alberto bagnai

NEL NUOVO PATTO TRA SALVINI E DI MAIO CI SONO FLAT TAX, SALARIO MINIMO E IL POSTO DI COMMISSARIO UE PER LA LEGA - L’ULTIMO NOME CHE CIRCOLA E’ QUELLO DELL’ECONOMISTA NO-EURO ALBERTO BAGNAI - IL GOVERNO MIRA A UN INCARICO ECONOMICO IN UE (CONCORRENZA O AFFARI ECONOMICI) MA È UN OBIETTIVO IMPOSSIBILE VISTO L'ISOLAMENTO POLITICO DELL'ITALIA...

Emanuele Buzzi per il “Corriere della sera”

 

luigi di maio matteo salvini

«Se ci fosse necessità di una squadra più compatta e di una revisione del contratto io sono disponibile»: Matteo Salvini apre ufficialmente la nuova fase di governo. Il leader della Lega, ospite di Pomeriggio Cinque , ipotizza rimpasto e una nuova agenda. E lo dice chiaramente: «Con Di Maio va bene, ci siamo rivisti dopo giorni di turbolenza, ci siamo seduti al tavolo per definire le priorità per l' Italia, e lo faremo anche con il presidente Conte».

 

Lunedì sera ci sarà il vertice, ma con tutta probabilità le priorità saranno quelle circolate nei mesi scorsi. Non a caso, Di Maio - parlando con i suoi - specifica: «Continuiamo a completare quel programma che abbiamo scritto». E sui nuovi equilibri di governo è chiaro: «Trovo giusto riconoscere l'esito del voto alle Europee proprio per ruoli come il ministro degli Affari europei e il Commissario europeo».

 

goofy 7 alberto bagnai claudio borghi

Questi sono i due pilastri del nuovo patto tra Lega e Movimento, anche perché il capo politico M5S sulle altre poltrone attende una mossa. «Salvini ha detto chiaramente che non chiederà nulla. Non cado nelle provocazioni dei giornali. Se la Lega chiederà ufficialmente qualcosa, noi risponderemo», commenta con l' inner circle. In realtà, l' idea di cambiare qualcosa c' è. E non è una suggestione. E il modo, con tutta probabilità, sarà la valutazione della graticola a cui saranno sottoposti sottosegretari e ministri.

Un vaglio che potrebbe portare il leader a sostituire qualche ministro. In questo caso, in pole position ci sarebbe Giulia Grillo.

 

Per il rimpasto, insomma, ci vorrà del tempo. Ma l' incontro tra i vicepremier è servito, oltre che per decidere una linea comune di Lega e Movimento su Affari europei e Commissario europeo (nelle ultime ore circola anche il nome di Alberto Bagnai), anche per selezionare i primi temi da trattare e le prime nubi all' orizzonte da affrontare.

 

LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE ALIAS MARK CALTAGIRONE MATTEO SALVINI BY OSHO

Come il caso del processo al viceministro Massimo Garavaglia. Di Maio auspica in caso di condanna, «un passo indietro del diretto interessato», ma i 5 Stelle usano toni soft, dicono di avere «rispetto» per le scelte della Lega e di essere sicuri che il Carroccio avrà «la giusta responsabilità». Insomma, nessuno scossone in vista. Una linea che è anche il frutto del faccia a faccia, del riavvicinamento dei due leader, che ora sui temi europei provano a far asse e a smarcarsi dalle posizioni di Giuseppe Conte e Giovanni Tria. Intanto, da ambo le parti inizia il conto alla rovescia per la realizzazione delle norme più attese: dalle misure per la famiglia al salario minimo, dalla flat tax alla sicurezza, poi l' autonomia.

 

2 - EUROPOLTRONE, L' ITALIA IN SERIE B

Antonio Conti per “il Giornale”

 

MASSIMO GARAVAGLIA LAURA CASTELLI

Per sfortuna del governo italiano a giudicare i conti della prossima legge di bilancio sarà ancora la commissione guidata da Jean Claude Juncker. Quella che la maggioranza gialloverde voleva rottamare velocemente subito dopo il voto europeo e contro la quale esponenti dell' esecutivo italiano hanno speso parole pesantissime, che ora rischiano di ritorcersi contro. Il fatto è che a Bruxelles un' intesa sul nuovo presidente della Commissione europea è lontanissimo. I tre partiti principali restano fermi sui loro candidati di Bandiera: Manfred Weber per il Ppe, Frans Timmermans per il Pse e Margrethe Vestager per i liberaldemocratici.

