siano arrivati dal mare). Le fiamme si sono sviluppate per circa un centinaio di metri d'ampiezza.

Questo scenario porta gli investigatori a ritenere che siano stati diversi i punti d'attacco del rogo e a sottolineare che non basta versare del liquido infiammabile in quantità indefinita per ottenere il risultato sperato. Insomma, bisogna essere esperti, essere dei professionisti per calcolare le quantità necessarie di liquido infiammabile per raggiungere l'obiettivo fissato.

Dice il questore Luigi Merolla che «con il prosieguo delle indagini emergeranno uno o più moventi». Vittorio Silvestrini, il fondatore della «Città della Scienza» in una intervista ha invitato a guardare alla prospettiva che in zona si possa realizzare un porticciolo per quattrocento posti barca.

A ben vedere, i possibili moventi sono diversi: gli appalti, uno «sgarro» per una fornitura non garantita o un'assunzione promessa. E' nella fase iniziale delle indagini che si analizzano tutti i possibili scenari. Inquirenti e investigatori escludono che l'incendio abbia una valenza eversiva-terroristica, come sono stati gli attacchi dei Corleonesi ai monumenti (le stragi di Firenze, Roma e Milano del '93). E tantomeno che a Napoli siano nati gruppi fuori controllo, come quello di Giuseppe Setola dei Casalesi.

 

ROGO CITTA SCIENZA ILMATTINO IT ROGO CITTA DELLA SCIENZA ILMATTINO IT COSA RESTA DI CITTA DELLA SCIENZA ILMATTINO IT ROGO CITTA DELLA SCIENZA ILMATTINO IT CITTA DELLA SCIENZA IN FIAMME

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”