berlusconi e pascale

NEL PARTITO MACHISTA DEL “BUNGA” ORA COMANDANO LE DONNE - ROSSI, PASCALE E BERGAMINI HANNO PRESO IL POTERE IN “FARSA ITALIA” CON LA BENEDIZIONE DI MARINA - E POI LE “AMAZZONI” GELMINI, PRESTIGIACOMO E CARFAGNA

Mattia Feltri per "la Stampa"

FRANCESCA PASCALE E MARIA ROSARIA ROSSI FRANCESCA PASCALE E MARIA ROSARIA ROSSI

 

La tradizionale temerarietà dei sottoposti berlusconiani trova conferme quotidiane, nei corridoi parlamentari e nelle conseguenti cronache dei giornali; ultimamente si concentra su Mariarosaria Rossi, 43 anni, amministratore delegato del partito: la odiano tutti e lo ammettono tutti, purché sia garantito l’anonimato.

 

La accusano di tirannia, come qualche anno fa accusavano di tirannia Daniela Santanchè, e però stavolta si tratterebbe di tirannia organizzata: il gran consiglio forzitaliano, oltre alla Rossi, comprende la first girl Francesca Pascale, la sua portavoce (o addetta stampa o dama di palazzo) Alessia Ardesi, e la responsabile della comunicazione del partito, Deborah Bergamini.

FRANCESCA PASCALE E MARIA ROSARIA ROSSI FRANCESCA PASCALE E MARIA ROSARIA ROSSI il selfie ronzulli bergamini calabria il selfie ronzulli bergamini calabria

 

Poi c’è anche Giovanni Toti, insignito del titolo di consigliere politico, europarlamentare, presto dirottato in Liguria alla conquista della Regione. Se fosse un gioco della Settimana enigmistica, si chiamerebbe “Trova l’intruso”. Poi, se proprio servisse un ultimo indizio, il piccolo dream team ha sulla testa la benedizione massima, quella di Marina, e qui il discorso si chiude.

 

Da qualche giorno i soliti temerari di partito si trovano fra due fuochi. Il fuoco del cerchio magico - come lo chiamano loro con l’inventiva già riscontrata nell’azione politica - e il fuoco di piccole rottamatrici spuntate fuori in quello che sembrerebbe il momento giusto. Silvia Sardone, 32 anni, consigliera di zona a Milano e segretaria di FI a Sesto San Giovanni, ultima autoproduzione di politico capace di usare la tv, ha detto almeno una cosa considerevole: «Basta con lo spirito del ’94!».

 

Anche perché lo spirito non c’è, sono rimasti gli spettri. Quelli di venti anni fa non ci sono più, alcuni purtroppo sono morti, altri se ne sono andati, c’è chi è scomparso nel nulla e non ha più aperto bocca, chi è stato piegato dalle inchieste della magistratura e dalle sue stesse stoltezze, chi è finito in galera con sentenza definitiva.

carfagna calendario   3carfagna calendario 3

 

Nel frattempo altre generazioni di leader si sono succedute e inabissate o hanno prodotto scissioni, fino alla generazione ultima della quale sopravvivono a fatica i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani, soprattutto il primo, mentre il secondo si scomoda a respingere le ambizioni in stile renziano della Sardone.

 

Nel frattempo di Denis Verdini non si sente parlare più, e magari sta organizzando nell’ombra la rivincita. Sandro Bondi ha mollato ma, ci si faccia caso, al seguito di una Manuela Repetti con spada sguainata. Raffaele Fitto combatte un partita che rischia di stagnare nella marginalità.

mara carfagna   stefania prestigiacomo selfiemara carfagna stefania prestigiacomo selfie

 

Dunque, cerchio magico, piccole rottamatrici, vecchia guardia stanca e smarrita, e le solite amazzoni, diremmo. Perché l’impressione è che il partito non crolli per l’impegno di Mara Carfagna (responsabile diritti), di Mariastella Gelmini (coordinatrice della Lombardia), di Stefania Prestigiacomo, di Annagrazia Calabria (responsabile giovani), di Anna Maria Bernini (vice di Romani al Senato), e all’elenco si possono aggiungere alcune vivaci europarlamentari come Lara Comi e Licia Ronzulli, e cioè una serie di ragazze che con comoda superficialità sono state considerate le pon pon girl di Silvio Berlusconi, l’ornamento del Re Lenone. O peggio, guzzantianamente. Le vedi tirare la carretta, trascurare la faida o almeno non combatterla apertamente. Ecco, da Mariarosaria Rossi in giù, in che mani è finito il partito più maschilista del mondo.

LARA COMI LARA COMI

 

 

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