adolfo urso miniera miniere

VOLETE L’INDIPENDENZA DALLA CINA? ANDATE IN MINIERA! - IL MINISTRO URSO VUOLE RIAPRIRE LE MINIERE CHIUSE TRENT’ANNI FA: NEL SOTTOSUOLO ITALIANO CI SONO COBALTO, NICHEL, RAME E LITIO, MATERIE PRIME INDISPENSABILI PER I DISPOSITIVI ELETTRONICI. MA C'È UN PROBLEMA: I GIACIMENTI SONO ANCORA UTILIZZABILI? - QUALCOSA BISOGNA PUR FARE: L’EUROPA È QUASI TOTALMENTE DIPENDENTE DALLA CINA PER QUESTI MATERIALI SENZA I QUALI NON E' POSSIBILE ALCUNA TRANSIZIONE ECOLOGICA...

1 - SI TORNA IN MINIERA

Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”

 

adolfo urso a villa taverna per la festa dell indipendenza usa

Le materie prime critiche sono fondamentali per la transizione ecologica: metalli e minerali utilizzati nelle turbine eoliche, nei pannelli fotovoltaici e nelle batterie. Si tratta di una corsa all'oro su cui si stanno concentrando i paesi europei per ridurre la dipendenza dalla Cina - che garantisce la metà del fabbisogno totale - e scongiurare i rischi legati all'approvvigionamento, vista la crescita esponenziale della domanda. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy e quello dell'Ambiente stanno aggiornando la mappatura dei giacimenti italiani ed entro la fine del 2023, annuncia Adolfo Urso, numero uno del Mimit, saranno chiare le norme per riaprire le miniere. […]

 

miniere di litio 2

L'Italia, sottolinea il ministro delle Imprese in un'audizione in Senato, «ha miniere di cobalto, di nichel e rame in Piemonte, di terre rare in Sardegna, di litio nel Lazio e possiede rifiuti minerari abbondanti per 70 milioni di metri cubi accumulati nei decenni passati e ora utilizzabili con le tecnologie attuali». I siti in cui si trovano questi metalli sono soprattutto nelle regioni dell'arco alpino; poi c'è la Liguria che possiede il maggior giacimento italiano di titanio. In Friuli c'è il cobalto, in Veneto il magnesio. In Trentino e in Lombardia manganese, barite, rame.

miniere di litio 3

 

Una volta definito il quadro normativo, sarà la Commissione europea a certificare i progetti per l'autonomia strategica e a quel punto le aziende potranno ottenere le autorizzazioni all'estrazione in due anni, e in un anno il via libera alla raffinazione. Oggi, invece, ci vogliono 15 anni in Europa per avere l'autorizzazione a estrarre da un giacimento, a fronte di sette anni negli Stati Uniti, due in Canada e 3 mesi in Cina. Il piano d'azione europeo punta a ridurre proprio la dipendenza dalle materie prime critiche che sono concentrate in pochi paesi, a rafforzare l'approvvigionamento interno all'Ue e rimuovere così le distorsioni del commercio internazionale.

 

ADOLFO URSO

«Siamo in una fase che ricorda la corsa all'oro del diciannovesimo secolo - evidenzia Urso - le stime indicano che nel 2050 la domanda di litio per le batterie aumenterà di 89 volte, quella di terre rare crescerà di 6-7 volte, il gallio di 17 volte». Per fare qualche esempio, attualmente l'Ue acquista il 97% del magnesio dalla Cina; le terre rare pesanti utilizzate nei magneti permanenti e nei sensori elettrici sono raffinate esclusivamente in Cina; il 63% del cobalto usato nelle batterie viene estratto nella Repubblica democratica del Congo, mentre il 60% viene raffinato in Cina». […]

 

2 - MATERIE PRIME, LA MOSSA DEL GOVERNO «VOGLIAMO RIAPRIRE LE MINIERE»

Estratto dell’articolo di Valentina Iorio per il “Corriere della Sera”

 

 […] Nel sottosuolo italiano, secondo le stime del ministero, ci sono 16 delle 34 materie prime critiche che l’Ue considera strategiche per la transizione verde e digitale. In Piemonte ci sono riserve di cobalto, che per secoli è stato usato come colorante nella produzione di ceramica e oggi è fondamentale per la produzione di batterie. Mentre in Liguria c’è uno dei più grandi giacimenti di titanio del mondo.

miniere di litio

 

Uno studio del Cnr ha individuato una fascia promettente per il ritrovamento di litio nei serbatoi geotermici tra Toscana, Lazio e Campania. L’Italia «ha miniere di cobalto, di nichel, rame e argento in Piemonte, di terre rare in Sardegna, di litio nel Lazio e possiede rifiuti minerari per 70 milioni di metri cubi accumulati nei decenni passati», ha sottolineato Urso.

 

Il problema è che questi giacimenti, rimasti inutilizzati per anni, devono essere rivalutati. Inoltre gran parte delle miniere si trova in aree protette. Per questo Roma chiede all’Ue di prevedere, nell’ambito del regolamento, delle deroghe nei casi in cui c’è in gioco l’interesse nazionale. […]

ADOLFO URSO

 

La sfida non è solo riaprire i giacimenti, ma anche ricostruire professionalità. «Dobbiamo puntare sulla formazione: abbiamo un solo corso di Ingegneria mineraria al Politecnico di Torino e alcuni corsi di giacimenti minerari nei corsi di laurea di geologia — osserva Fiorenzo Fumanti, geologo dell’Ispra —. Quel poco che c’è nelle università e nei centri di ricerca è un’eccellenza, dobbiamo ripartire da lì».

giacimenti in italia 2giacimenti in italia 1

ADOLFO URSO

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…