 

jean claude juncker

Non c' è al momento nessuna possibilità di una maggioranza senza la partecipazione dei tre gruppi storici e l' impasse coinvolge anche il Consiglio europeo. Il governo italiano non si è mai fatto illusioni sulla procedura di infrazione per il debito. Sarà gestita dalla commissione uscente, quindi dal durissimo vicepresidente Valdis Dombrovskis e dal commissario Pierre Moscovici. Ma fino a pochi giorni fa sperava di contare su equilibri politici più favorevoli con la prossima legge di Bilancio, tra ottobre e dicembre.

 

FRANS TIMMERMANS

«Con tutta probabilità saremo ancora in carica fino alla fine dell' anno», facevano sapere nei giorni scorsi fonti della commissione Juncker. Tempi lunghi, quindi, anche per la scelta dei commissari e in Italia c' è chi spera di sfruttare questa trattativa. Il governo Conte mira a un incarico economico. Si è parlato della Concorrenza o addirittura degli Affari economici, la poltrona oggi occupata da Moscovici. Ma è un obiettivo impossibile per l' isolamento politico dell' Italia e per i conti del Paese, perennemente sotto osservazione. Allora sta crescendo la tentazione di accettare un incarico meno prestigioso, ad esempio l' agricoltura o il commercio esterno, ma di chiedere in cambio un occhio di riguardo sui conti del 2020.

 

Altro obiettivo difficile, soprattutto senza un ministro per le Politiche Europee. Paolo Savona si è dimesso un anno fa. Per questo in questi giorni il vicepremier Matteo Salvini sta facendo pressioni sul premier Giuseppe conte per accelerare la nomina. Arriverà «nelle prossime settimane», ha assicurato ieri il leader M5s Luigi Di Maio.

Ultimi Dagoreport

de luca schlein guerini decaro

DAGOREPORT: SINISTR-ELLY COLTELLI! LA SCHLEIN PENSA DI IMBRIGLIARE LA MINORANZA RIFORMISTA CON UN CONGRESSO DOPO LE REGIONALI DI AUTUNNO, MA NON FA I CONTI CON LA REALTÀ DEL CORPACCIONE DEM. PIÙ DELLA METÀ DEGLI ISCRITTI AL PD, INFATTI, HA UN ORIENTAMENTO RIFORMISTA, DIVERSO DA QUELLO DELLA ATTUALE SEGRETARIA E MOLTI ESPONENTI DI PESO DEL PARTITO SONO SCHIERATI SU POSIZIONI A LEI AVVERSE, A INIZIARE DA VINCENZO DE LUCA, CHE TUONA: “NON CONSENTIREMO CHE LA CAMPANIA TORNI NELLA PALUDE NELLA QUALE ERA DIECI ANNI FA”. IL CONGRESSO PER ELLY PUÒ DIVENTARE UNA ROULETTE RUSSA IN CUI RISCHIA DI SPACCARE IL PARTITO...

giorgia meloni - matteo salvini - meme by edoardo baraldi

DAGOREPORT - IL DIVORZIO TRA SALVINI E MELONI È SOLO QUESTIONE DI TEMPO: DOPO LE REGIONALI IN AUTUNNO, UNA VOLTA VARATA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, LA ZELIG DELLA GARBATELLA POTREBBE SFANCULARE LA LEGA DAL GOVERNO E COALIZZARSI SOLO CON FORZA ITALIA AL VOTO ANTICIPATO NELLA PRIMAVERA DEL 2026 – LIBERA DALLA ZAVORRA DEL CARROCCIO, MELONI SAREBBE FINALMENTE LIBERA DI AVVICINARSI AL PARTITO POPOLARE EUROPEO – DOPO TIRANA, RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA CON I VOLENTEROSI AL TELEFONO CON TRUMP, LA DUCETTA HA CAPITO DI AVER SBAGLIATO E HA CAMBIATO COPIONE - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PERSO PERO' IL VIZIO, PER RITORNARE SULLA RIBALTA INTERNAZIONALE, DI ''STRUMENTALIZZARE'' PERFINO PAPA LEONE XIV CHE FIN DAL PRIMO GIORNO SI E' DETTO PRONTO AD OSPITARE IL NEGOZIATO TRA RUSSIA E UCRAINA (MA FINCHÉ NON PORTERÀ A CASA LA SUA "VITTORIA", PUTIN NON PUÒ FARE ALTRO CHE SABOTARE OGNI TENTATIVO DI PACE...)

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...